Restano quattro partite e poi, il capitano del Milan Paolo Maldini, appenderà definitivamente le scarpe al chiodo, dopo una carriera gloriosa ed unica. La bandiera rossonera ha disputato l’ennesima stagione a buoni livelli, giocando più del dovuto per via dei moltissimi infortuni che hanno attanagliato la retroguardia del Milan. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il rossonero analizza la stagione attuale e il suo futuro. «La stagione attuale del Milan non è fallimentare – spiega Maldini – abbiamo fatto 15 punti in più dell’anno scorso. Il Milan ha il miglior attacco e la seconda miglior difesa. Non mi pare che sia una squadra da buttare. Con due-tre acquisti di alto livello il Milan può competere con chiunque in Italia e in Europa – continua il rossonero – la nostra forza è sempre stato il mix tra esperienza e gioventù. Si dice che la nostra è una difesa di vecchietti quando subiamo gol, ma non si ricorda che adesso di gol ne prendiamo pochi e i centrali siamo io e Favalli. La verità è che la carriera dei giocatori si è allungata: negli anni Settanta e Ottanta ai trentenni le società proponevano un solo anno di contratto. Ora no, e il Milan è stato precursore anche in questo campo».
Una battuta quindi sulla sua forma fisica: «Sto bene, i dolori sono sotto controllo e il giudizio del campo, che è l’unico che realmente conti, è buono. Ho visto poco fa il professor Martens, mi ha sorriso e ha incrociato le dita… Sto vivendo questo ultimo periodo di carriera in modo molto sereno, mi preparo all’addio senza rimpianti dopo 25 anni di calcio. Sarà un’altra vita, lo so, avrò ritmi diversi: mi mancherà soprattutto l’odore della fatica». Poi Maldini incorona il proprio erede: «Thiago Silva può fare grandi cose, però ha bisogno di uno esperto di fianco. Lo dico sempre al dottor Galliani: ci vuole Favalli vicino a Thiago, così può crescere. Thiago Silva ha tutto per affermarsi: salta come un grillo; è veloce; ha personalità».
Ma quando verrà il grande giorno, niente partite d’addio: «No, non giocherò la gara d’addio con la maglia della Nazionale, anche se voglio ringraziare la Federcalcio che si è mostrata disponibile. Preferisco lasciare il calcio con una partita ufficiale, e poi non mi piacciono le gare d’addio». Una battuta sul futuro di Ancelotti: «Parto dai dati di fatto: la società è contenta, lui ha un contratto, il gruppo lo ama, c’è un ottimo rapporto con la dirigenza. Tutto mi porta a dire che Carletto sarà ancora l’allenatore del Milan». Infine uno sguardo alla prossima stagione: «il primo impegno ufficiale? L’apertura delle scuole: devo accompagnare i miei figli. Qualche volta a Milanello ci verrò per dare due calci al pallone… Ma solo due calci…».