La settima tappa del Giro dItalia era attesa da molti con curiosità, soprattutto per la lunghezza del percorso, 267 km, una classica più che una tappa del Giro. Verrà ricordata per la vittoria di Diego Ulissi sul traguardo di Fiuggi ma alla partenza, dopo la caduta che aveva interessato la maglia rosa Alberto Contador, le domande che giravano tendevano tutte a cercare di capire le condizioni del “pistolero”. Tanti erano perciò gli spunti alla partenza, e molti di questi sono stati risolti durante i km che hanno portato il gruppo da Grosseto a Fiuggi.
Già dai primi km il gruppo mantiene unandatura molto tranquilla. Al km 32 il primo colpo di scena: vanno in fuga 4 corridori, Marco Bandiera, Nicola Boem, Nikolay Mihaylov e Pierpaolo De Negri, i big lasciano fare soprattutto in virtù del fatto che ancora mancano oltre 200 km allarrivo. Le squadre principali si portano in testa, e fa veramente bene al ciclismo limmagine della Tinkoff che scorta il suo capitano, proteggendolo da eventuali altri rischi di cadute. A 100 km dallarrivo il ritmo rimane lento, sembra quasi di assistere a una scampagnata domenicale, il gruppo dei fuggitivi ha 11 minuti di vantaggio, ma il gruppone fino adesso non ha tirato minimamente. Le uniche osservazioni interessanti sono relative a un fastidioso vento che spesso è contro i ciclisti. A 80 km dallarrivo si registra uno scatto, il motivo è la presenza dellunico GPM quello di Monterotondo, nellordine transitano De Negri, Bandiera e Boem.
Si avvicina larrivo e le grandi squadre iniziano a prendere la testa della corsa e ad alzare landatura, il vantaggio dei quattro di testa scende a meno di 5 minuti. Buona la risposta di Contador che anche se fa notare una postura abbastanza “ingessata”, si alza spesso sui pedali evidenziando una buona tenuta fisica. A 30 km dal traguardo la fuga è virtualmente terminata, i 4 hanno ancora 1 minuto ma il gruppo fornisce la sensazione di poterli riprenderli quando vuole, i fuggitivi sono infatti praticamente esausti. A 20 km dal traguardo il gruppo raggiunge 3 dei 4 corridori, lunico che ancora resiste è Mihaylov della CCC, il suo vantaggio però è appena di 15 secondi. Nel gruppone finita la possibilità di rifornirsi dalle ammiraglie, siniziano a fare i giochi che porteranno allo sprint finale. Dopo aver ripreso anche lultimo dei fuggitivi, le squadre maggiori alzano il ritmo, laltimetria porterà i corridori ai circa 700 metri ma la strada è piena di piccoli strappi che possono minare la compattezza del gruppo. Tutti si aspettavano uno scatto a una decina di km dallarrivo, ma i corridori probabilmente sono stanchi dalla lunghezza della tappa, e fino al km finale nessuno si muove. Agli ultimi 400 metri inizia una leggera salita con una pendenza del 4%, le squadre si aprono a ventaglio cercando di tirare la volata per i loro capitani. Buona luscita di Diego Ulissi (Lampre-Merida) che è pronto a sfruttare lo stop del suo teorico capitano Sacha Modolo, rimasto imbottigliato dagli sprinter. Ulissi vince, in sette ore e 22 minuti (con una media di oltre 35 km/h), in volata su Juan Lobato (Movistar) terzo Simon Gerrans (Orica GreenEdge). Bellissima lesultanza dellitaliano che ritorna alla vittoria dopo 9 mesi di stop.
Le dichiarazioni del vincitore hanno evidenziato la sua gioia nellessere tornato alla vittoria dopo la squalifica, Ulissi ha tenuto a ringraziare il suo DS che lo ha sempre spronato a continuare negli allenamenti, ed ha creduto in lui anche nei momenti bui. Contador ha invece voluto spiegare la sua innaturale postura durante la premiazione, il “pistolero” non ha nascosto di avere un forte dolore soprattutto al braccio sinistro, le sue dichiarazioni non lasciano ben sperare in vista della tappa di oggi che porterà il gruppo alle prime salite impegnative verso l’arrivo di Campitello Matese. Soddisfazione invece per Fabio Aru, come il solito da buon leader ha voluto ringraziare tutta lAstana, soprattutto per la compattezza, che ha evidenziato anche in questo lunghissimo tappone.