E' morta a 79 anni Christine McVie, cantante e pianista dei Fleetwood Mac. Aveva cambiato la storia della musica
Per la maggior parte degli ascoltatori, l’Inghilterra degli anni 60 significa Beatles e Rolling Stones. Ma c’era anche una incredibile scena di amanti del blues americano, ragazzi come Eric Clapton, Jimmy Page, Jeff Beck e tanti altri che in qualche modo avevano recuperato vecchi vinili di decenni prima e si erano innamorati della musica di anziani uomini di colore che cantavano melodie tristi, lontane anni luce da quelle apparentemente spensierate di Lennon e McCartney e quelle più arrabbiate di Jagger e Richards. Era una scena così coinvolgente che anche il futuro re della canzone pop, esordì suonando in un gruppo blues, Elton John. Ed era anche così libera e inclusiva che ci poteva essere un gruppo blues capitanato addirittura da una donna. Erano i Chicken Shack e la pianista e cantante si chiamava Christine McVie. In una intervista al The Guardian di un paio d’anni fa racconta “C’è una atmosfera fenomenale quando suoni in un piccolo club , il sudore è palpabile. Era un ambiente amichevole, e quando poi avrei suonato nelle grandi arene il divertimento non era lo stesso, suonare davanti a migliaia di persone può diventare scoraggiante”. E aggiunge: “A quei tempi c’erano pochissime donne che suonavano il blues, ma non mi sono mai sentita scelta. Mi è venuto tutto molto naturale quando ero con i Chicken Shack e le cose hanno iniziato a succedere. Poco dopo ho incontrato i Fleetwood Mac. Non troppe donne hanno detto “Grazie per aver rotto una barriera”, a dire il vero. Sono sicura di essere stato apprezzata, ma non era adorata o qualcosa del genere”.
Con i Chicken Shack Christine McVie ha la possibilità di aprire per un dei più brillanti gruppi blues della scena, i Fleetwood Mac, capitanati dall’incredibile chitarrista Peter Green. E’ così che conosce il bassista John McVie che sposerà presto. Con la dipartita di Green, afflitto da gravi problemi mentali causati dall’abuso di droghe le viene chiesto di unirsi a loro. I Fleetwood Mac stanno cambiando direzione musicale, abbandonando il blues per una strada più pop e commerciale. E’ così nasce il talento da compositrice di Christine che scriverà brani memorabili della storia della musica moderna.
Vedendo i Fleetwood Mac a cui si aggiunge presto la coppia Lindsey Buckingham e Stevie Nicks, ci si è sempre domandato cosa facesse una donna elegante, riservata, quasi una lady delle campagne inglesi, in quel gruppo di zoticoni hippie trasandati. Era l’anello di congiunzione che sapeva portare serenità e gentilezza in un ambiente devastato dall’uso di droghe e litigi amorosi: Buckingham era sposato con Stevie Nicks e lei con John. Durante la registrazione del loro capolavoro e massimo successo commerciale, Rumours, le due coppie si stavano lasciando e i litigi, le divisioni, la droga portarono incredibilmente a una raccolta di canzoni sensazionali. A proposito di quel periodo ricorda: “Devo dire che non sono esente da sensi di colpa a proposito di abusi, ma io e Stevie siamo state molto attente. Ai ragazzi veniva fornita la cocaina nei tappi delle bottiglie di Heineken sul palco, ma Stevie e io usavamo solo i cucchiaini. Suppongo che a volte siamo usciti un po’ fuori, ma in realtà eravamo piuttosto moderate. Mi sono sempre presa cura di me stessa. La mia droga preferita erano la cocaina e lo champagne. Non ho usato nessun altro farmaco. È facile per me dirlo, ma penso che mi abbia fatto suonare meglio. Forse qualcuno potrebbe dissentire….”.
I Fleetwood Mac, come i migliori gruppi rock, sono stati un ensemble dove ognuno contribuiva con le proprie formidabili caratteristiche, ma certamente la differenza la fece la coppia di donne che erano Christine e Stevie Nicks. Spregiudicate, orgogliose, bellissime, rappresentavano l’irruzione della donna in un ambiente fortemente maschilista, quello della musica rock. Selvaggia Stevie, quieta Christine, si completavano a vicenda esaltando la bellezza della femminilità. Sebbene Stevie Nicks abbia giocato con l’immaginario della stregoneria e scritto una canzone dedicata a una immaginaria strega, Rhiannon, era proprio Christine a portare dentro di lei questo magico esoterismo. Era infatti figlia di una medium e sensitiva. Sul palco, le due ragazze portavano un misticismo esoterico che faceva sobbalzare e esaltare. Si completavano a vicenda.
Vero nome (una coincidenza?) Christine Perfect, era nata nella campagna inglese, un pianeta opposto a quello caotico e drogato di Los Angeles dove i Fleetwood Mac consumarono i loro giorni di gloria.
Neanche Stevie sapeva che la cara amica fosse malata. E’ morta ieri dopo quella che è stata definita una breve malattia, a 79 anni. “Poche ore fa mi è stato detto che la mia migliore amica dal 1975 è mancata. Non sapevo nemmeno fosse malata“. La cantante ha citato una canzone, Hallelujah del gruppo Haim, che ha versi che si adattano perfettamente al suo dolore: “La mia migliore amica è morta / Vorrei poterla vedere ora / Mi hai sempre detto che i ricordi durano / Queste braccia si protendono / Eri lì per proteggermi come uno scudo / Capelli lunghi, correndo con me attraverso il campo / Ovunque, sei sempre stato con me / Perché io? Come ho avuto questo alleluia?”. Concludendo: “Ci vediamo dall’altra parte”.
A differenza delle cantanti di oggi che si nascondono dietro narcisistiche sofferenze, finti malesseri, angoscia adolescenziale e che sembrano impaurite di se stesse o che usano il proprio corpo come una sorta di sfida prima di tutto contro se stesse, quelle ragazze degli anni 70 erano veramente loro stesse. Non avevano modelli a cui ispirarsi e perciò se li costruirono da sole, lasciando una immagine a cui ispirarsi per tutte e generazioni successive. Nel cercare un equilibrio tra i traumi che il successo comporta e la loro identità, non si sono mai nascoste dietro a nulla e ci hanno insegnato ad avere il coraggio di essere noi stessi. Con Christine McVie scompare un’epoca irripetibile, fatta di bravura, coraggio e orgoglio.
For you, there’ll be no more crying
For you, the sun will be shining
And I feel that when I’m with you
It’s alright, I know it’s right
(Songbird, Christine McVie)