Il ministro Calderoli parla dell'autonomia differenziata: ecco i prossimi passaggi dopo la firma delle pre-intese nei giorni scorsi
Dopo la recentissima firma delle pre-intese sull’autonomia differenziata con le prime quattro regioni – ovvero Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte – che intendono intraprendere questa strada, il ministro Roberto Calderoli è intervenuto sulle pagine del quotidiano La Verità per spiegare i prossimi passi del percorso autonomista e tutte le novità che comportano i documenti siglati con i presidenti regionali; partendo, però, dal ricordare a chi si oppone o critica oggi l’autonomia che “abbiamo trattato per un anno con le Regioni” arrivando a “un testo che accontenta molti e scontenta pochi”.
Grazie alle pre-intese, peraltro, Calderoli spiega che sarà possibile portare il testo di legge sull’autonomia “nel Consiglio dei ministri entro dicembre”, aprendo a una partita che passerà poi dalla “conferma delle pre-intese”, dalla “definizione dei Lep” – che partirà già “mercoledì” – e dalla conclusiva negoziazione ulteriore delle “materie coinvolte”: l’attesa del ministro Calderoli è quella di chiudere il discorso dell’autonomia, insomma, entro il prossimo anno; fermi restando i lunghissimi tempi del “cammino parlamentare”.
Roberto Calderoli: “Le regioni che non saranno autonome avranno maggiori attenzioni da parte dello stato”
Passando alla parte più interessante del suo ragionamento, il ministro Calderoli – dopo aver invitato “tutti i governatori” a studiare attentamente “l’opportunità” ora che esiste un testo da cui partire, lasciando da parte gli “slogan” – spiega che con le pre-intese (tra le altre cose) in caso di “evento catastrofico” le regioni potranno autonomamente “dichiarare lo stato di emergenza“, comprimendo in modo importante i tempi necessari per “affrontare gli eventi”.
Non solo, perché sul fronte della sanità – continua Calderoli – le regioni autonome potranno sfruttare come meglio credono “gli avanzi economici” che non sono riuscite a spendere per via dei “tetti alla spesa”, senza che ciò comporti ulteriori spese a carico dello stato: in tal senso, là dove ci sono problemi, le risorse avanzate potrebbero diventare lo strumento migliore per affrontare – tra gli altri – “il tema delle liste d’attesa“.
Ragionando, infine, sul tema dell’autonomia in sé, il ministro Calderoli ci tiene a mettere ancora una volta in chiaro che non creerà alcuna sperequazione tra regioni, ricordando che “c’è già” ed è determinata dai “cattivi amministratori” che non sanno gestire a dovere le risorse statali: al contrario – conclude Calderoli – là dove oggi ci sono disparità (e dove non sarà possibile il percorso autonomista) si potrà godere di un maggiore aiuto da parte dello Stato per garantire ai cittadini “i servizi di cui hanno diritto”.
