La storia di Chiara Inisidioso Monda è tra quelle che non si dovrebbero dimenticare mai ma che, purtroppo, dopo alcuni anni finiscono nel dimenticatoio, superate da vicende simili ma differenti, talvolta anche più crudeli. La ragazza, infatti, appena 19enne, venne picchiata violentemente dal suo ex fidanzato, l’allora 35enne Maurizio Falcioni, che il 3 febbraio 2014 le fracassò la testa a calci. Sopravvisse, miracolosamente, ma uscì dal coma solo 11 mesi dopo, completamente paralizzata fuorché per due dita.
Chiara Monda vive così ormai da quasi 10 anni, perfettamente cosciente di tutto quello che le capita attorno, ma altrettanto incapace di esprimerlo. Nel frattempo Falcioni è stato arrestato e condannato, ma solamente a 16 anni di reclusione con l’accusa di tentato omicidio, proprio perché la sua vittima è sopravvissuta. Una sentenza che proprio non va giù al padre della giovane vittima, Maurizio, che al Messaggero racconta quanto sia illogico che “quello lì a breve esce, tra anche meno di 6 anni”, mentre la sua Chiara Monda “è un morto che cammina. È prigioniera del suo corpo“, nonché un’innocente “all’ergastolo”.
Il padre di Chiara Monda: “Provo una gran pena e troppa rabbia”
Parlando di come sta ora Chiara Monda, il padre racconta che vive presso la clinica ‘Casa Iride’, dove “è serena. Va in una scuola per disabili e nel frattempo il suo quoziente intellettivo è migliorato”. Tuttavia, purtroppo, “il corpo no. Si può solo aiutarlo a non precipitare”. La madre, Danielle Conjarts, racconta anche che “capisce, legge, sorride, sa usare tablet e smartphone“, ma anche lei la definisce “una vittima scampata a un femminicidio” costretta a “scontare la pena”.
“Se mi soffermo a guardala”, racconta il padre di Chiara Monda, “provo troppa pena per lei, perché è cosciente, si intristisce” e lui, dal conto suo, “non riesco a stare fermo, così invento cose da fare in sua presenza. Non capisco, devo ammettere”, confessa, “i moti di pietà e perdono che molti genitori di altre vittime dimostrano di avere”, soprattutto perché lui, “da genitore, impazzisco“.