Anche di mercoledì Canale5 ha proposto Anna e i cinque, la fiction con Sabrina Ferilli della quale la rete si vuole disfare in fretta a causa degli ascolti non proprio esaltanti (almeno nella prima puntata). Dai che dopo questa ne mancano solo 3! Il concept lo conosciamo tutti: la tata di cinque figli con padre vedovo, che per la legge dell’happy end si metterà con il papà e diventerà mamma della prole, dopo essersi sbarazzata nei modi più disparati della aspirante matrigna (che, stega cattiva, vuole mandare i bambini in collegio).
Ferilli nuova Andrews? – La storia ce l’aveva già raccontata Julie Andrews in Tutti insieme Appassionatamente: inarrivabile. Anna e i cinque se lo sogna. Per non parlare di Mary Poppins. Sabrina ferilli tiene in piedi la fiction, usa tutta la sua ironia, si divide neldoppio ruiolo di baby sitter di giorno e spogliarellista di sera, ma non basta. Non c’é l’allegria genuina e tipicamente italiana dei Cesaroni, nonostante entrambe le fiction siano localizzazione di due format spagnoli, forse lontanamente rievoca la romantic comedy anglo-americana, ma siamo lontanissimi da Pretty Woman.
Contro la Ferilli? – Chi apprezza i Cesaroni ha provato a guardare Anna e i cinque, ma il confronto non regge neanche i dati Auditel, che parlano di soli 4 milioni di telespettatori per la prima puntata martedì della scorsa settimana. Paolo Braga, esperto di sceneggiatura, presenza fissa a TvTalk haspiegato come la storia non decolli, la scrittura sia estremamente debole, il tutto partendo dall’ambientazione in una Milano dal sapore onirico assolutamente poco credibile e irriconoscibile. Non sono stati meno duri Italo Moscati e Giorgio Simonelli, che hanno parlato di “complotto” contro Sabrina Ferilli, a partire dalla costumista, che ha assegnato alla protagonista un’immettibile mise da istitutrice anni trenta, forse. In sitesi, da un punto di vista strettamente tecnico l’esito è indubbiamente grossolano
Il cast – Sulla carta ottimo: ci sono transfughi da altre fiction di Mediaset (Jane Alexander, il “Parmesan” del Distretto di Polizia), per non parlare di Franco Castellano e Riccardo garrone. A quest’ultimo, scrive Tvblog, va tributato un plauso: Garrone torna sul video con un’interpretazione riuscitissima, la migliore dell’intera serie. Il suo nonnetto arzillo, contraltare di un figlio troppo ingessato, insegna quanto sia preziosa la vitalità della terza età, specie in nuclei familiari oppressi dalla routine e dal gelo affettivo. Jane Alexander, perfetta nel ruolo della cattiva, strizza l’occhio all’arrivismo contemporaneo. Pierre Cosso, nella parte del papà dei Cinque, con i suoi silenzi e un doppiaggio stentato è anonimo quanto basta per un uomo d’affari dalle aspirazioni esterofile. Raoul Cremona assolutamente non convincente, grande impegno, ma è decisamente meglio che clachi il palco di Zelig, mentre Franco Castellano arranca nei panni dello strozzino sfruttatore di manodopera femminile.
Insomma un prodotto sottotono rispetto al trend a cui ci ha abituati la rete ammiraglia di mediaset. Si salva lei Sabrina Ferilli e la messa in scena dei buoni sentimenti. Ma un format seriale vincente ha bisogno di molto di più.