A Savona un cane colpito con una balestra, a Trento un setter inglese è stato impiccato: violenze in aumento contro i cani, ma non mancano le condanne
Due cani, brutalmente uccisi a poca distanza l’uno dall’altro, con relative condanne di chi ha compiuto questo terribile gesto. In Italia, fortunatamente, commettere violenza contro un animale è reato, e negli ultimi tempi la legge è divenuta più severa nei confronti delle persone che commettono questi crimini ignobili.
Ne parla il Corriere della Sera, riportando il caso di due poveri cani indifesi che sono stati uccisi senza un vero e proprio motivo a cominciare da quanto accaduto in provincia di Trento, a Leno di Vallarsa (siamo nella regione Trentino Alto Adige), dove a pagare le spese di una disputa fra fratelli, è stata una splendida setter inglese di nome Cindy. Questa è stata rapita e poi impiccata nei pressi di un ponte, morendo quindi dopo delle atroci sofferenze e soprattutto non comprendendo il perchè di questo gesto aggressivo.
CANI UCCISI: A SAVONA UN ANIMALE RAGGIUNTO DA UN DARDO
Il responsabile è stato fortunatamente individuato e in seguito condannato a due anni e quattro mesi, oltre ad una multa di 1.400 euro. Una sentenza che sicuramente non rende giustizia, ma in ogni caso questo è quanto prevede al momento la legge e l’uomo avrà sempre la fedina penale macchiata, con tutto ciò che ne consegue. A Savona un altro caso drammatico, quello di un cane che è stato ucciso a Rialto, dopo essere stato colpito con una balestra.
L’animale, dopo il ferimento a seguito di un dardo scoccato da un uomo, aveva riportato delle gravissime lesioni vertebrali, per poi esalare l’ultimo respiro a seguito di atroci sofferenze. In questo caso l’imputato è stato condannato a sei mesi di reclusione e a risarcire l’ENPA, l’ente nazionale protezione animali, che si era costituito parte civile nel processo.
CANI UCCISI: LE PAROLE DELL’ENPA
Il responsabile era stato denunciato ed erano quindi scattate le indagini che avevano fatto chiaramente emergere indizi di colpevolezza, e alla fine è arrivata la condanna anche se l’uomo non era stato preso il flagranza di reato. C’è sempre più sensibilità da parte della legge nei confronti di questi casi, ma non ci si può comunque non stupire di fronte alla brutalità di questi gesti, a volte compiuti senza un vero e proprio motivo, ma solo per colpire degli esseri indifesi come appunto degli animali: perchè così tanta violenza e brutalità?
L’Enpa è da sempre in prima fila contro le violenze sugli animali, e ogni volta che succedono eventi di cronaca, che potremmo definire tranquillamente nera, non perde occasione per esserci, per difendere gli animali e soprattutto per far rispettare i loro diritti, i diritti di una categoria indifesa verso cui troppe persone commettono dei reati. L’avvocato dell’ente, Claudia Ricci, aggiunge che ogni volta che ci sarà la possibilità, si dichiarerà parte civile nei processi, proprio per far valere il diritto degli animali nelle aule di tribunale.
