Ripercussioni militari, politiche, sociali ma anche (se non soprattutto) economiche: l’attacco dell’Iran alle basi Usa in Iraq in piena notte – alla stessa ora del raid americano che ha eliminato il generale Soleimani – ha dato il preludio di un possibile inizio di guerra mondiale e per questo la Borsa in quel momento aperta in Asia ha avuto ripercussioni catastrofiche. Tokyo, Pechino e la Sud Corea pagano “dazio” ai timori dei mercati azionari di un conflitto mondiale in atto tra Stati Uniti e Teheran e le contrattazioni della nottata sono colate a picco assai rapidamente; in realtà, la tregua che ha immediatamente succeduto il primo attacco ha di fatto ridimensionato l’impatto dello scontro in Medio Oriente e così anche le Borse europee che pure avevano aperto in perdita, dopo mezzogiorno sono tornate a crescere decisamente, con Piazza Affari la più positiva con il Mib avanti dello 0,53% e il cambio Euro-Dollaro tornato a stime accettabili. Poco dopo l’attacco alle basi americane, era schizzato di nuovo sui massimi il bene “rifugio” per antonomasia, l’oro, salito fino a 1.600 dollari l’oncia; volava anche il petrolio, ai massimi da sette anni, tornato però a cifre del tutto più ridimensionate dopo la mattinata.
BORSA DI OGGI DOPO LA GUERRA TRA IRAN E USA
«Mattinata decisamente negativa, reazione di cali, paure e vendite: momenti di grandi incertezza inizialmente, poi però una ripresa lenta ma graduale per le notizie che arrivavano dal Medio Oriente e dopo le rassicurazioni di Trump. Milano guida i mercati Ue e anche il prezzo del petrolio torna a ridimensionarsi», spiega l’inviata da Piazza Affari per Rai News confermando il periodo in trend positivo per le Borse europee nonostante il freno di una situazione tutt’altro che stabile al di là del Golfo Persico. Su fronte specifico del petrolio, l’autentico protagonista come sempre delle dinamiche e tensioni in Medio Oriente (ricordiamo che il 30% dell’intero petrolio mondiale transita per via marittima dallo stretto di Hormuz, ndr) ritrova i livelli di metà 2018 e poi arretra leggermente. Come riporta Repubblica Economia, i future sul Wti questa mattina superano i 65 dollari al barile «e poi si posizionano in mattinata sopra quota 63, quelli sul Brent superano abbondantemente i 70 dollari e poi calano in zona 69 dollari». Risale sempre in Italia il titolo di Atlantia dopo che indiscrezioni riportate dal Sole 24 ore parlano di «maxi piano di investimenti sulla manutenzione» per il gruppo che controlla Autostrade per l’Italia, evitando così lo spetto della revoca concessioni agitato dal Governo.