La Roma presenta oggi il suo nuovo allenatore: Rudi Garcia parlerà oggi alla stampa dopo averlo fatto a New York, dagli uffici di James Pallotta e con la presenza anche di Walter Sabatini, quando i giallorossi avevano voluto far sapere di aver compiuto la loro scelta e il presidente aveva dato un segnale forte di vicinanza alla squadra, volendo ospitare l’evento. Che è stato comunque un antipasto: il secondo atto, quello che potremmo definire ufficiale, avverrà oggi pomeriggio. Ha dunque vinto la linea di Sabatini, perchè Rudi Garcia era il suo favorito per la panchina; si dice che sia stata proprio la scelta dell’ex tecnico del Lille in luogo di Laurent Blanc (ad un certo punto a un passo dalla Roma) ad aver portato alle dimissioni di Franco Baldini, pur se il direttore generale era in aria di separazione da tempo. Ad ogni modo, oggi ci si aspetta che nel limite del possibile siano anche svelate alcune scelte a livello di calciomercato, che è poi quello che interessa maggiormente ai tifosi in questo momento; del modulo di gioco più o meno sappiamo (un 4-2-3-1 che può sfociare nel 4-3-3, cioè qualcosa che non cambierà radicalmente il credo della squadra), non così dei calciatori che questo modulo lo riempiranno, perchè per il momento i nomi nuovi sono solo due (difensori: Tin Jedvaj, prelevato dalla Dinamo Zagabria proprio ieri) e Mehdi Benatia, per il quale non c’è ancora l’ufficialità. Gli altri sono tutti punti di domanda, a cominciare da chi può partire: De Rossi, Osvaldo, Marquinhos, Lamela, tutti giocatori che hanno mercato e che per un motivo o per l’altro possono allontanarsi da Trigoria. Difficile che sentiremo parlare dei casi specifici, ma le domande (in particolare su Capitan Futuro) non mancheranno, e sarà cura di Rudi Garcia e Sabatini rispondere.
Rudi Garcia è il quarto allenatore della Roma nelle ultime tre stagioni; da quando cioè Walter Sabatini ha assunto la carica di direttore sportivo. Il primo è stato Luis Enrique: il tecnico che arrivava dal Barcellona B era stato fortemente voluto per il suo calcio offensivo, fondato sui dettami che avevano reso grandi i blaugrana. Finì male: i giallorossi arrivarono settimi con 56 punti, estromessi dalle coppe europee. Non aiutò il fatto che Vincenzo Montella, scaricato e andato a Catania, avesse centrato un’ottima stagione facendo registrare il record di punti in A degli etnei. Ad ogni modo, a fine anno Luis Enrique disse basta: la pressione della piazza lo aveva logorato, la dirigenza sarebbe andata avanti con lui ma l’asturiano decise per l’anno sabbatico, lasciando comunque cose positive in mezzo a sconfitte sonanti (la crescita di Erik Lamela e sprazzi di ottimo calcio). Non è andata meglio lo scorso anno: la splendida promozione di Zdenek Zeman con il Pescara ha fatto pensare che fosse lui il tecnico giusto, anche per ridare entusiasmo al pubblico. Quindi, ritorno del boemo dopo 13 anni: la sua avventura è finita il 2 febbraio dopo una sconfitta interna contro il Cagliari. Nel momento dell’esonero aveva 34 punti (in 23 giornate), aveva sì fatto esplodere Lamela e lanciato titolare Marquinhos, aveva dato vita a prestazioni esaltanti alla sua maniera ma lasciato tremendi buchi in difesa, escluso De Rossi, messo in discussione Pjanic. Via lui, la società ha deciso per la soluzione ad interim: si è ripartiti con Aurelio Andreazzoli, tattico nell’era di Luciano Spalletti e poi rimasto a Trigoria con altri compiti. Dopo la sconfitta contro la Sampdoria (quella del caso Osvaldo e del rigore rubato a Totti) la squadra aveva iniziato a carburare: battuta la Juventus, altre vittorie in serie, la zona Europa che si avvicinava. Tutto inutile: sesto posto finale, 62 punti ma ancora niente coppe. Ciliegina sulla torta, la sconfitta in finale di Coppa Italia, per di più contro la Lazio. Non è stato questo particolare ad allontanare Andreazzoli; si sapeva che la sua avventura sarebbe comunque finita. Così, dopo che le prime scelter della società (Mazzarri e Allegri) sono sfumate, e dopo che con Blanc – pare – non si è trovato un accordo su qualche dettaglio tecnico, oggi si apre il regno di Luis Garcia: a differenza di chi lo ha preceduto ha già vinto (doppietta campionato-coppa nel 2011, con il Lille), ma non è abituato alla pressione di una città che vive e respira calcio 24 ore al giorno. Sarà lui l’allenatore in grado di riportare in alto la Roma? Lo vedremo, intanto ci prepariamo ad ascoltare le sue prime parole: la presentazione alla stampa sta per cominciare…
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