Manca una settimana alla partenza del Giro d’Italia, che inizierà il 5 maggio dalla Danimarca con una cronometro individuale di 8,7 chilometri, nella cittadina di Herning. La conclusione sarà a Milano il 27 maggio con un’altra cronometro individuale di 31,5 chilometri. Si svolgeranno 21 tappe per un totale di 3503 chilometri. Intanto, in questi giorni si sta svolgendo in Svizzera il Giro di Romandia, che vede in testa il britannico Wiggins; ma si fanno già i nomi dei probabili protagonisti alla prossima corsa rosa. Molta attesa per il campione del mondo Mark Cavendish, ma sul Giro grava un’ombra: quanto peserà l’assenza del campione spagnolo Alberto Contador, fermato per la nota squalifica per doping? Sono temi di un Giro che mai come quest’anno si presenta molto incerto: abbiamo voluto chiedere un parere a Davide Cassani, ex corridore di grande valore tecnico, nonchè commentatore tecnico su Rai Sport per le gare ciclistiche. Eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Wiggins protagonista: favorito per il Giro di Romandia?
Penso proprio di sì, che sarà lui a vincerlo.
Manca ancora una settimana, ma quali corridori vede favoriti del prossimo Giro d’Italia?
Credo proprio che i favoriti siano i soliti: Basso, Scarponi e Kreuziger, con anche Cunego che può dire la sua. Può sicuramente cercare di entrare nel lotto dei corridori che possono vincere questo Giro.
Come peserà l’assenza di Alberto Contador?
Il Giro d’Italia sarà più incerto. L’anno scorso era già finito all’Etna, quest’anno ci sarà molta più lotta, molta più battaglia.
E quali potrebbero essere gli outsider del Giro?
Credo Joaquim Rodriguez e Gadret.
Cavendish sarà il re delle volate?
Sicuramente sarà lui il protagonista delle volate al Giro.
E tra i giovani chi vede protagonista?
Penso che Guardini e Modolo abbiano le potenzialità per fare delle belle cose.
Il Giro è una competizione troppo dura?
No. L’anno scorso era più difficile. Credo che in fondo l’edizione 2012 del Giro vada bene così.
Non è un po’ anomalo invece che un Giro d’Italia parta dalla lontana Danimarca?
Non direi, perché ormai tutte le corse a tappe partono fuori dai confini nazionali, e così fa anche il Giro.
Che valore dà a questa scelta?
E’ un modo per reclamizzare il Giro d’Italia e anche il nostro paese all’estero, una consuetudine che ormai è diventata normalità negli ultimi anni.
(Franco Vittadini)