L’orario è il primo pomeriggio, alle 14 (clicca qui per il programma del giorno). Il campo, il Philippe Chatrier, il centrale dedicato a un personaggio che forse come tennista è stato mediocre ma poi da dirigente ha contribuito a fondere amatori e professionisti rivoluzionando il mondo della racchetta, contribuendo poi a far rientrare questo sport tra le discipline olimpiche (è stato introdotto nell’International Tennis Hall of Fame). Sara Errani si gioca qui le possibilità di accedere alla semifinale del Roland Garros 2013: lo farà contro Agnieszka Radwanska, la numero 4 del seeding (Sara è la 5), una giocatrice contro cui la bolognese ha perso sei volte in sette precedenti. I numeri sono contro la nostra ragazza, ma c’è anche da dire che anche solo rispetto allo scorso anno la Errani è cresciuta in modo esponenziale; si era presentata a Parigi senza aver mai battuto una top ten (0-28 la statistica impietosa) e in quelle due settimane aveva messo in riga Kerber e Stosur prima di arrendersi a Maria Sharapova in finale. L’ultimo precedente contro la Radwanska è datato ottobre 2012: a vincere fu la polacca, ma la partita visse di tre combattutissimi set con Sara che ebbe le sue possibilità di vittoria. Qui si gioca naturalmente sulla distanza dei tre set; chi vince va in semifinale e affronta molto probabilmente Serena Williams, se l’americana non avrà cali di concentrazione contro la Kuznetsova. Essere dalla stessa parte del tabellone della numero 1 al mondo è certamente una sfortuna; vero che poteva andare peggio (Roberta Vinci l’ha incrociata agli ottavi), ma siccome il ranking WTA tiene conto dei risultati degli anni precedenti la Errani uscendo anche solo al prossimo turno perderebbe comunque punti. Al di là di questi discorsi, Sara si gioca oggi la possibilità di centrare la terza semifinale Slam della carriera, tutte in un anno: del Roland Garros 2012 abbiamo parlato, poi ci sono stati anche gli Us Open dove la bolognese, per l’appunto, è stata eliminata da Serena Williams, non prima di aver messo in riga, tuttavia, Dominika Cibulkova e ancora Angelique Kerber. Dal canto suo la Radwanska, due anni meno di Sara, agli Open di Francia ha già raggiunto il suo miglior risultato: prima di oggi aveva raggranellato solo gli ottavi di finale (in tre occasioni) e lo scorso anno la sua corsa si era fermata al terzo turno con una sconfitta netta contro la Kuznetsova.
Sara Errani ha raggiunto la posizione più alta di sempre in classifica: il numero 5 della classifica mondiale non è record italiano solo perchè Francesca Schiavone è stata numero 4 (e lo è stato anche Adriano Panatta). A proposito: la Leonessa, eliminata ieri da Victoria Azarenka, resta l’unica tennista azzurra ad aver mai vinto uno Slam, per l’appunto il Roland Garros nel 2010 (con finale persa l’anno seguente). La Errani ha tutti i numeri per pareggiare l’exploit, ma resta come la sensazione che contro giocatrici fisiche che picchiano da fondo campo vada sotto senza troppe possibilità di reagire. Paga sicuramente un fisico minuto (164 cm) e un servizio che di conseguenza non può essere incisivo, ma la sua grande tecnica, affinata dai successi del doppio, la rende ostica per chiunque, perchè ha una grande varietà di soluzioni e soprattutto ha il grande pregio di far giocare male le avversarie, mettendo in crisi le loro certezze con traiettorie inaspettate che impediscono di forzare lo scambio dal fondo. Il capolavoro a questo torneo è la vittoria degli ottavi contro Carla Suarez Navarro, che l’aveva battuta in Australia al primo turno: nonostante problemi al bacino – dovrebbe averli superati – Sara è riuscita a imporsi in tre set. “Rispetto a quella partita devo alzare il livello”, ha detto. Prima, aveva eliminato senza penare Arantxa Rus, Yulia Putintseva e Sabine Lisicki, dimostrando che ormai contro queste giocatrici ha poco da temere. Oggi però la storia è diversa: Agnieszka Radwanska è forse la giocatrice più simile a lei in tutto il circuito. La polacca non tira forte, non cerca di scardinarti da fondocampo e non ha un colpo che si possa definire letale, ma difensivamente è un muro e gioca colpi che mettono in crisi. Insomma: come Sara, ha la qualità di peggiorare il gioco altrui. Sono famosi i suoi colpi praticamente sulle ginocchia, quando si abbassa in maniera quasi innaturale per recuperare palle che pochi altri raggiungerebbero. Qui ha fatto fuori Shahar Peer, Mallory Burdette, Dinah Pfizenmaier e Ana Ivanovic; il suo miglior risultato in uno Slam resta la finale di Wimbledon nel 2012, quando ha anche strappato un set a Serena Williams; per due volte ha fatto i quarti agli Australian Open, e dopo l’exploit londinese è arrivata fino al numero 2 del ranking WTA, che però ha tenuto poco (già a fine anno era al quarto posto). Sulla terra ha vinto due tornei (l’ultimo a Bruxelles lo scorso anno): forse non è la sua superficie preferita, ma in generale è avversaria tosta e temibile. Sara Errani si è data il 40% di possibilità di vincere (ritrattando: inizialmente, aveva detto 50 e 50): senza voler mancare di rispetto (Sara è giustamente stata scaramantica) e volendo essere realisti ci atteniamo alla prima previsione e diciamo che si parte alla pari (clicca qui per l’intervista esclusiva a Davide Sanguinetti). Poi, come sempre accade, i dettagli faranno la differenza. Non resta dunque che dare la parola al campo centrale del Roland Garros e vedere come finirà: la diretta di Errani-Agnieszka Radwanska sta per cominciare…
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