Francia, il governo si divide sul piano aria condizionata proposto dalla destra come soluzione al caldo record, i verdi chiedono alternative ecologiche

Dopo l’ondata di caldo record in Europa a luglio, si è acceso il dibattito in Francia sull‘aria condizionata, uno scontro politico che la destra e i verdi stanno combattendo anche sui social. Il partito di Marine Le Pen, proprio a causa di questa nuova emergenza sta sostenendo la necessità di un piano nazionale di agevolazioni per dotare scuole, uffici ed edifici privati di sistemi di raffreddamento per aumentare il comfort dei cittadini, alle prese con temperature sempre più elevate rispetto al passato, quando ancora questo elettrodomestico veniva considerato quasi superfluo dalla maggior parte degli europei.



La sinistra invece, principalmente il partito dei verdi, che sostiene la transizione ecologica come priorità per limitare le emissioni dannose e di conseguenza contribuire al surriscaldamento globale, sta contrastando la proposta, chiedendo che vengano adottate alternative e più ecologiche. La discussione si è spostata anche sulla stampa nazionale, con il quotidiano Le Figaro che ha sottolineato con alcuni articoli a tema, quanto un clima fresco, sia a casa che nei luoghi di lavoro sia di importanza sociale, mentre Liberation ha risposto con un approfondimento nel quale definisce l’aria condizionata “Una aberrazione sociale“.



Le Pen, Bayrou e Melenchon in un dibattito in Francia nel 2019 (ANSA-EPA)

Francia, caldo record fa scattare proposta piano nazionale aria condizionata, verdi protestano: “Strumento superato e poco ecologico”

Il governo francese nel pieno dell’estate e delle ondate di caldo record si spacca sull’aria condizionata. La proposta di Le Pen sulla messa in campo di un piano nazionale di “raffreddamento” degli edifici al fine di migliorare la vita dei cittadini è diventata in poco tempo un terreno di scontro nel quale i verdi hanno voluto sottolineare come tale tipo di sistemi sia ormai da considerare superato, evidenziando invece la priorità di trovare una soluzione alternativa che riduca anche l’inquinamento. Il New York Times ha parlato della questione, ricordando come in Europa solo fino a qualche decennio fa l’unica preoccupazione era come mantenere le case al caldo e lo strumento non fosse così diffuso tra la popolazione.



Il mercato è in crescita ma ancora non a livelli degli Stati Uniti, dove il 90% degli edifici ne è dotato, mentre in Europa poco più della metà dei cittadini usufruisce dell’elettrodomestico, con picchi più alti in Italia che vede una abitazione su due e in Spagna con un tasso del 40%. Inoltre, secondo le ultime statistiche, anche chi ha il climatizzatore come unico metodo di regolazione termica in casa, lo usa prevalentemente per riscaldare e meno dell’1% delle famiglie lo sfrutta anche in estate per ridurre la temperatura ambientale.