La crisi nera della Cgil: 45mila disdette negli ultimi 10 mesi. Per il Giornale tra le cause della fuga e del crollo di iscritti c'è il segretario Landini

LAVORATORI IN FUGA DALLA CGIL?

Gli iscritti alla Cgil non si sentono rappresentati dal sindacato guidato da Maurizio Landini: lo evidenziano i dati delle disdette, che impongono un dibattito interno sulle cause di questo fenomeno. Negli ultimi dieci mesi ve ne sono state 45mila, una vera e propria fuga secondo l’analisi effettuata dal Giornale. Potrebbe essere la svolta antigovernativa ad aver spinto i lavoratori a non rinnovare la tessera con il sindacato?



Non c’è di sicuro un problema di zone e aree, perché la fuga di iscritti è generale. Quel che è chiaro è come gli iscritti si stanno muovendo. Un ruolo lo ha Cgl, acronimo di “Come Gestire i Licenziamenti“, che è una sigla nata dall’iniziativa di tre ex dirigenti della Cgil espulsi per le critiche mosse contro la gestione dell’attuale segretario.



Una manifestazione Cgil (Ansa)

Il sito non attacca solo la linea Landini, ma consente agli iscritti di usufruire di una procedura per presentare la disdetta. Ed è proprio grazie a questo servizio che 45mila lavoratori hanno detto addio al sindacato. Questo fenomeno non evidenzia solo un problema di rappresentatività all’interno della sigla sindacale, ma solleva anche una questione economica, perché una fuga di iscritti comporta una riduzione di quote versate.

CRISI DI ISCRITTI E ALLARME PER I CONTI

A tal riguardo, Pasquale Napolitano sulle colonne del Giornale cita anche il rosso in cui versa la casa editrice Futura Srl che fa parte della galassia del sindacato: l’anno scorso è stata registrata una perdita di 4,7 milioni di euro, in aumento rispetto all’anno prima. Il fatturato è calato, andando al di sotto della quota di 3 milioni di euro.



Recentemente c’è stato un aumento di capitale, che però potrebbe essere una misura tampone, visto che il Giornale parla di riserve patrimoniali ridotte, con il rischio di chiudere i battenti quest’anno o di dover chiedere nuove “iniezioni”.

Ma Landini è chiamato a riflettere anche sul futuro del sindacato, a meno che non decida di lasciare la questione al suo successore, visto che da tempo si vocifera di un suo passaggio in politica. In ogni caso, per la Cgil dovrà arrivare il momento in cui affrontare la realtà che c’è dietro i numeri che fotografano il crollo degli iscritti, un fenomeno non recente, ma in atto da quando è stato eletto Landini, visto che in quattro anni sono andati persi 177mila tesserati.