Doveva essere una tranquilla tappa in linea per velocisti, in attesa della cronometro di Valdobbiadene, e invece la tredicesima tappa, 147 km da Montecchio Maggiore a Jesolo, ha stravolto la classifica generale del Giro d’Italia 2015 proprio quando nessuno se lo sarebbe mai aspettato. La corsa, quasi costantemente sotto la pioggia, è stata animata da alcuni tentativi di attacco che, però, sono stati immediatamente bloccati dalle squadre dei velocisti che volevano evitare una situazione simile a quella accaduta nella tappa di Forlì, quando i fuggitivi, calcolando i tempi meglio del gruppo, sono riusciti ad arrivare al traguardo e hanno impedito ai velocisti di giocarsi la vittoria di tappa. Tre battistrada sono riusciti infine a prendere il largo, intorno al ventesimo chilometro di gara: Marco Frapporti della Androni Sidermec (che per l’ennesimo giorno è riuscita ad inserire un proprio uomo nella fuga), Cédric Pineau della Fdj e Rick Zabel del BMC Racing Team. Il gruppo però gli ha concesso un vantaggio massimo di 2 minuti e 30 secondi ma non li ha fatti andare oltre. Il distacco dei tre è stato tenuto sempre sotto controllo dalle squadre dei velocisti, in particolare la Trek Factory Racing e il team Sky che puntavano rispettivamente alla vittoria di Giacomo Nizzolo, la prima, e di Elia Viviani, la seconda. Quando ormai mancavano 15 chilometri al traguardo i tre battistrada sono stati riassorbiti dal gruppo che ha iniziato a prepararsi per la volata finale. A poco più di 3 km dalla linea di arrivo, una caduta ha creato un grosso buco nel gruppo. I velocisti davanti hanno proseguito a gran velocità, mentre dietro restavano attardati sia Alberto Contador, maglia rosa e leader della corsa, e anche uno sfortunatissimo Richie Porte. Entrambi hanno dovuto ripiegare sulla bicicletta di un compagno di squadra. Intanto davanti la Trek, sbagliando i tempi, ha lavorato troppo presto, lasciando poi tutto lo spazio al treno della Lampre Merida che ha preso in mano le sorti della volata lanciando sulla linea del traguardo a braccia alzate un Sacha Modolo finalmente vittorioso, che ha preceduto Nizzolo e Viviani. Bravo anche l’italiano Nicola Ruffoni della Bardiani Csf che è riuscito a centrare la top ten piazzandosi in ottava posizione. Nel gruppetto arrivato a quattro secondi dai primi c’era anche Fabio Aru, nonostante la maggior parte della sua squadra fosse rimasta attardata a causa della caduta. Contador è arrivato al traguardo con 39 secondi di ritardo e per questo ha dovuto cedere la maglia di leader al corridore sardo dell’Astana.
Ai microfoni televisivi, Modolo non riusciva a contenere la gioia per una vittoria tanto cercata. Finalmente è arrivata la sua prima vittoria al Giro. Una gioia ancora più grande è quella di Fabio Aru con la maglia rosa sulle spalle. tranquillo il ragazzo sardo, non vuole esaltarsi troppo presto, ma il sorriso a trentadue denti che ha stampato sulla faccia lascia intendere tutt’altro. “Ho imparato che in tappe come questa bisogna sempre e comunque fare molta attenzione. Voglio ringraziare tutta la mia squadra che ha lavorato tanto per tenermi davanti tutto il tempo e farmi evitare eventuali cadute. sicuramente una bellissima emozione indossare la mia prima maglia rosa. Soprattutto dopo che ieri ho avuto una giornata piuttosto difficile. Oggi però mi sentivo decisamente meglio. Domani sarà un girono molto importante e nella crono cercherò di andare a tutta”.
Una classifica generale, condizionata dalla caduta di oggi, vede Fabio Aru indossare la prima maglia rosa della sua vita (è bene però ricordare che il ragazzo sardo ha solo 24 anni). Una maglia rosa che Alberto Contador ha dovuto lasciare a malincuore e che ora dista 19 secondi da lui. Il terzo in classifica è ancora un uomo dell’Astana, lo spagnolo Mikel Landa che accusa un ritardo di 1 minuto e 14 secondi dal suo capitano. Roman Kreuzinger, compagno di squadra del pistolero Contador, occupa la quarta posizione con un ritardo di 1 minuto e 38 secondi, mentre in quinta posizione c’è Dario Cataldo, altro gregario di Aru, a 1 minuto e 49 secondi. Il colombiano della Etixx-Quickstep, Rigoberto Uran, nonostante la sfortuna che lo ha accompagnato durante questa prima parte del Giro d’Italia, riesce a restare ancora ben attaccato alla classifica con un sesto posto a 2 minuti 02 secondi che non lo tiene fuori dalla lotta per il podio e, perché no, per la vittoria finale. Lo segue subito dietro, in settima posizione, a 2 minuti e 12 secondi Damiano Caruso della BMC che fino ad ora ha disputato un ottimo Giro. In ottava e nona posizione due uomini della Movistar, rispettivamente Andrey Amador, con un ritardo di 2 minuti e 21 secondi dalla maglia rosa, e il nostro Giovanni Visconti, con un ritardo di 2 minuti e 40 secondi.
La maglia rossa del leader della classifica a punti torna oggi sulle spalle di Elia Viviani, dopo che Nicola Boem gliel’aveva sfilata andando a vincere la tappa di Forlì. Il corridore del Team Sky è ora a pari punti (119) con Giacomo Nizzolo, che, però, si deve accontentare del secondo posto in virtù della vittoria di Genova da parte di Viviani. Mentre Boem scende al terzo posto, grazie ai 50 punti conquistati oggi, risale in quarta posizione Sacha Modolo, che scavalca il tedesco della Lotto Soudal André Greipel, in quinta posizione. La maglia azzurra del leader del Gran Premio della Montagna è saldamente sulle spalle di Beñat Intxausti del Team Movistar che con 61 punti precede in classifica Simon Geschke a 53 e il colombiano della Ag2r La Mondiale Carlos Alberto Betancur a 46 punti. Anche la maglia bianca di leader della classifica del miglior giovane è sulle spalle di Aru. Il secondo in classifica, Davide Formolo, del Team Cannondale-Garmin, ha 3 minuti e 59 secondi di ritardo dal leader, mentre il terzo Johan Esteban Chaves, dell’Orica Green-Edge, ha addirittura oltre 43 minuti di ritardo.