Il Napoli passa sul difficile campo del Bentegodi: finisce 3-0 per i partenopei che grazie a questa vittoria tengono il passo di Juventus e Roma e completano un girone d’andata altamente positivo. Per gli scaligeri seconda sconfitta interna in stagione: alla prova del nove contro una big il Bentegodi non ha retto, ma la squadra di Andrea Mandorlini ha giocato meglio di quanto racconti il punteggio finale, forse troppo severo. Ad ogni modo il Napoli sale a quota 42 punti in classifica e lascia il Verona sesto a 32, in attesa dell’impegno dell’Inter che può effettuare il sorpasso. Tra due squadre che sanno giocare a calcio e sono a trazione offensiva non poteva che venir fuori una partita interessante e ad alto ritmo. Così è, anche per merito del Verona che accetta la sfida e non si rintana dietro per aspettare di colpire. I tre gol sono tutti di ottima fattura, pertanto non ci possiamo lamentare. Non sarà una sconfitta di quelle devastanti per come è arrivata, ma tre gol subiti in casa hanno sempre il loro peso. Il Verona di fatto non è riuscito a concretizzare la sua manovra come ha fatto in altre occasioni, e dietro ha concesso troppo a giocatori che hanno bisogno anche solo di mezzo centimetro per fare male. Vittoria di autorità su uno dei campi più difficili della Serie A: a Benitez serviva questo, tre punti esterni per dimostrare che il suo Napoli può stare con le prime due e giocarsela fino in fondo. Arrivano risposte da tutti, e in più c’è anche il primo gol italiano in campionato: un ottimo modo per chiudere il girone d’andata. Solo due ammoniti all’interno di una partita che si preannunciava come difficile per la tensione in campo: Doveri amministra bene e lascia giocare tanto, con il risultato che la partita prende slancio e diventa aperta e veloce.
Il Napoli chiude in vantaggio di una rete il primo tempo della sfida al Bentegodi contro l’Hellas Verona, valida per la diciannovesima giornata di Serie A, l’ultima del girone di andata. Di fronte a uno stadio strapieno, è la formazione guidata da Andrea Mandorlini a partire in quarta e a dominare il primo quarto d’ora di gioco, producendo numerose incursioni e cercando molto spesso Luca Toni a centro area. Proprio quando il Napoli sembrava accusare l’atteggiamento estremamente offensivo dei padroni di casa, ecco il guizzo strepitoso di Mertens che, dopo aver raccolto il pallone al limite dell’area, si porta la sfera sul destro e lascia partire un tiro a girare su cui Rafael non può nulla. La squadra di Benitez passa in vantaggio al minuto 26 e la partita cambia completamente: il Verona, infatti, dopo un avvio di gara scoppiettante, accusa il colpo e fatica a reagire, permettendo agli undici azzurri di approfittarne e di rendersi ancora più pericolosi. Ci pensa prima Higuain a far tremare lo stadio con un velenoso tiro a incrociare che si spegne sul fondo a pochi centimetri dal palo, mentre poco dopo Callejon scalda le mani all’estremo difensore avversario con un destro che viene deviato. Dopo quarantacinque minuti di gara diretti senza sbavature, l’arbitro Doveri della sezione arbitrale di Roma 1 manda tutti negli spogliatoi senza concedere recupero. sempre presente sulla fascia, cerca in tutti i modi di rendersi pericoloso e di servire Luca Toni a centro area. dopo il vantaggio avversario si innervosisce e si rende protagonista di due brutte entrate che Doveri decide comunque di non sanzionare con il cartellino giallo. il gol al 26esimo minuto è un capolavoro. Si rende pericoloso in altre due occasioni. poche sbavature, ma nei primi minuti di gioco pasticcia col pallone in area rischiando di regalare la sfera a Toni, in agguato a due passi. Alla fine l’argentino si salva.
Come al solito fa la sua parte, respingendo al mittente Callejon, Mertens e Insigne. I tre gol non sono responsabilità sua.
Travolto da Mertens che prende fiducia dopo il gol e gli nasconde sempre il pallone, può fare poco per dare una mano.
Gli gira la testa: vede maglie azzurre dappertutto e non ha la velocità per farvi fronte. Su secondo e terzo gol paga dazio.
Qualcosa in più, ma davvero poco. Anche lui è responsabile di cattivi piazzamenti e non può arginare la furia dei partenopei.
Inizia bene, ma Callejon è cliente furbo e ostico e più volte lo prende di infilata. Una volta ci mette una pezza Rafael, l’altra no e Insigne-Mertens vanno in porta.
Il solito leone che dà tutto sul campo, rincorrendo avversari e provando a rendersi pericoloso nell’area avversaria. Non basta.
Se ha giocato contro il suo futuro lo scopriremo a breve, nel frattempo dispensa la solita saggezza in mezzo al campo e non spreca mai un pallone.
Dura la vita là in mezzo: non ha il passo per tenere Dzemaili e raddoppiare sugli esterni, finisce con il commettere falli e arrancare.
( Non è colpa sua: entrare a gara in corso quando le cose stanno in questo modo è dura per tutti)
Stavolta il talentino d’Argentina non fa partire il suo motore: qualche accelerazione, ma sono gocce nel deserto e come esse si perdono.
La volontà di far bene non gli manca: il solito lavoro sporco lo garantisce e Fernandez va in apnea spesso e volentieri. Tuttavia non punge come in altre occasioni. (80′ DONADEL sv)
Uno dei più brillanti, ci prova in continuazione con azioni in velocità che però non trovano sbocchi. ()
All. MANDORLINI 6 Dimostra che il suo Verona non arretra di fronte a nessuno, come già aveva fatto contro la Juventus e in altre occasioni. Però, deve risolvere i problemi in difesa: è quinto in campionato e solo quattro squadre hanno subito più gol. Leggendola al contrario ha un attacco straordinario, ma dove sarebbe avendo subito di meno?
Come il suo omonimo e collega di ruolo non tentenna mai. In più, non prende gol ed è in crescita costante.
Una gran partita, sembra essere tornato indietro di qualche anno. Dietro è impeccabile, davanti consegna a Insigne la palla dello 0-2. Si ricandida per la Nazionale.
In particolare nel primo tempo soffre tantissimo contro una vecchia volpe come Toni, poi un po’ gli prende le misure; ma la sua prova non è brillante.
Anche lui appare lievemente più confusionario rispetto al solito, però va un po’ meglio del compagno.
Spunti sulla fascia, velocità e presenza, ma è tutt’altro giocatore rispetto a quanto si era visto a Udine. E Zuniga sta per rientrare…
Gioca al rallentatore: Jorginho gli mangia in testa con irrisoria facilità. Anche lui non è più quello di Udine: che si avvicini una cessione? ()
Lui invece non sbaglia un colpo: ogni stagione parte riserva e si ritrova titolare. Un altro gol e una corsa che non si esaurisce mai.
A volte si nasconde nelle pieghe della partita, non oggi: sfiora il gol con un bello spunto, avvia l’azione del 3-0, è sempre presente con giocate che fanno ammattire Agostini.
Questa volta non gira: giustamente è il primo sostituito da Benitez, il suo problema resta la continuità.
( All’ultima di andata trova il primo gol in campionato, che è anche il primo di un italiano per il Napoli: esaurita la maledizione, da qui può esplodere)
Piatto forte dell’inverno partenopeo. Il belga, partito a rilento, è diventato decisivo: gol a giro sul palo lungo, qualità inesauribile, polmoni per due. E adesso, chi lo toglie più?
Fornisce una prestazione “alla Cavani”: generosità al servizio della squadra, cui non fa mancare qualche conclusione velenosa che però non trova fortuna.
All. BENITEZ 7 Coglie una vittoria importante e soprattutto dimostra che con il turnover ci sa fare: in molti avevano dubbi, ma così i suoi sono sempre sulle spine e si sbloccano. Come Mertens e Insigne: bravo lui ad aspettarli.
(Claudio Franceschini)