Francesco Totti ha presentato il suo libro autobiografico ‘Un capitano’ nel quale ha parlato a tutto tondo di carriera, famiglia e di qualche particolare inedito sulla sua lunga permanenza alla Roma: “Spero che non ci siano altre persone che si possano arrabbiare, non ho fatto un libro per togliermi sassolini, ma per parlare di me, di quello che è successo in questi 25 anni di Roma. Dovrebbero essere contenti che ne ho parlato”, ha spiegato il capitano al Colosseo. Ma qualche frecciatina il libro la lancia non solo a Spalletti, ma anche alla società che lo ha convito a ritirarsi quando lui ancora avrebbe voluto giocare. “Sicuramente avrei preferito decidere con la mia testa e con il mio fisico il momento giusto per smettere, avrei smesso, ma avrei preferito farlo in un’altra maniera, sarebbe stato diverso”, ha precisato il Pupone che ha ricordato anche alcuni momenti indimenticabili quali il derby definito “una partita particolare, diversa da tutte le altre”. [Agg. di Dorigo Annalisa]
“HA LEGATO LA SUA VITA ALLA CITTÀ”
Nell’autobiografia di Francesco Totti presentata al Colosseo, intitolata “Un capitano”, ci sono parole dell’ex 10 giallorosso di grande elogio nei confronti dell’ex commissario tecnico della Nazionale, Marcello Lippi, che ha voluto fortemente Totti alla spedizione del 2006, vittoriosa per l’Italia con il trionfo Mondiale di Berlino. E Lippi, nel commentare l’uscita del libro di Totti, l’ha celebrato presenziando alla presentazione al Colosseo ed esaltandolo come un simbolo del calcio moderno: “Con Totti e De Rossi gli abbracci sono sempre di un certo tipo: abbiamo vissuto momenti che hanno segnato la nostra vita. Oltre al Mondiale posso dire che mi ha impressionato la location. Ho incontrato persone che era da tanto che non vedevo. Come ha fatto Totti a diventare trasversale a fine carriera? Prima di essere calciatore queste sono persone di grande valore. Lui ha legato la sua vita a una città e ai suoi tifosi.” (agg. di Fabio Belli)
L’ELOGIO DI DE ROSSI
Alla presentazione del libro di Francesco Totti al Colosseo era presente anche l’attuale Capitano della Roma, Daniele De Rossi, che ha enfatizzato l’importanza e la responsabilità di aver ereditato dal Fascia proprio dall’ex numero 10. Un pensiero che De Rossi ha anche affidato al suo profilo ufficiale su Twitter: “Quando sono entrato in Prima Squadra, 18 anni fa, c’erano tanti giocatori importanti ma Francesco lo vedevo in maniera diversa per quello che aveva già dimostrato con la Roma. Ereditare da lui la fascia è stato un sogno ma anche una responsabilità importante.” De Rossi durante la presentazione si è seduto al fianco di Totti, applaudito dai presenti nella cornice del Colosseo, ascoltando gli aneddoti inseriti nel libro, molti dei quali vissuti in prima persona. (agg. di Fabio Belli)
“VORREI FARE IL PRESIDENTE”
A margine della presentazione della sua autobiografia “Un Capitano” col sipario che si è alzato col suggestivo sfondo del Colosseo, Francesco Totti ha parlato ai microfoni di Sky Sport svelando anche quelle che sono le sue prospettive future e i sogni di carriera da dirigente all’interno della Roma. “Diventare un giorno presidente della Roma? Perché no, ma il futuro non lo so prevedere. Quello che è certo è che cercherò di fare sempre il bene di questo club, da presidente, vicepresidente o anche semplice collaboratore.” Totti ha anche svelato che, una volta messo di fronte all’evidenza di dover lasciare il calcio, avrebbe voluto l’incarico da vicepresidente, con Franco Baldini che gli avrebbe spiegato: “Tu sei Totti, non hai bisogno di una carica per far capire chi sei.” (agg. di Fabio Belli)
“UNO SCUDETTO A ROMA NE VALE 10”
Tanti i retroscena svelati da Francesco Totti nella sua autobiografia “Un Capitano” che sta venendo presentata proprio in questi minuti nella cornice del Colosseo a Roma. Oltre agli aspetti più controversi, come le liti con Luciano Spalletti e Franco Baldini, Totti ha sottolineato l’importanza nella sua carriera di vestire una sola maglia, quella giallorossa, anche se le vittorie sono arrivate col contagocce. Pochissimi trofei tra i quali spicca però un’emozione indimenticabile, quella dello Scudetto del 2001, come ha spiegato lo stesso Totti a commento dei vari capitoli del libro: “Vincere lo Scudetto a Roma è come vincerne 10 da altre parti. Mi avrebbe fatto piacere vincerne di più, ma il rispetto e la fiducia sono la cosa più importante che possa aver dato a questa gente. Che effetto fa essere applaudito negli stadi oggi?. Quando ero calciatore mi insultavano, ora vado in tribuna mi applaudono e ringraziano per tutto quello che ho fatto.” (agg. di Fabio Belli)
LA RISSA SFIORATA CON SPALLETTI
Avrà inizio tra pochi minuti al Colosseo la presentazione di “Un Capitano”, l’autobiografia di Francesco Totti, scritta con il giornalista Paolo Condò. Un libro di cui sono stati già pubblicati alcuni estratti che stanno facendo discutere non poco e che svelano diversi retroscena sull’ultimo anno da calciatore del Pupone. Uno dei più scottanti è certamente quello riguardante il rapporto con Luciano Spalletti. All’interno di “Un Capitano”, Totti scrive che quando l’attuale allenatore dell’Inter lo cacciò da Trigoria, nel febbraio 2016, il 10 giallorosso disse:”Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il c…Sei arrivato qui con una missione, portala a termine”. Ma c’è di più, scrive Totti:”Negli spogliatoi di Bergamo l’ultimo litigio con Spalletti, perdo le staffe anche io e ci devono separare in quattro, altrimenti ce le daremmo di santa ragione”. Motivo della lite? L’accusa di Spalletti “di pretendere di comandare” e “giocare a carte malgrado i divieti” del tecnico. (agg. di Dario D’Angelo)
FRANCESCO TOTTI, IL RAPPORTO COI GENITORI
L’ex capitano della Roma, Francesco Totti, sarà ospite della puntata del programma Verissimo, in onda sabato prossimo, 29 settembre, su Canale 5. Per l’occasione il dirigente giallorosso presenterà il suo libro, l’autobiografia dal titolo “Un Capitano”, in uscita quest’oggi in tutte le librerie. Un’opera decisamente attesa, non soltanto dai milioni di fan del Pupone, visto che lo stesso racconterà una serie di aneddoti inediti sulla propria carriera e vita privata. «Mio papà non mi ha mai fatto i complimenti, anzi mi ha sempre bastonato – svela Totti ai microfoni del talk show L’Ottavo Re di Roma – quando facevo due gol mi diceva che dovevo farne quattro. Fino all’ultimo giorno non mi ha mai detto niente, ora però ha detto che gli manca non vedermi più in campo» Secondo l’ex numero 10 della Lupa, potrebbe essere stato proprio questo insegnamento rigido la sua fortuna: «I miei genitori mi hanno insegnato i valori giusti – prosegue – come portare rispetto verso le persone più grandi. Anche mia mamma mi ha aiutato in tutto, veniva a prendermi a scuola e poi mi portava agli allenamenti: ogni giorno si faceva 80 chilometri in macchina».
“SPERAVO CRISTIAN FACESSE IL TENNISTA”
Il mondo del calcio sta ancora cercando il vero erede di Totti, ma chissà che non possa esserlo il primogenito Cristian, che milita presso le giovanili della Lupa: «Speravo che facesse un altro sport – ammette Totti senior – tipo il tennista, così potevo seguirlo e girare il mondo. Lui però è innamorato del calcio e fino a quando gli piace e si diverte è giusto che faccia quello che vuole. Fortunatamente ha un papà che ha fatto il calciatore e che potrà valutarlo anche in maniera cruda». Ma l’ex fantasista della nazionale italiana non vuole sentire la parola “raccomandazione”: «Non è che perché si chiama Totti – precisa – gli è tutto dovuto, anzi, per come siamo fatti io e Ilary, per fare una cosa dovrà impegnarsi più degli altri». E chissà che a breve dopo Cristian, Chanel e Isabel, non possano arrivare altri piccoli in casa Totti-Blasi: «Ho detto che volevo cinque figli e Ilary mi ha preso per pazzo – chiosa l’ex attaccante – però piano piano la convincerò. Devo trovare il momento giusto per proporglielo. Adesso siamo in stand by!».