L’Italia si fa raggiungere a 2 minuti dalla fine dalla Romania nell’ultima amichevole dell’anno, che termina sul 2-2 al Dall’Ara di Bologna: dopo il vantaggio iniziale di Stancu, reazione azzurra concretizzata dal rigore di Marchisio e dal primo gol in Nazionale dello sfortunato Gabbiadini che poi uscirà infortunato prima della beffarda conclusione ravvicinata di Andone nel finale. Si riparte, nel 2016, dal doppio test con Germania e Spanga, con vista Europeo.
Parte da 5 secco, raggiunge il 7 nel suo momento migliore schiacciando indietro la Romania e poi chiude con la sufficienza piena ma che non può bastare: come ha detto Conte nel post match, queste partite bisogna vincerle. Punto.
Sorprende gli azzurri in avvio per poi rifugiarsi in una resistenza spesso passiva e fallosa. Non meritava certo di pareggiare, ma la zampata finale è comunque indice di carattere.
Con l’espulsione (e rigore per l’Italia) a fine primo tempo, visto il fallo evidente di Chiriches su Eder, sarebbe stata tutta un’altra partita. Indovina poi le decisioni più importanti della ripresa ma nuovamente, sul gol rumeno e stavolta per colpa del guardalinee, cade in un fuorigioco non sanzionato, a dire il vero abbastanza complicato. Serata difficile.
Al termine di un primo tempo strano e condizionato anche dal clima mesto e triste che avvolge anche il calcio in queste ore, l’Italia è sotto per 0-1 contro la Romania allo stadio Dall’Ara di Bologna. Pronti via ed è subito gol di Stancu (voto 6): errore grossolano di Darmian (voto 5,5) e Barzagli (voto 5), che si scontrano lasciando il pallone nella disponibilità della punta rumena, in area di rigore. Destro imparabile per Buffon (voto 6) e ospiti in vantaggio.
Le conclusioni di Torje (voto 6) e la solidità a centrocampo dove Pantilii e Hoban (voto 6 di coppia) menano e non poco permettono alla Romania di guidare il match senza problemi per la prima metà di frazione, con l’Italia confusa e completamente priva di lucidità nelle scelte d’attacco. Poi gli azzurri si svegliano e le possibilità per pareggiare arrivano copiose: diversi i falli di difensori e mediani avversari su Eder (voto 6), per questi 45 minuti sicuramente molto più positivo di Pellè (voto 5); tantissimi anche i corner, puntualmente non sfruttati però dagli uomini di Conte. Dopo lo spunto di El Shaarawy (voto 6,5), ad un passo dal gol, ecco proprio nel finale l’occasione più evidente: Chiriches (voto 5) stende Eder in piena area, un fallo che costerebbe al centrale sia il rigore per l’Italia sia l’espulsione. L’arbitro sorvola ed è il sipario sul primo tempo, che termina dunque con il vantaggio rumeno.
Rialza la testa e la sua valutazione nel finale, meritando anche il gol del pari. Restano un approccio molto negativo – seppur giustificato anche dalle continue notizie (ultime quelle provenienti da Hannover) che stanno arrivando – ed una mancanza di lucidità in avanti abbastanza atipiche. Bel duello con Sapunaru, che lui non vince sempre ma che lo porta più volte in zona pericolosa, sia per gli assist che per provare la conclusione. Il pasticcio, in coppia con Darmian, che apre la porta a Stancu non è da lui. Un paio di interventi precisi nel finale incoraggiano, fin lì era stato irriconoscibile
Non impressiona ma sfrutta bene in particolare i difetti emersi tra le fila avversarie. Dimostra grande voglia di vincere e agonismo, anche oltre… l’amichevole. Lui e Torje sono i migliori nel primo quarto d’ora, la frazione di gioco che porta anche alle occasioni migliori per la Romania. Ha il merito, finora decisivo, di fare gol, il che non è un dettaglio. Favorito dalla lentezza di Pellè, perde le misure su Eder in un paio di casi e nel recupero ci stavano rigore ed espulsione. L’arbitro lo salva. (Luca Brivio)
Italia
Una grande parata su Torje nei primi minuti e poco altro da segnalare, visto che lascia spazio al collega Sirigu nella ripresa.
Meno positivo e trascinante del solito, oltre ad essere protagonista del gol incassato nel primo tempo risulta tra i peggiori dell’Italia.
Non ha nelle sue corde la serpentina con cross incorportato. Può arrivarci, ma il ruolo di terzino non sembra propriamente l’ideale per lui, in questo momento della carriera.
Prova qualche verticalizzazione, da elemento fondamentale per il gioco di Conte, senza trovare in Pellè particolare collaborazione.
Recupera a fatica nel corso della ripresa, dopo l’erroraccio iniziale sul gol di Stancu.
Il solito peperino tutta corsa e cross taglienti. Sempre tra i top per rendimento, nella Roma e in azzurro.
Trasforma il calcio di rigore dell’1-1 parziale e prova qualche conclusione dalla distanza, ma non convince totalmente, nonostante sia pienamente sufficiente come giudizio.
Anche lui poco presente in appoggio alle punte e negli inserimenti, ovvero nei suoi punti di forza.
Conferma il trend positivo in azzurro, con Florenzi è punto di riferimento importante in posizione di ala vecchio stampo. Più volte vicino al gol.
Giustamente sostituito, primo vero passaggio a vuoto in Nazionale. L’entrata di Okaka scuote ulteriormente l’Italia.
Aziona tardi la sua velocità ma quando accelera è imprendibile. Grigore lo stende, così come aveva fatto Chiriches, restando impunito. Una freccia.
E’ vero, l’intervento d’istinto su Chiriches è apprezzabile, ma il successivo tap in di Andone lo rende inutile.
Tra i subentranti è il meno “impattante” anche se disputa comunque uno spezzone di partita sufficiente.
Entra con il fuoco dell’agonismo in corpo, come se fosse una finale o un test decisivo. Un atteggiamento molto positivo, visto anche il confronto impietoso con la brutta prova di Pellè.
Nel suo ex stadio (che l’ha a lungo applaudito) riesce a trovare il primo gol in Nazionale, rovinando però la gioia per la rete con un infortunio che lo costringe ad alzare subito bandiera bianca. Guai alla caviglia, il Napoli storce il naso…
All.CONTE 6,5: Parte piano come la squadra, per poi entrate totalmente nel clima agonistico ed esprimere al 90° tutta la sua delusione per il pari. E’ un’assicurazione, al di là dei modi spesso fastidiosi di porsi.
Romania
Nessun miracolo ma tanta sicurezza in uscita e negli interventi di ordinaria amministrazione.
Il mismatch con El Shaarawy non lo vede trionfare, anzi soffre parecchio il confronto. Ma le chiusure in diagonale difensiva salvano spesso i suoi.
Non doveva rientrare in campo dopo l’intervallo, visto che era da cartellino rosso per fallo su Eder in chiusura di primo tempo. Si guadagna mezzo punto però partecipando all’azione del 2-2 di Andone.
Come Chiriches non legge mai nemmeno la targa di Eder, affondandolo in area sul rigore che porta all’1-1 parziale. Difficoltà concrete e profonde.
E’ lui a tenere in gioco, anche se di poco, Gabbiadini sul gol del 2-1 parziale. Serata di inseguimento continuo, sulle discese di Florenzi.
Commette fallo tattico dopo pochi minuti di gioco, il che fa capire quanto la Romania ci tenga a fare risultato. Mediano di grande sostanza.
Come Hoban, piazzato nel cuore del centrocampo, alza il muro e condiziona parecchio la prova di Marchisio e Soriano.
Avvio promettente, con tiri dalla distanza e azioni palla al piede sull’out di destra. Poi spegne piano piano il motore, fino al cambio.
Si vede pochissimo e giustamente il suo tecnico decide di cambiarlo già durante l’intervallo.
Copia incolla del giudizio appena espresso per Keseru, aumentando se possibile la trasparenza della prestazione.
Tra i più attivi della Romania, segna e prova anche a fare bis nella ripresa con un’incursione personale.
Continua sulla traccia lasciata (si fa per dire) da Keseru e Budescu. Ovvero si vede pochino.
Il migliore con Stancu, certamente il migliore tra i nuovi entrati a partita in corso. Nonostante gli anni si facciano sentire è il più pericoloso.
Oltre al gol (che gli vale mezzo punto ulteriore), di grande caparbietà e da bomber d’area, diventa riferimento offensivo importante dopo il suo ingresso.
All.IORDANESCU 6: Affronta la partita come se fosse un match ufficiale e festeggia con i tanti tifosi rumeni sugli spalti il pari allo scadere. La sua squadra è scorbutica e “dura”, ha carattere.
(Luca Brivio)