Spira il vento dell’Est su Melbourne e gli Australian Open femminili. La finale del torneo rosa sarà tra due ex sovietiche, la russa Maria Sharapova e la bielorussa Viktoria Azarenka, rispettivamente teste di serie numero 4 e numero 3, che in semifinale hanno battuto rispettivamente la ceca Petra Kvitova – con il punteggio di 6-2 3-6 6-4 – e la belga Kim Clijsters, detentrice del titolo australiano, con il punteggio di 6-4 1-6 6-3. La finale si disputerà sabato sera, per l’Italia saranno le ore 9.30 del mattino. A dare ulteriore sapore alla sfida, il fatto che non ci sarà solo il prestigioso titolo dello Slam in palio; chi vincerà la finale, infatti, sarà anche la nuova numero 1 del mondo. La bielorussa, numero 3 del mondo, arriva per la prima volta a giocarsi la possibilità di conquistare uno Slam (fin qui, la sua miglior prestazione era stata la semifinale di Wimbledon 2011), mentre la russa insegue il quarto trionfo, dopo Wimbledon 2004, gli Us Open nel 2006 e questo torneo nel 2008, che tra l’altro è stata l’ultima finale della Sharapova a Melbourne. Si tratterà di una partita tra due giocatrici che sono state spesso paragonate tra loro: stessa origine dall’ex Unione Sovietica, vita molto simile (da bambine si sono trasferite negli Stati Uniti per dedicarsi al tennis a tempo pieno), somiglianza nel modo di giocare, somiglianza pure nell’aspetto fisico tra le due bionde molto ammirate, e di conseguenza ricercatissime per le copertine dei giornali fashion (anche se la Sharapova resta decisamente al top). La Azarenka ha eliminato la campionessa in carica Kim Clijsters per 6-4 1-6 6-3 in 2 ore e 12 minuti, dimostrando finalmente di non soffrire gli appuntamenti decisivi. Nel primo set è stato sufficiente un break a Vika per conquistare il parziale senza eccessive difficoltà, ma nel secondo set lo scenario è cambiato totalmente, con la belga sempre sul pezzo e l’avversaria troppo fallosa: “Ha cominciato ad essere più aggressiva, mi ha fatto muovere di più – dirà la vincitrice – ma sapevo che dovevo rimanere dentro il match, concentrata, tornare ad imporre il mio ritmo”. Dopo il 6-1 subito nel secondo parziale erano in pochi a scommettere sulla bielorussa, ma la Azarenka strappa subito il servizio a Kim e si porta 2-0 nel terzo, mantenendo il vantaggio in un’altalena di break ed emozioni costellata anche di punti straordinari.
Il break decisivo è quello del 5-3, che psicologicamente “uccide” la Clijsters e permette alla bielorussa di tenere agevolmente il servizio del 6-4: “Non sapete quanto sia felice – dice Victoria in lacrime – perché anche se credi in te stessa al milione per cento, non sempre riesci a realizzare quello che vuoi. Credo di essere maturata, ma non ho ancora ottenuto nulla”. Molto sportiva la Clijsters: “La partita si è decisa su un paio di punti nel terzo set, che lei ha giocato meglio: perciò se l’è meritata”. Nell’altra semifinale, Maria Sharapova si prende la rivincita per 6-2 3-6 6-4 sulla ceca Petra Kvitova, che l’aveva sconfitta in finale a Wimbledon a luglio. Non è stata un gran partita, sempre sul filo della tensione e con tanti errori gratuiti per entrambe. Nel primo set, la mancina di Bilovec sbaglia troppo, anche con il diritto (suo punto di forza) e Maria fila subito sul 6-2. Non appena però la numero due del mondo ritrova la misura dei colpi ed è più incisiva con il servizio, il match si rimette in equilibrio: alla Kvitova basta il break del 2-0 per pareggiare i conti vincendo il secondo parziale. Adesso è solo una guerra di nervi: doppi falli da una parte e dall’altra regalano break e palle break, colpi straordinari si alternano a errori marchiani. Sul 4-4, la Sharapova va sotto 0-30 e poi un rovescio viene chiamato lungo: lei chiama il challenge che le dà ragione e da quel momento infila 4 punti consecutivi. Nel turno successivo, la Kvitova serve ma si scioglie: sbaglia due dritti e un rovescio consegnando la finale alla Sharapova. Maria è raggiante: “Credo che la differenza l’abbia fatta la costanza, la voglia di vincere e di crederci di più. Di fronte a tutte queste ragazze giovani e molto forti, finisce che vengo considerata una vecchietta, ma giocare una finale dà sempre emozioni piacevoli”. Tra Sharapova e Azarenka ci sono sei precedenti, con tre vittorie a testa. Chi romperà l’equilibrio?
(Mauro Mantegazza)