Biagio Antonacci, infanzia triste e drammatica/ “Cresciuto tra scorribande e risse”

- Jacopo D'Antuono

Biagio Antonacci ha trascorso un'infanzia triste e drammatica. In una intervista di qualche tempo fa ha raccontato: "Ci chiamavano terroni, ma noi..."

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Biagio Antonacci, infanzia tra risse e scorribande: “Conosco molto bene la povertà, ci chiamavano terroni…”

Forse non tutti sanno che Biagio Antonacci ha trascorso un’infanzia terribilmente complicata e difficile. Dai problemi economici della sua famiglia agli ambienti “tossici” a cui era sottoposto, tra risse e scorribande. E’ stato proprio il celebre cantautore a parlare della sua infanzia triste e malinconica, in una intervista rilasciata qualche tempo fa al magazine Vanity Fair.

In quell’occasione Biagio Antonacci condivise col pubblico un lato fino a quel momento inedito e molto personale. “Mio papà era povero e conosco molto bene la povertà perché siamo stati spesso sul suo ciglio. Ci chiamavano terroni e questa cosa ci ha scatenato dentro un senso di rivalsa. Ci ha fatto dire: ‘Ve la faremo vedere’ “. E così Biagio Antonacci ha avuto una spinta in più per diventare quello che oggi tutti noi conosciamo.

Biagio Antonacci e il legame col fratello Graziano: “Senso di colpa perché…”

“Riconosco di non aver mai mollato nonostante le tante porte in faccia. I primi soldi che ricevetti mi parvero un errore perché la fortuna, ai poveri, sembra sempre uno sbaglio”, ha raccontato Biagio Antonacci. Quindi le incomprensioni con la mamma, che gli consigliò di restituire il compenso che la Siae gli aveva legittimamente riconosciuto per la sua musica. “Mi arrivò un assegno da 20 milioni e mia mamma disse di chiamare la Polizia, ma le dissi che erano miei”.

Scavando nel suo passato, Biagio ha poi ammesso di aver vissuto il momento più difficile della sua vita con la nascita del fratello Graziano: “Avevo la Rosolia e temevo di trasmetterla al bambino che mia madre teneva in grembo e aveva aspettato per dieci anni, Il senso di colpa elaborato in quei mesi me lo sono portato dietro per tutta la vita. È il peggiore dei sentimenti, il più inutile, il più inspiegabile”.







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