BARCELLONA INTER – E’ un Moratti più tifoso che mai quello che sta aspettando con trepidazione le 20.45 di mercoledì 28 aprile. Il patron nerazzurro non vede l’ora che la sfida col Barcellona abbia inizio e a La Gazzetta dello Sport confida un piccolo segreto: «Vedere la partita in curva? Eh, potessi farlo sarebbe l’ideale per questa sfida – esclama Moratti – in me il tifoso prevale quasi sempre sul dirigente, come sapete… Il fatto è che sono amico del presidente del Barcellona e so che anche lui soffrirà le pene dell’inferno. Situazione delicata, per tutti e due».
Un Mourinho che sta lavorando in scioltezza e tranquillità e a Moratti va bene così: «Mourinho lo lascio tranquillo. All’andata l’ha preparata benissimo e saprà indicare l’atteggiamento giusto. Non timoroso, non presuntuoso, penso». A Barcellona l’Inter troverà un inferno: «Normale. Premesso che i catalani sono sportivi e quindi allo stadio non succederà niente di tragico, la semifinale di Champions non la giochi ogni giorno e loro hanno subìto una sconfitta inaspettata e pesante, devono attaccarsi anche all’elemento ambientale». Un commento anche sull’arbitro: «Beh, l’arbitro non credo si lascerà condizionare, è tra i migliori in Europa e quindi è abituato a gestire queste difficoltà. Sui miei ho una certezza ed è importante: confermeranno una dedizione totale».
L’unica preoccupazione, la presenza o meno di Wesley Sneijder dal primo minuto: «Mah, ho parlato col medico ed era piuttosto preoccupato… Credo che partirà lo stesso, poi si vedrà. Io però confido nella disponibilità al sacrificio di giocatori che da mesi sono sempre sul pezzo. Ripeto, la loro dedizione è assoluta. Ed è la qualità collettiva che caratterizza questo gruppo formato da Mourinho».
La chiusura è tutta per Balotelli: «Sono intervenuto alla viglia di Inter-Atalanta perché il mio dovere è quello di rimuovere qualsiasi turbativa in modo che la squadra possa esprimersi al massimo. Il mio è stato un atteggiamento anche di protezione del ragazzo ma volto soprattutto a disinnescare ogni tipo di tensione nello spogliatoio. Io penso che il tentativo di ricomporre la situazione sia un obbligo perché Mario è un patrimonio nostro e del calcio italiano, un attaccante dalle qualità indiscutibili. Bisogna però che anche lui dimostri concretamente questa volontà di restare all’Inter. E’ la base di partenza per una ricomposizione che credo stia a cuore a tanti tifosi».