ESCLUSIVA CALCIOMERCATO/ Laudisa (Gazzetta): mercato low cost, pochi colpi e tanti giovani, così si esce dalla crisi

- La Redazione

CARLO LAUDISA, responsabile della sezione mercato della Gazzetta dello Sport, analizza queste prime settimane di calciomercato con un occhio al futuro del calcio Italiano che si sta dando una "regolata"

CARLO LAUDISA, responsabile della sezione mercato della Gazzetta dello Sport, analizza queste prime settimane di calciomercato con un occhio al futuro del calcio Italiano che si sta dando una "regolata"

Il calciomercato italiano attraversa una fase critica, niente soldi, niente liquidità, si cerca di trovare idee in alcuni scambi o in formule che permettano un pagamento dilazionato. Per il momento è il mercato della squadre medio-grandi e della Juventus. Abbiamo voluto esaminare i problemi del calcio italiano con il giornalista della Gazzetta dello Sport Carlo Laudisa, in esclusiva per ilsussidiario.net

Le operazioni Pepe-Juventus e Cavani-Napoli fanno pensare ad un calciomercato del “pagherò”?

Sì certamente, non ci sono soldi, non c’è liquidità nel mercato attuale. Questi affari ci permettono di avere la chiave di lettura di questo alciomercato: da un lato ci sono società che preferiscono acquistare un giocatore dilazionando il pagamento (Juventus e Napoli), dall’altra ci sono squadre con un bilancio in attivo che accettano di concedere questa tipologia di pagamento per avere goderne i benefici nei prossimi anni.

Le società italiane hanno cambiato la linea strategica sul mercato: prima si acquistavano campioni già affermati, adesso si punta a giovani di belle speranze, vedi il Milan con Pato e l’Inter con Coutinho. E’ la linea da seguire?

Certamente, anche se parlerei in generale, perchè anche in Europa si segue questa linea. Il Manchester City ha acquistato grandi giocatori ma fondamentalmente tutti giovani, il Chelsea di Abramovich ormai acquista solo calciatori giovani. Anche il Real Madrid ha sposato questa linea di pensiero, Mourinho avrebbe voluto Milito e Maicon, ma Perez non ha voluto i due nerazzurri per una questione anagrafica. Il futuro del calcio italiano deve basarsi sul settore giovanile  anche perchè ci saranno incentivi per le società che lavoreranno con i giovani. Anche il Milan è di questa idea e sta rinforzando il settore giovanile.

Intanto però l’Inter è vicina alla cessione di un giovane talento come Balotelli…

Il caso Balotelli è complicato. L’idea dell’Inter era quella di cedere Maicon, un campione affermato che ha già 29 anni, nove in più di Balotelli. Però il Real Madrid non è più interessato al brasiliano perchè non intende pagare la cifra richiesta da Moratti e visto che nuova la filosofia dei nerazzurro è basata sull’autofinanziamento, bisognerà prima vendere per poi comprare. In questo momento il giocatore con più mercato è Balotelli.

Dalla cessione di Super Mario l’Inter potrebbe racimolare qualcosa come 35/40 milioni di euro da reinvestire sul calciomercato. I nomi caldi per rinforzare la rosa di Benitez sono Mascherano, Kuyt e Giuseppe Rossi..

I nomi sono quelli, anche se la rosa dell’Inter è molto ampia e già lo scorso anno ha fatto vedere di avere rincalzi di prim’ordine.

 

La Juventus ha incentrato la propria campagna acquisti sul "made in Italy" come dimostrano gli acquisti di Pepe, Bonucci, Storari, Motta. Marotta però cerca il grande colpo, Dzeko o Krasic. Quante possibilità ci sono di vedere uno dei due con la maglia bianconera?

Condivido in pieno la scelta della Juventus di puntare sul mercato italiano, questo è un vantaggio per tutto il calcio nostrano. Per quanto riguarda Dzeko penso sia difficile vederlo in Italia, penso che il colpo sarà Krasic. La Juventus purtroppo deve scegliere tra i due perchè la nuova legge sugli extracomunitari non permette di acquistarne più di uno.

 

Cosa pensa di questa normativa?

Secondo me non è una scelta giusta, anche perchè gli stranieri non hanno mai tolto il posto agli italiani, hanno solo creato competizione. Da osservatore del mercato penso che i mali del calcio italiano siano altri, in particolare l’imperizia della gestione collettiva del nostro calcio.

 

Il prossimo campionato potrebbe essere più livellato visto che le società medio-grandi investono tanto e bene sul mercato. E’ d’accordo?

Assolutamente sì, ci sono società come Napoli e Palermo che stanno investendo bene, anche la stessa Fiorentina per il momento ha mantenuto tutti i suoi gioielli. Queste società medio-grandi, la nuova "borghesia" del calcio italiano, stanno crescendo sempre di più. Poi c’è la Roma che ha un potenziale tecnico ed un ambiente straordinario ed ha dimostrato di poter competere con tutti. Quest’anno inoltre è entrata in vigore la legge Melandri-Gentiloni con la vendita centralizzata dei diritti televisivi, anche per questo penso che vedremo un bel campionato.

 

Ieri ci sono state le mancate iscrizioni di molti club di Lega Pro e quella dell’Ancona in Serie B. Come si può salvare il calcio italiano?

Non voglio essere cinico ma sono passaggi obbligati, solo in questo modo si può salvare il calcio in Italia. Negli anni scorsi non si è usato il pugno duro e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il vero male del calcio italiano è questo bisogna individuare le società professionistiche che non sono in grado di contenere i costi.

 

(Claudio Ruggieri)





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