Caro ombrellone, estate inedita per l'Italia ma il turismo è cambiato: ecco come e perché è un falso problema, le nuove sfide degli operatori turistici
CARO OMBRELLONE, COSA SUCCEDE NEL TURISMO
Spiagge deserte, affollate solo il weekend, per il caro ombrellone: turisti in fuga in Italia secondo i numeri di quest’estate. Eppure, il fenomeno è ben più complesso, anzi potrebbe trattarsi di un falso problema. Molti operatori del turismo attribuiscono il calo delle presenze estive ai rincari per i servizi balneari, dagli ombrelloni ai letti, ma in realtà i costi medi delle vacanze in Italia sarebbero aumentati di oltre il 30 per cento dal 2019, invece gli stipendi sono rimasti fermi.
Inoltre, i rincari non sono giustificati sempre da effettivi aumenti dei costi. Come evidenziato da InvestireOggi, dopo la pandemia Covid in molti hanno approfittato della domanda in aumento per far salire i prezzi e “far cassa”. Quindi, ora chi si lamenta è chi si trova senza clienti per aver alzato troppo i prezzi.

Ma se un’attività non riesce a offrire prezzi competitivi, e quindi non riesce a sopravvivere, allora è normale che chiuda: per la testata economica si tratta di ‘selezione del mercato‘, quindi resiste chi sa offrire qualità a prezzi giusti. Ma la questione, come dicevamo, è complessa, quindi ci sono altri fattori da tenere presente.
SPIAGGE DESERTE? LE NUOVE “SFIDE”
Il problema è anche strutturale, perché c’è un tema di concessioni balneari, che in Italia sono praticamente eterne. Ciò ha reso il settore poco dinamico, con alcuni operatori che si sentono al riparo dalla concorrenza, quindi non investono sulla qualità, ma aumentano comunque i prezzi anno dopo anno. Al contempo, sono anche cambiate le abitudini turistiche, perché ora gli italiani iniziano a distribuire le vacanze in periodi diversi rispetto all’estate, riducendo l’affollamento estivo e la dipendenza dal mare.
Del resto, il nostro Paese offre montagne, città d’arte, fiumi e laghi, quindi il turismo si sta diversificando. Alla luce di tutto ciò, il problema del “caro ombrellone” non può essere banalizzato, ma va tenuto conto anche del cambiamento culturale, oltre che della domanda. Il punto è che ora si trova spiazzato chi prima contava su protezioni politiche e rendite di posizione.
Ma si può essere al riparo ancora per un po’, perché poi prevalgono le regole del mercato. Il calo di turisti è dovuto sia ai prezzi alti che a un’evoluzione delle abitudini di viaggio: gli operatori devono adattarsi e investire nella qualità per non sparire, ma comunque il mercato tende a eliminare le attività inefficienti.
