Sgombriamo subito il campo: di Ronaldo ce n’è uno. Ed è Cristiano. Una ventina d’anni fa, è vero, in Italia ne arrivò un altro, un omonimo che veniva dal Brasile. Nel nostro campionato vestì la maglia nerazzurra (no, non parliamo dell’Atalanta, ma dell’Inter). Aveva già vinto un Mondiale ed era considerato uno degli attaccanti più forti dell’epoca: il primo anno segnò 25 gol, eppure non vinse la classifica dei cannonieri; lo chiamavano “il Fenomeno”, ma per sua sfortuna s’imbattè in una squadra di fenomeni con la maglia a strisce (bianconere e non nerazzurre) e i sogni di gloria, suoi e dei bauscia, andarono a infrangersi contro il difensore meno forte di quella Juventus, tal Mark Iuliano. In cinque anni – anche causa infortuni, a dire il vero – il suo contributo al palmares dell’Inter si limitò a una Coppa Uefa. “Quel” Ronaldo era dunque solo il prototipo, ancora da mettere a punto, dell’attuale.
L’originale, Cristiano Ronaldo, porta la maglia numero 7 e quando lo vedi sul campo, ma anche fuori, lo riconosci dalla targa: CR7. Come le fuoriserie personalizzate, perfette in ogni dettaglio. Il vero Ronaldo è un calciatore che nella sua carriera ha vinto 5 Palloni d’oro, vanta più followers di una star come Justin Bieber, è un testimonial da oltre 20 marchi, nonché un marchio (CR7, appunto) universalmente riconosciuto con un corredo di sponsor che valgono 280 milioni di euro. Un’icona in campo e fuori. Ecco, il Ronaldo originale sta per sbarcare, dalla Spagna, a Torino, sponda Juventus.
Vale la pena spendere 340 milioni (tra clausola e stipendio per contratto quadriennale) per un calciatore di 34 anni? Sicuramente sì. Il suo fisico, che cura maniacalmente, è quello di un ventitreenne: massa muscolare del 50%, massa grassa ridotta al lumicino (7%) e capacità di elevazione di 78 centimetri. La sforbiciata, con palla impattata a 2,38 metri da terra, nell’ultima sfida di Champions contro la Juve sta lì a ricordarcelo: e noi juventini, da veri sportivi, non solo lo abbiamo applaudito con una standing ovation che lo stesso Ronaldo non ha dimenticato, ma abbiamo pensato: certo, avere in squadra un Cristiano così… E i sogni, si sa, a volte si avverano. Come dice il proverbio, la fortuna aiuta gli audaci.
La Juventus da sette anni, con audacia, pensa in grande, fa man bassa di scudetti, se la gioca alla pari con le corazzate d’Europa. E ora? Con CR7 potrà prendere finalmente per le orecchie quella Coppa tanto agognata e sfiorata? Ma ve lo immaginate, il prossimo campionato, un cross di Douglas Costa, una spizzata di testa di Mandzukic, una pennellata di Dybala, una parabola di Cuadrado che trovano come terminale d’attacco Ronaldo, un bomber “galactico” capace di segnare più di 50 gol stagionali in sei stagioni? Fossi in Skriniar, comincerei a non dormire la notte…