il vincitore del Giro d’Italia 2015, dopo 21 tappe ricche di colpi di scena. Per il forte corridore spagnolo si tratta del secondo Giro vinto, dopo quello del 2008, a cui si aggiungono altri cinque Grandi Giri (Tour de France 2007 e 2009 e Vuelta a España 2008, 2012 e 2014).
Contador era il favorito della vigilia ed è riuscito a confermare il pronostico, correndo in maniera intelligente. Il primo mattoncino lo ha posto già al primo giorno, quando con la sua Tinkoff-Saxo si è piazzato al secondo posto della cronosquadre inaugurale, guadagnando qualche secondo sui possibili rivali in classifica. Dopo essersi difeso nella terza e quarta tappa dai tentativi del suo principale avversario Fabio Aru (Astana) di guadagnare secondi, alla fine della quinta frazione, da La Spezia all’Abetone, lo spagnolo ha conquistato la Maglia Rosa. Il giorno successivo, però, Contador è finito per terra a pochi metri del traguardo a causa di uno spettatore sportosi con la propria macchina fotografica oltre le recinzioni. Il referto medico parlava di sublussazione alla spalla sinistra, e il Giro dello spagono è sembrato essere a rischio per alcune ore.
Il mattino dopo invece il corridore spagnolo è riuscito a ripartire, pur con molto dolore, e a difendere il proprio primato in classifica, mantenuto poi senza troppi patemi d’animo nelle tappe successive. Nella dodicesima frazione, inoltre, sul traguardo del Monte Berico, ha voluto dare una dimostrazione di forza, assestando un attacco a pochi metri dal traguardo. Giunto secondo alle spalle di Philippe Gilbert (BMC), ha guadagnto preziosi secondi in classifica, grazie anche all’abbuono, e dimostrato di aver smaltito in fretta l’infortunio di pochi giorni prima. Il giorno dopo però è giunta una nuova doccia gelata per Contador, coinvolto in una caduta a poco più di tre chilometri dal traguardo di Jesolo. Questa volta lo spagnolo non ha riportato conseguenze, ma è giunto comunque attardato, lasciando la Maglia Rosa sulle spalle di Aru per 19 secondi. Solo un giorno, però, e per Contador è arrivata la riscossa: nella lunga cronometro individuale di quasi sessanta chilometri da Treviso a Valdobbiadene, il corridore è giunto terzo alle spalle di Vasil Kiryienka (Team Sky) e Luis Leon Sanchez (Astana), infliggendo distacchi enormi a tutti gli avversari e riprendendo la vetta della classifica.
Nonostante l’altrimetria spaventosa delle successive tappe, e pur abbandonato spesso dalla sua squadra nei momenti clou, Contador ha messo in mostra una regolarità incredibile, danzando sui pedali come suo solito sulle salite di Madonna di Campiglio e del Mortirolo, dove ha compiuto una grande impresa rimontando tutti gli avversari dopo essere stato staccato nella discesa dopo il primo passaggio dall’Aprica a causa di un problema meccanico. Un’impresa che resterà negli annali del ciclismo, che gli ha permesso di staccare in modo decisivo Fabio Aru, scavalcato al secondo posto – temporaneamente – da Mikel Landa, vincitore in entrambe le prime tappe alpine. Grande spettacolo anche nella tappa verso Verbania, con l’attacco ad oltre 40 km dall’arrivo sulla salita inedita del Monte Ologno, con il quale ha di fatto spento le ultime ambizioni di successo finale della coppia dell’Astana.
Il vantaggio enorme acquisito gli ha permesso di controllare senza troppa fatica nella diciannovesima frazione, da Gravellona Toce a Cervinia, vinta da Aru. Il giorno successivo però un brivido ha percorso la schiena del padrone della corsa: durante la tappa da Saint Vincent al Sestriere, nell’ultima fatica prima della passarella finale, lungo l’ascesa del Colle delle Finestre (caratterizzata da otto chilometri in sterrato), Contador si è prima risieduto sul sellino della sua bici dopo aver tentato di rispondere a un pericoloso attacco di Landa e ha poi perso le ruote degli altri uomini di classifica quando a partire è stato il canadese Ryder Hesjedal, seguito da Aru. Nonostante i preoccupanti segnali dimostrati, però, grazie alla notevole esperienza accumulata in tanti anni di professionismo, Contador è riuscito a controllare la piccola crisi e a scollinare con un solo minuto di ritardo, per poi riuscire a gestire con la testa il grande vantaggio ancora a sua disposizione in classifica fino al traguardo. Alla fine, il ritardo di Aru (vincitore della tappa) si è assestato su due minuti e due secondi, margine con cui Contador si è presentato all’ultima tappa da Torino a Milano, classica passerella conclusiva in cui il corridore e la sua squadra hanno avuto occasione di celebrare la vittoria con lo champagne. Per Contador il prossimo obiettivo si chiama Tour de France, per centrare una storica doppietta che non riesce a nessun corridore dal 1998, quando a vestirsi sia di rosa che di giallo nel corso della stessa stagione fu l’idolo indiscusso dello spagnolo, Marco Pantani.