Chi era Peppino Impastato: l'attivista che combatté contro le mafie a Cinisi, ucciso dal boss Tano Badalamenti nel 1978

Andrà in onda questa sera il film/documentario “I cento passi” dedicato alla figura di Peppino Impastato che tra gli anni ’70 e ’80 è stato tra i tantissimi che hanno deciso di schierarsi apertamente per combattere il potere della mafia e, in particolare, di Cosa nostra che controllava il piccolo comune di Cinisi (alle porte di Palermo) in cui è nato, cresciuto e – purtroppo – morto a causa di un omicidio commissionato dalla cosca locale che lo vedeva come una vera e propria minaccia.



Dato che molti probabilmente in queste ore si staranno chiedendo chi era Peppino Impastato, vale certamente la pena ripercorrere la sua breve (ma decisamente degna di nota) vita: nato nel 1948 a Cinisi, Giuseppe – detto da tutti “Peppino” – ebbe fin da piccolissimo un contatto diretto con Cosa nostra dato che sue padre, Luigi, era un caro amico del boss locale Gaetano “Tano” Badalamenti; mentre lo zio Cesare Manzella era stato – fino al 1963 – boss di Cinisi, poi deposto nella prima guerra mafiosa.



Nonostante ciò che sarebbe facile immaginare, Peppino Impastato pur nascendo e crescendo a contatto con il mondo della malavita siciliana, fin da giovanissimo decise di schierarsi in aperta opposizione a Cosa nostra, militando nei vari gruppi di estrema sinistra: tutto cambiò radicalmente all’età di 15 anni quando seppe dell’uccisione – voluta dallo stesso Badalamenti – di suo zio Cesare Manzella, capendo quale fosse la vera faccia della mafia.

Chi era Peppino Impastato: la sua attività contro le mafie a Cinisi e la morte per volere di Tano Badalamenti

Dal 1965 iniziò la reale “carriera” di antagonista della mafia di Peppino Impastato con l’adesione al Partito socialista e la fondazione della sua rivista “L’idea socialista” nella quale non si fece alcun problema a criticare apertamente e direttamente il sistema mafioso siciliano: nel tempo ha militato anche in diversi dei gruppi affiliati alla cosiddetta Nuova sinistra nata dopo i movimenti del Sessantotto e una decina di anni più tardi fondò a Cinisi l’associazione culturale “Musica e cultura.

La svolta per Peppino Imparato fu nel 1977 quando fondò la radio libera “Radio Aut nella quale gestiva personalmente il programma “Onda pazza” strutturato attorno al racconto di una fittizia città mafiosa (la sua Cinisi); mentre lo stesso anno decise anche di candidarsi alle elezioni riscuotendo – pur in campagna elettorale – un discreto successo, ma nel maggio del 1978 la sua lotta contro la mafia si esaurì tragicamente.

Peppino Impastato: il luogo dell’omicidio (Foto: web)

Dopo essere stato sequestrato e ucciso, Peppino Impastato fu abbandonato sui binari di un treno con un borsone carico di tritolo con il chiaro intento di inscenare un attentato finito in tragedia: seppur inizialmente gli inquirenti credettero a questa ricostruzione, dal 1984 ha iniziato a farsi strada la pista che – poi nel 2002 – ha portato alla condanna di Tano Badalamenti in qualità di mandate dell’omicidio dell’attivista; mentre alle successive elezioni che si tennero dopo la sua morte, riuscì anche a vincere (figurativamente) un seggio.