Il Napoli non ci sta, la società partenopea risponde con toni precisi ma duri nei confronti della Corte di Giustizia Federale che ha respinto il ricorso presentato dal Napoli contro le tre giornate di squalifica inflitte a Lavezzi per il presunto sputo ai danni di Rosi della Roma durante il match di sabato scorso tra le due squadre.
La società campana ha emesso un comunicato che farà sicuramente discutere: “La Societa’ Sportiva Calcio Napoli prende atto con amarezza e sconcerto della sentenza con cui la Corte di Giustizia Federale, senza spiegarne neanche succintamente le motivazioni, ha confermato le tre giornate di squalifica al giocatore Lavezzi, ritenendo ammissibili e probanti, al di là di ogni ragionevole dubbio, le immagini televisive”. Sconcertati, questo l’urlo della società del presidente De Laurentiis. Lavezzi dunque non giocherà in casa contro il Catania e soprattutto nel match della prossima giornata contro il Napoli.
Il Napoli protesta in particolare per l’acquisizione di nuove immagini che non sono state prese in considerazione dal Giudice Sportivo durante il primo grado: "Senza voler entrare nel merito del giudizio, la Società ritiene di una gravita’ estrema, da un punto di vista squisitamente procedurale, che la Corte, nella seduta di ieri, abbia voluto analizzare, e presumibilmente basarvi il suo responso, un filmato diverso da quello su cui aveva deliberato il Giudice di primo grado, e sul quale la SSC Napoli aveva svolto alcune delle proprie argomentazioni difensive. Tale decisione, assunta d’ufficio dall’organo giudicante, senza che ne fosse stata fatta richiesta dalla Procura Federale, rischia di creare un pericoloso precedente".
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Infine l’affondo deciso nei confronti della Corte di Giustizia Federale e della sua credibilità: "La SSC Napoli ritiene che la Giustizia Sportiva, in un momento così difficile del nostro calcio, debba soprattutto essere credibile, seguendo procedure quanto più uniformi, certe, cristalline e trasparenti che permettano a tutti gli attori, accusa e difesa, di esercitare appieno i propri diritti. Comportamenti e garanzie che in questa circostanza non sono stati posti in essere".