Napoli – Genoa è una delle partita di spicco della terza giornata di ritorno del campionato. Abbiamo chiesto a Mario Bortolazzi, dal 1990 al 1998 giocatore del Grifone e di recente vice di Donadoni sulla panchina del Napoli, di raccontare, in esclusiva per ilsussidiario.net la sfida del San Paolo.
Bortolazzi, c’è Napoli – Genoa, una partita molto importante per queste due squadre. Che risultato prevede?
Non mi stupirei che venisse fuori un pareggio tra due compagini sulla carta molto attrezzate.
Che differenza ci sono nel modo di vivere il calcio di queste due città?
Napoli vive per il Napoli, quello dei suoi tifosi è un amore unico. Ma anche i tifosi del Genoa sono molto passionali, forse la differenza sta nel fatto che a Genova c’è anche la Sampdoria e quindi si vive un clima da derby tutta la stagione.
Lei ha dei ricordi bellissimi con la maglia rossoblù…
Si, ho passato delle stagioni stupende al Genoa. Con Bagnoli abbiamo centrato grandi traguardi come il quarto posto e la semifinale di Coppa Uefa. Il Grifone è rimasto nel mo cuore.
E’ più forte il Genoa di adesso o “il suo”?
Non è mai bello fare paragoni. Certo io con il Genoa ho raggiunto traguardi importanti ma anche il Genoa attuale sta facendo molto bene visto che ha raggiunto la qualificazione in Europa League.
Può fare ancora meglio il Genoa di Gasperini nei prossimi anni?
Gasperini anche quest’anno lotterà per la qualificazione in Europa League e potrebbe anche centrarla. Forse non riuscirà a ripetere le imprese da scudetto che sono capitate in passato a club come il Verona, la Sampdoria e la stessa Lazio. Il calcio negli ultimi anni è molto cambiato ed è più difficile che ci siano squadre che possono fare la sorpresa. Lo scudetto è diventato un affare per Milan, Inter, Juventus e Roma.
Neanche il Napoli può riuscire a rompere questa egemonia?
Forse il Napoli ha qualche speranza in più. Anche quest’anno è in lotta per la qualificazione in Champions League. Resta comunque un obiettivo molto impegnativo. Ma lottare perchè questo si realizzi non è sbagliato…
E poi in Italia è difficile fare programmi a lunga scadenza per gli allenatori…
In Italia è molto difficile. Manca la mentalità, c’è una concezione del calcio sbagliata. Si vuole tutto e subito.
Mentre in Inghilterra c’è l’esempio di Zola che sta facendo fatica con il West Ham, ma non è stato ancora esonerato. Se fosse successo da noi…
Altra concezione dello sport quella dell’Inghilterra. E come dell’Inghilterra, di altre nazioni. Anche quando si perde i tifosi appluadono i giocatori e la squadra. Allo stadio vanno le famiglie, si respira un clima diverso.
E quindi?
C’è una mancanza di educazione sportiva una concezione sbagliata del calcio e dello sport. Non si comprende che dovrebbe essere prima di tutto un divertimento, uno svago. Certo vincere è bello, ma non è la prima cosa.
Allora ha ragione Mourinho. Fare gli allenatori in Italia è molto difficile?
E’ vero, in Italia è difficile più che in altri paesi. E’ un dato di fatto evidente.
Le piacerebbe allenare quindi un giorno anche in paesi come Spagna e Inghilterra?
Mi piace allenare in Italia ma ovviamente mi piacerebbero anche esperienze all’estero: Spagna e Inghilterra su tutte…
(Franco Vittadini)