Bambina morta ad Acerra, le ultime notizie: avviate analisi del Dna sul pitbul. Un testimone a Ore 14 svela un retroscena: papà non aveva macchie di sangue
BAMBINA MORTA AD ACERRA: ESAMI IN CORSO
Sono stati affidati ufficialmente gli incarichi per le analisi sul caso di Giulia Loffredo, la bambina di 9 mesi sbranata e uccisa dal pitbull di famiglia ad Acerra. Uno degli esami previsti è quello del Dna, per capire se i morsi riscontrati sul corpo della piccola siano riconducibili al cane Tyson, anche perché da un primo esame non sono emerse tracce evidenti di sangue. Non sono, invece, pronti ancora gli esiti degli approfondimenti sulle feci del pitbull e dell’altro cane di famiglia, entrambi affidati ad un canile convenzione con l’Asl Napoli 2.
A proposito dei due cani, l’associazione Aidaa ha chiesto ufficialmente l’affidamento dei due animali, che attualmente si trovano in un canile convenzionato di Frattaminore per essere seguiti da un comportamentalista. Al momento si sono presentati docili e non hanno palesato alcun segno di aggressività.
IL PARERE DEL VETERINARIO
Nicola Ambrosio, responsabile veterinario Asl Napoli 2, a Ore 14 infatti ha dichiarato che il pitbull “è un animale che si lascia gestire senza grosse difficoltà e non ha manifestato nessun comportamento particolare“. D’altra parte, non può escludere l’aggressione nel caso della bambina morta ad Acerra: “Bisogna contestualizzare il momento e tutto ciò che si è potuto verificare. Animali tranquilli possono avere poi un istinto predatorio che viene stimolato da qualcosa che in questo momento non possiamo capire“.
La mancata custodia dell’animale può avergli dato la possibilità di agire in maniera autonoma, senza controllo, ma per Ambrosio è un altro particolare da verificare. “Evidenze di tracce ematiche non ne abbiamo riscontrate“, ha confermato il veterinario, che non esclude neppure che il cane più piccolo abbia attaccato la bambina, ma si stanno facendo verifiche anche in tal senso.
LA TESTIMONIANZA DI UN VOLONTARIO DELLA PROTEZIONE CIVILE
A Ore 14 è intervenuto anche Andrea Tuppo, volontario della Protezione Civile che ha soccorso la bambina morta ad Acerra, confermando la prima versione del padre, quella dell’aggressione da parte di un cane randagio, poi ritrattata. “È arrivato a piedi con la bambina, era già morta. Abbiamo fatto un massaggio cardiaco, ma era già deceduta. Era viola, il sangue era secco. Il padre è venuto senza una macchia di sangue“, ha dichiarato al programma di Rai 2.
Ma mercoledì è stato anche conferito un altro incarico, quello che riguarda i cellulari dei genitori della bambina morta ad Acerra. Gli inquirenti vogliono verificare anche se il papà, unico indagato al momento per la morte della bambina, fosse davvero a casa quella sera e gli spostamenti dall’abitazione al pronto soccorso. A tal fine, sono state anche acquisite le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza della zona.