Chissà cosa avrà pensato, ieri sera, Niccolò Machiavelli da Firenze, se dal posto in cui sta riposando in pace si è visto Inghilterra-Italia. Probabilmente avrà imprecato, perchè sette minuti di calci di rigore hanno con tutta certezza fatto vacillare le fondamenta del suo grande impianto teorico, fino a ieri, appunto, solido e senza crepe. Quando infatti, con fare beffardo, Andrea Pirlo da Brescia ha preso in mano la rivisitazione colour del Tango, un’intera corrente di pensatori politici del passato, la cui stella è senza dubbio proprio il fiorentino del famoso passo “Il fine giustifica i mezzi” – ma non è questo il caso – probabilmente non pensava di dover faticosamente trovare una giustificazione a gran parte delle loro affermazioni, alla luce di quello che sarebbe successo di lì a poco. Perchè?, vi chiederete. Semplice, molto semplice: è bastato un cucchiaio, dolce come il gelato al cioccolato (ed effettivamente anche un po’ salato, almeno per la Regina), solo apparentemente casuale, per innalzare finalmente l’Uomo, impersonificato dal regista azzurro, al di sopra della Fortuna. Sì, assolutamente sì: in quel gesto quasi banale sta il riscatto del genere umano contro la tirannia della “Tuke”, per dirla alla Tucidide, o della “Fortuna”, per dirla alla Guicciardini e, soprattutto, alla Machiavelli. Il pessimismo di chi attribuiva agli uomini un ruolo da comprimari nel gioco in cui il destino, la sorte, il caso la facevano da padroni, si è ieri frantumato davanti alla morbidezza di quella carezza alla sfera di Pirlo. Se per Guicciardini l’unica arma per resistere alla signoria della fortuna era la Prudenza, Andrea da Brescia ha risposto con la sfrontatezza; se per Machiavelli era la Virtù, Andrea da Brescia ha risposto con il low profile. Lui, che ne ha viste di tutti i colori (bianconerazzurrossonero), è stato più forte della fortuna. Perchè alla fine, la lotteria dei rigori è tutto tranne che una lotteria. Andrea l’ha dimostrato finalmente: la freddezza e la classe di optare per una scelta precisa, con uno scopo preciso, e cioè dimostrare agli avversari la classe e la forza azzurra, come a dirgli “ma dove credete di andare?”, hanno avuto il merito di cambiare la faccia alla serie di rigori che, senza quel colpo, probabilmente sarebbero finiti diversamente.
Perchè gli italiani abbacchiati per l’errore di Montolivo, si sono ringalluzziti, mentre i “leoni” inglesi hanno visto i peli delle loro criniere spazzati via insieme alle poche certezze che si stavano creando. Insomma, un tocco di palla ha cambiato la storia, il tocco di Pirlo ha cambiato la storia. Ieri, Andrea Pirlo ha cambiato la storia, in barba alla fortuna, alla sorte e a Machiavelli. E soprattutto, in barba alla Regina e alla Perfida Albione.
(Giovanni Gazzoli)