Protagonista inaspettato di questo campionato di Serie B, Giuseppe Sannino, tecnico del Varese, concede un’intervista in esclusiva ai microfoni de IlSussidiario.net, svariando su tantissimi temi: dal suo Varese ad un possibile futuro nel Genoa di Preziosi, senza però ignorare la situazione in casa Inter e Milan. Il tutto sempre accompagnato dalla consueta umiltà che caratterizza il tecnico nativo di Ottaviano.
Mister Sannino, dopo la doppia promozione, in due anni, dalla Seconda Divisione alla Serie B, il suo Varese occupa la quarta posizione della serie cadetta a 8 giornate dal termine: punta al Triplete?
No, assolutamente, è un termine che non mi piace. Quello che abbiamo fatto sinora non conta. Mancano ancora 8 partite, questo significa che ci sono 24 punti in palio che indicheranno che rotta dovremo prendere. C’è ancora molto da lottare e alla lunga potremo incontrare diverse insidie, dato che la maggior parte dei miei ragazzi è alla prima esperienza in Serie B.
Con il Grosseto che sfida sarà?
Ho visto giocare il Grosseto con il Torino e mi ha fatto una grandissima impressione. Sicuramente non sarà la stessa squadra che abbiamo affrontato all’andata. La affronteremo con la consueta umiltà e vedremo se il campo ci darà ragione.
Il pareggio con il Cittadella, ottenuto nel finale e con la doppia inferiorità numerica, ha evidenziato il grandissimo carattere della sua squadra: da dove nasce una reazione del genere?
C’è sicuramente una componente dovuta alla buona sorte. La squadra è stata però premiata per la grande forza di volontà con la quale ha inseguito e creduto nel pareggio sino all’ultimo, dopo una gara piena di episodi che sino al 60esimo sembrava essere in mano nostra. Un Varese che però ha dimostrato un gran carattere in tutto l’arco del campionato.
C’è qualche segreto dietro alle reazioni della sua squadra o è merito dei calciatori?
Partendo dal presupposto che gli attori principali restano i calciatori, c’è comunque del lavoro dell’allenatore. Mi sembra stupido e riduttivo credere che gli allenatori siano ininfluenti. Un allenatore è fondamentale nella misura in cui un giocatore è disposto ad apprendere e fagocitare i suoi dettami sia tattici che psicologici.
C’è un metodo per motivare i ragazzi?
No, io sono un allenatore normale, che ha fatto tanta gavetta in tutte le categorie inferiori. Credo solo che per raggiungere qualsiasi obiettivo, che sia la salvezza o la promozione, ci vuole serietà, fiducia nei miei ragazzi e la capacità di entrare nella testa dei giocatori. Io non faccio nulla di più. Non c’è comunque una verità assoluta: si può dire tutto e il contrario di tutto.
Dopo tanta gavetta è pronosticabile per lei un futuro nella massima serie, dove viene speesso accostato al Genoa: cosa ne pensa?
Penso che stiamo parlando della Playstation. Perché io queste squadre sono abituato a vederle solo quando mio figlio gioca alla Playstation. Ovvio che faccia piacere, ma sono solo pensieri, il mio unico obiettivo è l’allenamento di oggi pomeriggio. Sono abituato a non dare nulla per scontato.
In un’ipotetica avventura in Serie A, chi si porterebbe del suo Varese? C’è qualcuno pronto per il grande salto?
Una cosa che non farò mai è scegliere o selezionare questi calciatori. Perché sono ragazzi straordinari, partiti con me dalla Seconda Divisione e non vorrei mai fare delle scelte su di loro.
Guardiamo un attimo alla Serie A: cosa farebbe se fosse Leonardo per motivare, dopo le due sconfitte contro Milan e Shalke 04, i suoi giocatori?
C’è già Leonardo, che io ho conosciuto poiché abbiamo fatto il corso insieme, ed è una persona intelligente. Lui saprà sicuramente molto meglio di me cosa fare. Nel mio piccolo credo però che non si debba fare l’errore di buttare quanto di buono fatto sino ad oggi e stravolgere il tutto; perché sino a prima del derby, tutti erano concordi nel vedere l’Inter favorita sia in campionato che in Champions.
Andando sull’altra sponda del Naviglio e facendo riferimento al suo Varese quarto in classifica, ci dice come si fa a gestire l’inseguimento di avversari blasonati? Come dovrebbe comportarsi Allegri?
Personalmente credo che il segreto sia nel non guardarsi mai dietro e di pensare esclusivamente a quello che tu devi fare. Iniziare a fare calcoli è sbagliato.
Da buon napoletano, mister Sannino è scaramantico?
Io sono diventato fatalista, non scaramantico. Credo di poter essere uno spot per tanti allenatori, guardando anche a quella che è la mia esperienza. Dopo tanti anni di gavetta, quando sembrava ormai che mi dovessi assestare a quel livello, mi si è aperto un portone. Ho imparato con il tempo che puoi sbatterti quanto vuoi, ma noi tutti abbiamo il destino già tracciato; certo ogni tanto puoi dargli una spinta, ma credo che il fato abbia un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni.
C’è qualche allenatore a cui si ispira?
Penso che, come per la maggior parte degli allenatori che hanno iniziato la carriera nel mio periodo, il tecnico che ci ha dato qualcosa di importante è stato Sacchi.
E di Mourinho cosa ne pensa?
Lo stimo perché è stata una persona che ha saputo rischiare sulla propria pelle, mettendosi sempre in prima persona nel rapporto con i media. Credo che quando i giocatori sentono che la loro guida si mette sempre in discussione per loro siano disposti a dare tutto in campo. Soprattutto a livello mediatico e psicologico ci ha dato davvero molto.
(Massimiliano De Cesare)