Carlotta Proietti/ “Mio padre Gigi, esplosivo ma anche molto riflessivo”

- Carmine Massimo Balsamo

Carlotta Proietti alla vigilia della serata in onore del padre, l'indimenticabile Gigi, al Globe Theatre: “Il teatro come casa”

carlotta proietti Susanna e Carlotta in compagnia di papà Gigi Proietti

Sono trascorsi poco meno di due anni dalla morte del grande Gigi Proietti, domani il suo genio verrà celebrato al Globe Theatre. Nato nel 2003 dall’intuizione del comico, il teatro domani ospiterà l’inaugurazione dell’Estate Romana con una serata dedicata all’artista. Non mancherà sicuramente Carlotta Proietti: “Vogliamo rendere un piccolo omaggio a papà prima con aneddoti, sonetti, poesie e passaggi di biografia in un percorso abbastanza intimi all’interno del suo Globe inteso come dimensione familiare e casalinga”, le sue parole a Il Tempo.

Nel dialogo con il quotidiano capitolino, Carlotta Proietti ha rivelato di aver ricevuto diversi insegnamenti dal padre, sottolineando le difficoltà nella scissione tra parte professionale e personale: “Era un tutt’uno col suo lavoro, l’aspetto della vita a cui teneva di più e di cui parlava sempre, fra idee e progetti. Mi ha comunicato la sua passione. Ho imparato da lui l’atteggiamento di complicità, vicinanza e rispetto per le persone con cui si lavora che non è per nulla scontato e oggi, trovandomi in una condizione di responsabilità, mi rendo conto di quanto sia importante riconoscere i ruoli all’interno di una squadra”.

CARLOTTA PROIETTI, IL RICORDO DI PAPÀ GIGI

Carlotta Proietti ha ricordato il grande amore del padre Gigi per il teatro, definito una casa dall’artista, e ha ammesso di avere un rimpianto: non aver trovato un suo teatro prima che se ne andasse. Il Globe Theatre per venti anni è stato una vera e propria residenza per la famiglia, con il teatro considerato una vera e propria missione: “Mi chiedeva spesso: ‘Ti diverti?’, alludendo a quanto questo lavoro vada affrontato con serietà. Era esplosivo, ma anche molto riflessivo”. Carlotta Proietti ha evidenziato che il padre aveva dubbi su di sé e non era mai sicuro: “Mi ha trasmesso questa insicurezza. Quando fuori c’era la fila, si domandava se venisse qualcuno a vederlo. Non c’è nulla che si possa dare per acquisito”.





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