Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 che ha sfidato Matteo Salvini forzando il blocco a Lampedusa, sostenuta da un’associazione islamica radicale. E’ questa l’ombra gettata da “La Verità”, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, sulla capitana tedesca. Secondo il giornale, tra i finanziatori che hanno voluto contribuire alla raccolta fondi per pagare la multa annunciata dal ministro Salvini, risulta infatti la Milli Gorus con una donazione da 10 mila euro. L’organizzazione sul suo sito ufficiale si descrive dicendo che “all’inizio era dedicata alla preghiera e all’incontro degli immigrati”, per poi “offrire vari servizi tra cui servizi sociali e istruzione […] e fornire soluzioni ai problemi di integrazione nel modo più sano e senza contribuire alla degenerazione culturale e morale”. Fin qui nulla di grave, se non fosse che…
CAROLA RACKETE, SOSTEGNO DA ASSOCIAZIONE ISLAMICA RADICALE
Secondo “La Verità”, l’associazione, nata in Turchia e presente oggi in molti Paesi d’Europa tra cui Germania, Francia e Italia, è stata accusata di avere simpatie per l’islam radicale. A Milano, tra le prime moschee abusive – oggetto da tempo di una complessa trattativa con il Comune per la regolarizzazione – c’è quella fondata in via Maderna da Milli Gorus che in turco significa “punto di vista nazionale”. Il quotidiano turco Hurriyet ha definito “l’associazione religiosa di islam radicale più grande d’Europa”, con un orientamento – ha spiegato il Centro Studi sulle nuove Religioni – “di tipo fondamentalista neo-tradizionalista, con affinità ai Fratelli Musulmani, ma anche con un richiamo al nazionalismo turco”, al punto che le autorità tedesche, l’hanno inserita nella lista degli osservati speciali per possibili legami con il radicalismo islamico. Come si spiega questo sostegno alla causa di Carola Rackete?