Secondo David Cameron una tregua a Gaza ora sarebbe controproducente, perché senza la sconfitta di Hamas non è possibile realizzare l’obiettivo dei due Stati. Il ministro degli Esteri britannico ne ha parlato al Corriere della Sera, spiegando così la posizione del Regno Unito, che si oppone ad un cessate il fuoco immediato. «Non puoi avere un cessate il fuoco immediato e una soluzione basata sui due Stati, sono mutualmente incompatibili». L’unico cessate il fuoco sostenibile per l’ex premier britannico è mettere fuori gioco Hamas, «possiamo avere allo stesso tempo di un processo di pace». La soluzione dei due Stati è ancora credibile per Cameron, anche se servirà «molto lavoro» e ora appare un’ipotesi remota. «Ma in qualche modo è diventato ancora più necessario non tornare allo status quo precedente e trovare un nuovo cammino per avere Israele sicuro nei suoi confini e uno Stato palestinese allo stesso tempo».
Nell’intervista parla anche della guerra in Ucraina, smentendo chi sostiene che stia vincendo la Russia: «Ha subito un disastro catastrofico: ha perso 300mila soldati, gran parte della flotta del Mar Nero, il suo tentativo di prendere l’Ucraina d’assalto è stato un totale fallimento, l’economia russa è più povera e la Nato ha acquisito due splendidi nuovi membri». Il compito dell’Occidente, secondo Cameron, è quello di «completare quel disastro continuando a sostenere l’Ucraina: il fatto che abbiamo avuto sei mesi difficili non è una ragione per arretrare ma per raddoppiare gli sforzi».
“REGNO UNITO NON TORNERÀ NELL’UE”
L’Occidente può sembrare stanco, ma per David Cameron non può fermarsi. «Le nostre economie sono 25 volte più grandi di quella russa, dunque se teniamo la rotta e diamo all’Ucraina il sostegno di cui ha bisogno possiamo far sì che Putin non vinca». Al Corriere non parla della prospettiva ucraina di adesione all’Unione europea: «Non spetta a me dirlo, noi non siamo nella Ue». D’altra parte, sottolinea il sostegno del Regno Unito alle ambizioni dell’Ucraina. «La sua ambizione è radicarsi nell’alleanza euro-atlantica, essere parte della Nato e della Ue. Come membri della Nato sosteniamo la sua adesione al Patto atlantico, quando sarà possibile. Vogliamo fare tutto il possibile per rendere realizzabili le scelte dell’Ucraina, perché la loro scelta è avere una prospettiva euro-atlantica».
Il ministro degli Esteri britannico ha commentato anche le dichiarazioni della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, secondo cui la Gran Bretagna si riavvicinerà all’Unione europea e forse vi rientrerà: «Non condivido: la Gran Bretagna ha fatto la sua scelta al referendum, con un margine significativo, e abbiamo scelto di essere amici, vicini e partner della Ue, ma non membri. Il nostro lavoro è far funzionare quella partnership».
“REFERENDUM BREXIT? NON MI SONO PENTITO”
David Cameron non si è neppure pentito di aver indetto il referendum sulla Brexit: «Perché avevo fatto la promessa di indire un referendum due anni prima delle elezioni e abbiamo mantenuto quella promessa: il referendum si è svolto e il risultato è stato portato a termine». Al Corriere della Sera ricorda di aver lasciato il suo posto e di aver trascorso del tempo lontano dalla politica. Riguardo l’Italia e la grande intesa col governo Meloni sull’immigrazione, il ministro degli Esteri britannico giudica «molto interessante» lo schema del piano Albania, ma precisa che il Regno Unito ha i suoi piani, infatti sta portando avanti quello Ruanda. «Ma siamo molto interessati a cosa gli italiani stanno facendo, ci sono cose da apprendere per noi».
Cameron ha confermato quanto dichiarato dal premier Rishi Sunak riguardo l’emergenza immigrazione. «Quanto più riusciamo a dimostrare che il nostro sistema di immigrazione funziona ed è disegnato da noi per beneficiare i nostri Paesi, tanto più puoi essere aperto e generoso. La gente vuole sapere che lavoriamo nell’interesse del nostro Paese, ma se abbiamo una immigrazione illegale su vasta scala è molto difficile da dimostrare», ha concluso.