Di tatuaggi, Mauricio Pinilla ne aveva già tanti; ma quello che ha scelto di farsi recentemente sulla schiena ha un significato particolare e che resterà per sempre indelebile. Si tratta infatti dell’azione che avrebbe potuto cambiare la storia; sua, del suo Paese e dei Mondiali 2014. Ultimo minuto dell’ottavo di finale Brasile-Cile: Pinilla controlla un passaggio in arrivo dalla trequarti, resiste all’attacco del difensore e spara un destro a colpo sicuro. Julio Cesar non ci arriva e si gira a guardare la traiettoria; può fare solo quello. La sfera viaggia e viaggia, e centra infine la traversa: fosse stato gol, i verdeoro non avrebbero avuto più tempo per cercare il pareggio e sarebbero stati clamorosamente eliminati dalla Coppa del Mondo, quella che aspettavano da ben 64 anni. Per Pinilla, un lungo incubo: sarà lui il primo cileno a sbagliare dal dischetto, consegnando la vittoria al Brasile. Molti avrebbero scelto di non pensarci più, seppellire il ricordo di quella traversa chissà dove nel subconscio; non lui, che si è invece tatuato quel pallone che si stampa sul legno per ricordare quello che poteva essere e non è stato. “A un centimetro dalla gloria”, la frase che accompagna il disegno: proprio così, è stato un solo, maledetto centimetro.
La ha preso la sua decisione sulla rissa scoppiata nel tunnel degli spogliatoi dell’Estadio Mineirao di Belo Horizonte durante l’intervallo di Brasile-Cile, ottavo di finale di Coppa del Mondo 2014. A pagare per tutti è stato, dopo aver visionato le immagini, Rodrigo Paiva: il capo ufficio stampa della nazionale brasiliana che avrebbe sferrato un pugno a Mauricio Pinilla. Una giornata di squalifica; e l’attaccante del Cagliari, saputo della sanzione, ha scaricato tutta la sua rabbia su Twitter paragonando l’episodio all’ormai celeberrimo morso di Luis Suarez ai danni di Giorgio Chiellini, costato al Pistolero nove giornate di squalifica più quattro mesi di interdizione dai campi di gioco. “Per un morso Suarez rischia la carriera” ha scritto Pinilla. “Un capo ufficio stampa una partita per un pugno in faccia? FIFA??”. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro, ma Pinilla lo fa: “Esigo dalla FIFA una sanzione esemplare per Rodrigo Paiva, che mi ha sferrato un pugno nel tunnel senza alcun motivo. Deve essere identica a quella del mio collega Suarez”. E ancora: “Questo signore è un delinquente, l’accaduto è ancora più grave del caso Suarez-Chiellini! Le immagini ci sono e sono chiare”. La FIFA però la pensa evidentemente in un altro modo…
La ha annunciato, per bocca della sua portavoce Delia Fisher, un’indagine sui fatti occorsi nel tunnel degli spogliatoi dell’Estadio Mineirao di Belo Horizonte, nel corso dell’ottavo di finale Brasile-Cile. “Ci sono stati problemi” ha detto “la commissione disciplinare è già al lavoro ed è l’unico organo competente per comminare eventuali sanzioni. Abbiamo immagini di quanto è accaduto e verranno ovviamente visionate”. Queste le dichiarazioni; ma cosa è successo sabato pomeriggio? Qualcosa effettivamente si era vista: appena dopo il fischio di fine primo tempo c’era stato un battibecco tra Fred e Gary Medel. Un tentativo di spiegazione da parte dell’attaccante del Brasile non accettato dall’avversario. Sembrava finita lì; e invece la federazione cilena denuncia adesso un parapiglia avvenuto nel tunnel, con tanto di pugni e spintoni. Sebastian Beccacece, uno degli assistenti del CT della Roja Jorge Sampaoli, avrebbe ricevuto qualche spinta da Rodrigo Paiva (addetto stampa dei verdeoro) e Paulo Paixao (preparatore fisico) e addirittura Mauricio Pinilla si sarebbe visto rifilare un pugno dallo stesso Paiva. Anche Howard Webb, arbitro della partita, sarebbe intervenuto per riportare la calma; ma ora il Cile chiede che siano presi provvedimenti, che naturalmente non serviranno per riportare la Roja in corso nel Mondiale ma potranno comunque fare eventuale giustizia. Tra l’altro sembra che non sia nemmeno la prima volta: anche nel 2002, nella semifinale contro la Turchia, era successo qualcosa di simile. Non va poi dimenticato quanto accaduto nel corso della finale di ritorno di Copa Sudamericana 2012 tra Sao Paulo e Tigre: allora gli argentini si erano addirittura rifiutati di giocare il secondo tempo affermando di essere stati aggrediti fisicamente e minacciati con armi da fuoco addirittura dalle forze di polizia brasiliane. Insomma: il Brasile rischia qualcosa di grosso? Da quanto si apprende è possibile che possa arrivare una squalifica per i due assistenti di Felipe Scolari; non sembra infatti che siano coinvolti giocatori. Però, dovremo aspettare che la FIFA visioni tutte le immagini e prenda poi una decisione.