Un gruppo di docenti lombardi ha espresso dissenso per la visita dei bersaglieri al loro liceo: scoppia il caso politico dopo la lettera a Valditara
Sta facendo discutere il mondo politico la decisione di un liceo lombardo – il Bramante di Magenta – dal quale sarebbe partita, su iniziativa di alcuni docenti, una lettera per il ministro Giuseppe Valditara per esprimere dissenso al protocollo firmato con il corpo dei bersaglieri dell’esercito per condurre alcune ore di Educazione civica: l’idea ministeriale è quella di permettere a delle figure d’eccellenza nel campo di veicolare quegli ideali di servizio alla patria, di unità ed etica che permisero – di fatto – ai bersaglieri di dare un’importante svolta all’Unità d’Italia e al futuro repubblicano della nazione.
Nel protocollo siglato dal dicastero di Valditara e dall’Associazione Bersaglieri si legge che l’intento sarebbe quello di spiegare ai giovani la storia risorgimentale, il percorso verso l’unità nazionale, i simboli della nostra Repubblica e i valori etici – tra rispetto per lo Stato, per i caduti e per la patria – tipici del corpo armato; mentre, secondo i docenti, sarebbe inaccettabile accogliere soldati che rispettano un decalogo valoriale inclusivo di “obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta delle proprie armi, ginnastica di ogni genere, sentimento della famiglia, rispetto delle leggi e onore al Capo dello Stato oltre che alla Patria, fiducia in se stessi sino alla presunzione”.
Valori – spiegano i docenti nella lettera al centro dello scontro delle ultime ore – che “non riconosciamo noi stessi e (…) nel senso del lavoro educativo che svolgiamo”; mentre è interessante notare che, dopo le primissime critiche alla missiva, si sarebbe esposto anche il preside del Bramante, Felice Cimmino, per mettere in chiaro che si tratterebbe di “un’iniziativa autonoma e personale mossa da alcuni docenti” e basata sulle loro “convinzioni personali”, alla quale si dissocia categoricamente.
L’Associazione Bersaglieri risponde ai docenti lombardi: “Mai capitata una cosa simile prima d’ora”
Come anticipavamo in apertura, non c’è voluto molto prima che la lettera di opposizione ai bersaglieri diventasse un vero e proprio caso nazionale, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha espresso la sua “solidarietà” al corpo armato, bollando le critiche dei docenti come un “pregiudizio ideologico” che danneggia una potenziale “opportunità educativa preziosa”; mentre, dal canto suo, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha nuovamente parlato di “posizioni ideologiche che non riconoscono il valore della storia e dell’esperienza dei nostri bersaglieri”.
Ovvie – tra le altre, tra cui anche quella del capogruppo in Commissione Difesa, Eugenio Zoffili, che è arrivato a chiedere un’interrogazione parlamentare sul tema – anche la reazione dell’Associazione Bersaglieri, con il presidente Giuseppenicola Tota (sentito da Adnkronos) che ha ricordato che mai prima d’ora “era capitata una cosa simile”: sono, infatti, parecchi i “riscontri positivi” ricevuti da altre scuole nel corso di iniziative simili; precisando che “i nostri valori sono quelli della famiglia, della generosità e dello spirito di sacrificio”.
