Ad Ore 14 le motivazioni dei legali di Chiara Petrolini per chiede i domiciliari: la ragazza non potrebbe uccidere ancora perché troppo famosa

La triste vicenda che vede protagonista Chiara Petrolini è tornata al centro della diretta odierna di Ore 14 che ha reso note le motivazioni addotte dal difensore – il dottor Nicola Tria – della ragazza per chiederne la scarcerazione e la detenzione ai domiciliari in attesa dell’effettivo processo: una richiesta che per ora resta ancora in sospeso in attesa della valutazione da parte della Cassazione, fermo restando che – ai sensi della legge – attualmente a Chiara Petrolini è stato effettivamente concesso di tornare nella sua abitazione sotto la supervisione dei genitori che aveva deciso di trasferirsi (dallo scorso dicembre fino a pochi giorni fa) temporaneamente in un’altra abitazione a Parma; probabilmente per scappare dalle attenzioni mediatiche.



Prima di arrivare alle effettive motivazioni presentate dal dottor Tria alla Corte, è bene tornare brevemente indietro nel tempo con la mente per ricordare che Chiara Petrolini è accusata di duplice infanticidio ed occultamento di cadavere: la scorsa estate – infatti – nel cortile della sua abitazione la nonna scoprì il corpo senza vita sepolto di un neonato che dalle indagini successive si appurò avere pochissime ore di vita; mentre poco dopo grazie agli ovvi rilievi da parte degli inquirenti si è scoperto anche un secondo corpo – ormai decomposto – sepolto qualche metro più in là nello stesso cortile.



Il legale di Chiara Petrolini sui domiciliari: “È ormai troppo famosa per realizzare nuovamente la condotta imputata”

Al di là di quello che si deciderà sul caso di Chiara Petrolini in sede processuale – e potrebbero volerci ancora diversi anni per arrivare ad una conclusione effettiva – nel frattempo è interessante notare che secondo il Tribunale del Riesame la ragazza non sarebbe compatibile con la detenzione domiciliare perché i genitori (ed eventualmente anche gli zii indicati dal difensore) sono da ritenere “inaffidabili” dato che già in due occasioni non sono stati in grado di evitare le gravidanze, gli eventuali omicidi e l’occultamento dei cadaveri; peraltro senza accorgersi neppure dell’accaduto.



Ferma restando questa posizione, il dottor Tria tra le varie motivazioni presentate in Cassazione per i domiciliari a Chiara Petrolini ha spiegato che “dal momento che la vita dell’indagata – cita testualmente Ore 14 – viene pubblicamente vivisezionata, spettacolarizzata, giudicata, di qui ai prossimi anni certamente non si verificheranno più le condizioni che hanno consentito la realizzazione delle condotte nascoste oggetto di imputazione“: in altre parole, la ragazza sarebbe troppo ‘famose’ per riuscire a nascondere nuovamente una gravidanza ed occultare altri cadaveri; mentre il legale contesta anche la tesi delle bugie raccontate da Chiara Petrolini, facendo affidamento da una perizia di parte che l’ha ritenuta affetta da un disturbo della personalità con stati dissociativi che l’avrebbe condotta a negare la realtà (dunque non a mentire scientemente) e a nasconderla agli altri.