500 reti. A tanto è arrivato il bottino in carriera di Patrizia Panico, attaccante della Torres di 37 anni, che fa parte ancora della Nazionale italiana femminile di calcio, allenata da un mito del football di casa nostra come Antonio Cabrini. 8 scudetti vinti – gli ultimi 6 consecutivi – con Modena, Lazio, Bardolino (tre) e Torres (ancora tre). Patrizia è un’attaccante di razza come se ne vedono poche, l’erede di Elisabetta Vignotto e Carolina Morace, le due più grandi bomber prima di lei. Una fuoriclasse ancora in sella nonostante l’età che avanza; decisa a difendere il ruolo sempre più importante che sta conquistando in questi ultimi anni il calcio femminile in Italia, magari per dargli anche una visibilità che meriterebbe. Quella visibilità che c’è stata alle Olimpiadi, dove la vittoria degli Stati Uniti sul Giappone è stata seguita da milioni di telespettatori. Probabilmente, seguendo il suo esempio tante ragazze potrebbero cominciare a praticare sempre più questo sport, che comunque ha una base già molto grande. Per parlare di Elisabetta Vignotto abbiamo contattato Elisabetta Vignotto, ex calciatrice di grande livello (suo il record ancora imbattuto di 107 gol – in 109 partite – nella Nazionale italiana) ora presidente della Reggiana calcio femminile. Eccola in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.
Un giudizio su Patrizia Panico: una giocatrice straordinaria? Niente da dire, è una calciatrice veramente formidabile che sta segnando la sua epoca.
Potremmo dire che, oltre a essere la calciatrice italiana più forte della sua epoca, è anche la sua erede naturale? Sicuramente sta facendo ancora cose impressionanti a 37 anni; dopo di me come migliore attaccante è venuta Carolina Morace, ora c’è la Panico, della quale fatico a vedere un’erede?
Cosa ha dato al calcio femminile italiano? Tecnica, passione, agonismo, tanta voglia di sacrificio allenandosi tutti i giorni grazie all’amore verso il calcio. Non solo una campionessa, ma anche un esempio in tutti in sensi.
Possiamo annoverarla tra le migliori al mondo? Questo forse non so se possiamo dirlo. All’estero le giocatrici spesso sono professioniste, possono avere la possibilità di raggiungere livelli molto elevati.
500 gol in serie A però non sono pochi… E’ una constatazione, un numero di reti impressionanti, da attaccante formidabile quale Patrizia è.
Però il record di reti in Nazionale è ancora di Elisabetta Vignotto… Mi fa piacere, vuol dire che ho dato qualcosa d’importante al calcio italiano; un record ancora imbattuto nonostante siano passati tanti anni da quando ho smesso di giocare.
Il calcio femminile ha avuto un grande successo alle Olimpiadi. La vittoria degli Stati Uniti è stata seguita da milioni di telespettatori…
E’ una cosa positiva, ma la situazione in Italia non è delle migliori. La federazione non ci aiuta, Abete e Tavecchio non si interessano per niente del calcio femminile. Tante promesse, ma poca sostanza. Per regolamento una scuola calcio dovrebbe avere tra le sue iscritte almeno alcune ragazzine, ma questo spesso non succede. E’ stata data tanta visibilità al calcio femminile alle Olimpiadi, da noi non è così.
In che senso? In altri paesi, come quelli scandinavi o gli Stati Uniti, questo sport ha tanta popolarità. Poi ci sono Germania, Francia, lo stesso Giappone. A proposito di Giappone: quando giocavo io, prendevano lezioni di calcio dalla nostra Nazionale. Ora hanno vinto i Mondiali e sono argento olimpico, il governo ha investito ed ecco i risultati. Con questo non voglio dire che, per esempio, alla Reggiana (serie C) non ci sia una base di praticanti, di ragazzine appassionate a questo sport; ma mancano le strutture non siamo aiutati per niente.
Ci sono tante giornaliste sportive che parlano di calcio… Sono competenti, niente da dire, ma parlano sempre di calcio maschile, di calcio femminile non si parla mai. E’ un po’ come nella politica italiana, dove ci sono quasi sempre uomini.
Patrizia Panico è una guerriera, una condottiera anche fuori dal campo, che si batte per la parità tra uomini e donne anche fuori dallo sport. Cosa ne pensa? Lei è encomiabile anche sotto questo punto di vista, un esempio da imitare.
Cosa si può imparare da un personaggio come lei? La grinta con cui fa tutte le cose, le affronta non mollando mai. Speriamo che vedendola tante ragazze italiane si appassionino al calcio femminile, cercando di seguire le sue orme, per rendere questo sport importante, sempre più importante anche in Italia.
(Franco Vittadini)