United contro City. Cugini e concittadini. Ma decisamente divisi e contrapposti. Da un lato i “rossi”, dall’altro i “blu”. Da una parte i nobili dall’altra gli emergenti. Da una parte i pluri-decorati, dall’altra i poveri (di trofei ma non di soldi). Manchester United-Manchester City non è solo la sfida per il Community Shield, la Supercoppa Inglese, ma è una città divisa in due, pronta a confrontarsi in una sfida intestina che vale forse anche di più del trofeo messo in palio. Tra poco i campioni d’Inghilterra e vice-campioni d’Europa dello United affronteranno i cugini del City che dopo 35 anni (e svariati milioni investiti negli ultimi tre) sono tornati ad alzare al cielo un trofeo. Ma soprattutto a rendere ancora più carica l’attesa per questa gara è il significato e l’aspirazione che le due formazioni danno all’appuntamento. Da una parte c’è la certezza del proprio valore e il desiderio degli uomini di Ferguson di riconfermare la supremazia assoluta nei confronti dell’altra metà della città oltre che dell’intero paese. Di fronte invece c’è la voglia matta della truppa di Mancini di ribaltare l’ordine gli equilibri e prendersi il proprio posto al sole.
Manchester United: Reds tra rinnovamento e dubbi La corazzata dello United continua il suo percorso evolutivo che dura ormai da un ventennio: anche in questa sessione di mercato Ferguson ha provveduto a pensionare chi ormai aveva dato tanto alla squadra e ha innestato nella struttura già consolidata pochi elementi di valore utili alla causa. Ritirati Scholes e Vad der Sar, sono stati rimpiazzati da giovani come Young, Jones e il promettente De Gea. Forse la vera forza dei Reds è sempre stata questa, non fossilizzarsi mai su un blocco storico di giocatori che crescono ed invecchiano tutti insieme, come capita spesso nelle squadre italiane, ma creare invece un’identità e un progetto dove inserire di volta in volta i pezzi migliori disponibili sul mercato. Oggi quindi lo United affronta i cugini con la certezza dei suoi campioni, Rooney e Giggs su tutti. I dubbi dell’ultimo minuto riguardano solo il centrocampo: se non ce la fa Fletcher, è pronto Anderson mentre sulle fasce sono in tre per due posti: Nani, Park e Valencia. In difesa, davanti all’esordiente De Gea la linea collaudata Evra-Vidic-Ferdinad-Fabio. Davanti a supportare Rooney, il ballottaggio è tra Berbatov e Young.
Manchester City: Blues, tra frenesia e curiosità La sponda Citizens invece è l’altra faccia della medaglia: l’irruzione degli sceicchi con le loro vagonata di petro-sterline investite ha generato uno schizofrenico turbinio di giocatori ed allenatori, tipico di chi vuole vincere tutto e subito senza aver pazienza. Ma quando un anno e mezzo fa sulla panchina del City si è seduto Roberto Mancini il progetto ha cominciato a delinearsi costringendo anche il rivale Ferguson ad ammettere che i cugini ormai vanno considerati come la nuova quinta grande squadra d’Inghilterra insieme a Liverpool, Chelsea ed Arsenal. Dopo gli anni vorticosi conditi da grandi acquisti mai realmente esplosi (tipo Robinho e Adebayor) finalmente l’arrivo di Tevez prima e Silva, Kolarov, Balotelli, Dzeko e Aguero poi hanno iniziato a dare una visiono mia da grande squadra anche alla sponda blu della città. Certo le i problemi, dall’argentino che ormai è in partenza alle scenate dell’italiano, non mancano ma Mancini si sta dimostrando un condottiero abile, disposto a rinunciare ai grandi giocatori piantagrane per il bene della squadra. E tra poco scenderà in campo con una formazione solida corredata da una gemma preziosa da giocarsi come il “kun” Aguero: in porta Hart, difesa con Clichy, Lescott, Kompany, e Richards, in mezzo la diga Barry-De Jong e davanti il trio Balotelli, Tourè, Silva a suppotto di Dzeko.
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