Rivoluzione nel mondo del tennis? Potremmo essere all’alba di una nuova era. La cosa curiosa in questa notizia è che non stiamo parlando di variazione nelle regole che determinano l’assegnazione dei punteggi, qualche modifica al tie break o l’abolizione del let sul servizio (tutte norme che sono “in prova” nei tornei minori per verificarne l’utilizzo eventuale a grande livello); semplicemente, la sta pensando ad un modo per limitare il “grunting” durante le partite. Cosa significa? Per capirlo basta guardare anche solo un minuto di una partita con Maria Sharapova o Victoria Azarenka: le due tenniste sono solite accompagnare i loro colpi con urla, gridolini o gemiti. I termini non sono inappropriati: una leggenda come Boris Becker pochi anni fa aveva bollato questo sonoro come una cosa che “ricorda il sesso”. L’indiscrezione arriva da USA Today, che ha intervistato Stacey Allaster, chief executive della WTA (Women’s Tennis Association): per il momento siamo al vaglio delle proposte, ma la Allaster ha aperto alla possibilità che venga rivista la hindrance rule. Tale regola stabilisce che, in caso di interferenza involontaria durante uno scambio, il punto venga ripetuto qualora suddetta interferenza sia decisiva al fine di far perdere il punto all’avversario; e che invece un giocatore il punto lo perda se il disturbo sia valutato come intenzionale. Un esempio? Nella storia è entrata Eva Asderaki, arbitro greco della finale degli US Open 2011. All’inizio del secondo set Serena Williams dovette fronteggiare due palle break contro Samantha Stosur: annullò la prima e poi la seconda, con un gran dritto. Qui però l’americana commise l’errore di urlare il suo “come on” con la palla ancora in gioco: la Asderaki interpretò il regolamento alla lettera e, pur se la Stosur su quella palla non sarebbe mai arrivata, assegnò il punto all’australiana. Inutile dire che la Williams si infuriò, al punto di perdere ancor più la testa e non stringere la mano all’arbitro a fine partita: tutto inutile, la hindrance rule era entrata in funzione. La Williams è stata protagonista anche poco fa: a Brisbane, Sloane Stephens (che l’ha battuta agli Australian Open) se la prese proprio perchè gli auto-incitamenti di Serena erano, a suo dire, irrispettosi. In quel caso l’arbitro non intervenne: la Stephens si è presa la rivincita sul campo, senza aspettare l’intervento delle alte schiere. Dunque è su questa regola che la WTA vuole agire:
Ciò vorrebbe dire che le giocatrici non potrebbero più accompagnare dritti e rovesci con urla o sospiri che siano. Una rivoluzione che potrebbe anche, per assurdo, far perdere al tennis femminile qualche spettatore, che quantomeno si diverte nel sentire il sonoro delle partite. La penseranno diversamente le varie Sharapova e Azarenka (ma anche la nostra Sara Errani), che probabilmente non hanno nessuna cattiva intenzione nei confronti delle avversarie ma utilizzano lo “stratagemma” per concentrarsi maggiormente e dare più spinta al loro gioco. Si dovesse andare fino in fondo, non assisteremmo più a simpatiche scene come quella dello spettatore che nel corso di uno scambio tra Sharapova e Na Li urlò “shut up” alla siberiana, provocando l’ilarità generale del pubblico. Pare che sarà così, perchè la WTA ha intenzione di fare sul serio: c’è in ballo anche una campagna educativa che prevede la visita di accademie femminili al fine di arginare sul nascere il fenomeno del“grunting”. Una svolta, non c’è che dire: certi rumori di sottofondo erano ormai entrati nello scenario abituale del tennis femminile. E in campo maschile? Sembra che non ci siano rivoluzioni in atto: forse perchè la cosa è limitata (ma fino a un certo punto), forse perchè il “grunting” a livello ATP non suscita le stesse reazioni, Nadal e Djokovic dovrebbero cavarsela.
(Claudio Franceschini)