Elezioni regionali in Puglia: i problemi del Pd aumentano. Se Decaro si ritira a causa di Emiliano, Schlein non avrebbe al momento una carta vincente
Chi lo conosce bene sa che Antonio Decaro è uomo a cui non piacciono troppo i riflettori e quindi questo tourbillon di polemiche legate alla sua candidatura alle prossime regionali in Puglia non gli aggrada per nulla.
Nel suo buen retiro pugliese di Rosa Marina, una sorta di resort vicino ad Ostuni, ritrovo della Bari che conta, sta godendosi un po’ di giorni di relax tra sole, famiglia e qualche giro per la Puglia a presentare la sua ultima fatica letteraria, Vicino.
Un saggio che racconta della sua esperienza di politico “per caso”, che “vuole provare a fare la differenza”. Perché per mister 500mila preferenze, come è stato soprannominato Decaro dopo l’exploit alle ultime europee, “la politica è prima di tutto azione per cambiare le cose”.
Ed è con questo sentire che lui starebbe attentamente valutando l’ipotesi di ritirare la sua candidatura alle prossime regionali in Puglia. Difficile, per lui, questo dice chi gli sta vicino, pensare di poter cambiare le cose nel suo nuovo ruolo, avendo in Consiglio regionale chi lo ha preceduto negli ultimi vent’anni.
Decaro lo ha anche detto alla segretaria del Pd Elly Schlein tramite il suo emissario Francesco Boccia, che ha fatto tappa, la scorsa settimana, qualche giorno in Puglia, proprio per cercare di sistemare le cose: lui a Bruxelles si trova bene, è presidente di una commissione importante come quella Envi sull’ambiente, tema a lui carissimo, è uomo di parola e abbandonare dopo solo un anno la carica di eurodeputato sarebbe per lui come “tradire” la fiducia di tanti elettori.
E poi, e questa certamente è la discriminante più forte, non può accettare di fare il presidente della Regione sotto tutela. Senza fare polemica ha detto a Boccia che, se Emiliano e Vendola si presentano, lui rimane a Bruxelles.
Un altro mezzo pasticcio per la segretaria del Pd, già alle prese con la grana Marche, dove la posizione di Matteo Ricci, candidato alla presidenza, sembra appesantirsi, giudiziariamente parlando, dopo l’interrogatorio sul caso “Affidopoli” del suo ex braccio destra al comune di Pesaro, Massimiliano Santini, e con quella nuova sorta in Calabria, al voto a ottobre, dove deve fare i conti con la mezza fronda dei suoi “alleati”, perché sia i 5 Stelle che Avs avrebbero avanzato un proprio candidato.
Schlein ora si trova, quindi, con questa nuova patata bollente che non sembra per il momento sapere ancora come gestire. Fare eccessive pressioni su Emiliano – che avrebbe storto il naso di fronte all’eventualità di un posto alla Camera, perché non ha nessuna intenzione di stare fermo per due anni –, potrebbe rischiare di creare tensioni deleterie, anche per quella che sulla carta appare una vittoria scontata.
E il secondo ragionamento che si fa al Nazareno in queste ore è quello secondo cui un personaggio “scomodo” come Decaro potrebbe usare la presidenza della Regione Puglia come trampolino di lancio verso altre mire nazionali (lui è uomo vicino a Stefano Bonaccini, ala riformista, che da qualche mese si è defilato, in aperta polemica con la linea politica della segretaria).
Quindi in direzione Pd si starebbe valutando anche l’ipotesi di lasciare Decaro per altri quattro anni a Bruxelles, a “decantare”. In tal caso però il problema sarebbe quello di trovare, e in fretta, un’alternativa in Puglia. Al momento non ci sarebbe, considerando che Boccia ha già fatto sapere di non essere interessato.
Un possibile nome sarebbe quello di Loredana Capone, donna vicinissima a Emiliano e da lui caldamente sponsorizzata, con una lunghissima esperienza in Regione e attuale presidente del Consiglio regionale, ma in direzione nazionale non sarebbe vista benissimo, anche perché vicinissima non solo ad Emiliano ma anche a Vendola, che la nominò assessore allo Sviluppo economico.
Un rompicapo davvero di non facile soluzione, anche se alla fine il Pd è convinto che una quadra si troverà, così come è stata trovata in Campania. Ma si tratta anche di capire a che prezzo.
Intanto Decaro si gode le meritate vacanze, fatte di tanto mare, qualche giro in bici e qualche mangiata di ricci di cui è ghiottissimo. Da buon ingegnere non è abituato a fare voli pindarici ed accettare troppi compromessi. Le sue condizioni sono sul tavolo, sta ad altri adesso valutare e decidere. Intanto, da bravo programmatore, sul calendario ha solo un data segnata in rosso, il 4 settembre, giorno della prima riunione che dovrà presiedere alla commissione Envi a Bruxelles.
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