Carlo Cracco - intervistato da Vanity Fair - si è raccontato dagli esordi in tv al suo pensiero su alcune critiche ricevute nel tempo.
Carlo Cracco è forse tra tra i massimi rappresentanti del connubio tv-cucina; in qualità di chef è stato il primo a cimentarsi con il contesto televisivo che talvolta può rivelarsi ‘tritacarne’ di format innovativi e con pochi precedenti. Il suo merito è stato quello di sapersi calare perfettamente nelle logiche del piccolo schermo senza snaturare il senso della sua missione. Il pluristellato ha seguito ciò che all’estero era già in voga e che nel nostro Paese ancora tentennava; così, nel 2011, parte la sua avventura in tv portando la passione per i fornelli nelle case degli italiani con Hell’s Kitchen.

Intervistato da Vanity Fair, Carlo Cracco ha passato in rassegna diversi temi legati alla passione per i fornelli raccontata con i mezzi televisivi toccando poi anche altri temi paralleli e connessi tra loro. “Il mio obiettivo non è mai stato quello di mantenere un ruolo; quando ho portato la cucina in tv tutti pensavano che non avrebbe mai funzionato come format”. A dispetto dello scetticismo, la sua visione si è dimostrata lungimirante anche grazie a circostanza ‘al limite’ dal punto di vista del trattamento: “Non si era mai visto un programma dove non ti trattavano benissimo, al punto da farti piangere”.
Carlo Cracco e il rapporto con le critiche: “Accetto le contestazioni, ma non quelle fuori contesto”
Di contro ad uno stile quasi rude, deciso soprattutto nelle stroncature, Carlo Cracco ha però un tema da precisare e chiarire: “Non c’è bullismo in cucina; ciò che conta è il rispetto, la serietà e la passione”. Le situazioni televisive sono forse anche un po’ esasperate per ragioni di spettacolo ma sempre in maniera naturale; un aspetto che però differisce dalla realtà quotidiana del lavoro che si svolge lontano dai riflettori: “Con la sopraffazione non si costruisce una brigata, casomai nel modo opposto; noi lavoriamo per gli altri, facciamo un dono agli altri… Il nostro lavoro più grande è quello di formazione, far crescere i nostri ragazzi”.
Non ultimo il tema delle critiche, Carlo Cracco di certo non si scompone ma ha qualcosa da dire in merito – come riporta Leggo – nell’intervista rilasciata a Vanity Fair. “Ci sta che uno protesti, ma ad un certo punto ti chiedi quale sia il vero motivo… E’ chiaro che nella testa di queste persone rappresento qualcosa e quindi mi usano per avere un ritorno di immagine”. Lo chef ha poi aggiunto: “Capisco che qualcuno mi contesti ma quando si esce fuori dal contesto fatico a capire”.
