In Mezz’ora: la crisi – La prima puntata della nuova edizione infrasettimanale del programma In Mezz’ora di Lucia Annunziata, è interamente incentrata sulla crisi. La Annunziata è andata a cercare di parlare direttamente con il professor Monti e l’ha rintracciato nell’albergo a quattro stelle in cui alloggia, per fargli la domanda d’obbligo: si sente pronto? Ma il professore non risponde. Intanto la realtà è che siamo ben lontani dalla soluzione della crisi.
Ospite della giornalista, che trasmette direttamente da Montecitorio è stasera Massimo D’Alema. In collegamento da Londra c’è invece John Glover, esperto di questioni finanziarie. La Borsa italiana oggi è andata sotto e lo spread ha continuato ad alzarsi. Il problema dell’Italia dunque non era Berlusconi? Glover dice che Berlusconi era un problema perché mancava di credibilità, ma il problema è che la crisi ormai non è più solo una questione italiana. Purtroppo nelle obbligazioni italiane c’è il rischio, come in quelle di quasi tutti gli Stati europei. Ed oggi infatti si è cominciato a parlare anche di Francia. Ma perché i mercati hanno continuano a non fidarsi dell’Italia, forse perché le consultazioni vanno troppo a lungo? Per Glover no, perché il problema non è più solo la politica italiana. Ma c’è qualcosa che deve succedere nella politica italiana perché lo spread possa fermarsi almeno per un periodo? Lo spread è il risultato dei fondamenti economici, dice Glover, quindi serve un governo che stimola la crescita, ma non è semplice. Secondo Glover, Monti potrebbe fare qualcosa con importanti riforme strutturali, per mettere le fondamenta per una crescita futura. La situazione al momento, comunque, non è per niente rassicurante, anzi è pericolosissima. Quando c’è il rischio nessuno compra le obbligazioni governative.
Lo spread dunque non è destinato a fermarsi. Ma cosa pensa D’Alema? Egli crede che l’incarico al prof. Monti possa essere un punto di partenza ma non la soluzione. Esiste infatti una debolezza dell’Europa che ha reagito tardi alla crisi e alla speculazione. Il problema del nostro Paese inoltre non era legato solo al volto di Berlusconi, ma alle politiche di questi anni. D’Alema dice che quando loro hanno lasciato il governo lo spread era a 34. Ma erano molti anni fa, rimarca la Annunziata. Il governo Monti, dice d’Alema, è un governo tecnico che nascerà per affrontare la crisi e gli effetti andranno misurati nel corso del tempo. Sicuramente il professore ha chiaro cosa serve all’Italia. Del resto l’Italia è un paese forte, che ha una grande ricchezza e quindi può riprendersi.
Monti intanto ha appena finito una conferenza stampa in cui ha parlato dei fatti del giorno. Alla questione ministri politici, ha risposto che è un suo desiderio che ce ne possano essere nel suo governo. Ma qual’è la questione? I ministri politici, spiega D’Alema, sono esponenti dei partiti, mentre i tecnici vengono dalla società civile. Intanto il PD non sembra porre questo problema dei politici, ma D’Alema dice che secondo lui sarebbe più opportuno che il governo sia di tecnici. L’UDC invece ha chiesto politici che non siano al momento parte di forze parlamentari, come ad esempio Amato e Letta. Ma questo è davvero possibile? Per D’Alema no, perché Letta è un esponente del governo uscente, quindi non è certo super partes, a differenza di Amato. Ma la Annunziata ha parlato con un esponente del PDL che ha parlato della questione del Ministero Grazia e Giustizia. D’Alema dice che quando si forma un nuovo governo l’attenzione di Berlusconi è puntata sul Ministero delle Telecomunicazioni e su quello di Grazia e Giustizia.
La preoccupazione per D’Alema è che Monti riesca ad ottenere un successo e non va ostacolato. Chiaro è che un governo senza parlamentari avrà dei problemi, perché siamo in una democrazia parlamentare. Oggi la lega non è andata alle consultazioni e dai giornali traspare che i Moderati siano molto offesi e che ci sia una risalita del PDL, dopo aver visto ad esempio l’immagine di Bersani che festeggiava. D’Alema dice però che quando cadde il governo Prodi si videro cose anche peggiori, non solo nelle strade ma addirittura in parlamento. Ma Monti ce la può fare? Per d’Alema si perché alla fine si capirà che non ci sono alternative a questo. Creargli impedimenti sarebbe un comportamento del tutto irresponsabile. Ma Berlusconi organizzerà una sorta di guerriglia anche nelle piazze? D’Alema non ha l’impressione che gli italiani in questo momento andrebbero in piazza con Berlusconi contro Monti.
Un’ultima domanda è quella relativa all’ICI e al ritocco delle pensioni. La CGIL e la Camusso sono in questo su posizioni distinte rispetto al PD. D’Alema crede che la CGIL sia un grande sindacato che farà la sua parte nel tutelare gli interessi dei lavoratori, ma si deve rendere conto che la cosa da fare è evitare che la crisi precipiti perché a farne le spese sarebbero solo i cittadini. La CGIL è normale che metta l’accento su certi contenuti, in una logica contrattuale perfettamente comprensibile, ma non per questo ha detto che ostacolerà il governo Monti.
Comunque, dice d’Alema, i governi del PD hanno ridotto il debito pubblico ed hanno promosso la crescita economica e l’occupazione. Nel PD c’è un gruppo di giovani che non ha amato la lettera della BCE. Questo malcontento si farà vivo? In realtà neanche D’Alema considera la lettera un piano di governo, perché le banche non fanno politica. Ci servono di sicuro misure per la crescita ed in questo la responsabilità è della politica. Domani D’Alema non prenderà parte alla consultazione ma dice di non essere dispiaciuto perché chi va rappresenta l’opinione di tutti noi. Con questo si chiude l’aggiornamento sulla crisi per questa sera e l’appuntamento è a domani, per la seconda puntata di In Mezz’ora-La crisi.