Bambini prematuri, cosa c’è da sapere?/ Deficit e patologie: rischi e falsi miti
Bambini prematuri, cosa sapere? Rischi, deficit, patologie e falsi miti: dalla familiarità al rischio di gravi malattie. Le risposte dell’esperto

Il mondo dei bambini nati prematuri è complicato, ma talvolta i falsi miti contribuiscono a renderlo ancor più difficile da decifrare. Gianluca Lista, membro del Comitato Scientifico dell’Associazione Italiana Studio Malformazioni (Asl) e Direttore di neonatologia, patologia e terapia intensiva neonatale all’ospedale “Buzzi” di Milano, ha deciso di fornire alcune risposte ai lettori di “Quotidiano Sanità” per fare chiarezza sull’argomento.
Fare prevenzione, per esempio, non è possibile in tutti i casi, ma curando alcune patologie materne come il diabete, l’ipertensione, le corioamnioniti, o spesso modificando lo stile di vita, riducendo ad esempio lo stress, seguendo una dieta adeguata, evitando il fumo, si riesce a ridurre il rischio. Nella stragrande maggioranza dei bambini nati prematuri, il recupero auxologico (peso e altezza) avviene “entro i primi due anni di vita. Fanno eccezione quei neonati ex feti affetti da IUGR che possono rimanere lievemente sottopeso per un periodo più lungo, e che hanno infatti bisogno di un controllo dietetico più prolungato e talvolta anche di una sorveglianza endocrinologica in età pediatrica. Dal punto di vista neurocomportamentale (se non ci sono danni anatomici cerebrali su base ipossico-ischemica o emorragica), bisogna sempre ricordare che, nascendo prima, i bambini devono essere “aspettati” nella capacità di raggiungere le tappe dello sviluppo neuroevolutivo”.
BAMBINI NATI PREMATURI: VERITÀ E FALSI MITI
L’esperto, a “Quotidiano Sanità”, ha spiegato che i bambini prematuri potrebbero sviluppare problemi nella crescita auxologica e neuroevolutiva, ma “con ampie capacità di recupero funzionale. Inoltre, i neonati ex IUGR (che hanno evidenziato un ritardo di crescita intrauterino) sono un po’ più a rischio di patologie quali diabete e ipertensione arteriosa da adulti, e sarà quindi fondamentale agire sullo stile di vita sin dall’età pediatrica. I neonati ex prematuri che, a causa di una grave patologia cardiorespiratoria, rimangono broncodisplasici possono avere necessità di ossigenoterapia per un certo periodo, anche a domicilio, e di un controllo delle loro performance respiratorie nel tempo”.
La familiarità tra i nati prematuri “esiste, ma la ricorrenza è più spesso legata alla persistenza degli stessi alterati stili di vita materni o alla comparsa delle stesse patologie che avevano indotto la nascita pretermine”. Inoltre, “in caso di lesioni ipossico-ischemiche o emorragiche, è possibile un deficit soprattutto motorio agli arti, ma con la fisioterapia si hanno ampi margini di miglioramento o addirittura un completo benessere”. I bambini prematuri sono destinati ad avere problemi di salute? “Se il neonato pretermine è stato a lungo assistito con un ventilatore per la grave insufficienza cardiorespiratoria, e soprattutto se è broncodisplasico, presenta un aumentato rischio di ricovero ospedaliero nei primi 3 anni di vita per problematiche respiratorie”.
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