Appalti e corruzione, un binomio che ormai sembra sempre più andare a braccetto nel nostro paese, è stato ieri al centro della puntata di Report intitolata Fammi il favore. Milena Gabanelli, in apertura di trasmissione, annuncia di voler mostrare al pubblico come ormai, purtroppo, nell’intricato mondo degli appalti non ha più ragion d’essere sostenere che “le mele marce” siano la minoranza, come peraltro dimostrato anche dalle recenti inchieste sull’Expo 2015 e sul Mose. L’inviata della trasmissione Stefania Rimini intervista a tale proposito Luca Trada, della Rete No Expo, che spiega che il terreno su cui si è scelto di allestire l’evento rappresenta una vera e propria “pietra dello scandalo”, perché appartiene a uno dei membri del comitato promotore (Fieramilano, legata al ministro Maurizio Lupi) ed è un’area privata, quando invece il protocollo stabilisce che un’evento del genere dovrebbe essere creato su suolo pubblico. Inoltre, Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio Comunale di Milano, sottolinea come, con l’aumento esorbitante del valore dei terreni che ospitano la fiera e quelli adiacenti, sarà molto difficile per il comune sostenere dei costi per rientrare in possesso dei suddetti, e ovviamente ciò comporterà un aggravio dei costi per i cittadini.Addentrandosi nei meandri dell’Expo, inoltre, si scopre come può ancora capitare di imbattersi in personaggi come Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, già coinvolti nella Tangentopoli che nei primi anni Novanta fece tremare ambienti politici ed istituzionali italiani, che avevano addirittura messo in piedi un centro studi per dare vita ad appalti su misura, perfino nel settore della sanità.
La conduttrice passa poi a parlare del Mose, definito “mostro giuridico” per le insolite procedure previste dalla legge e utliizzate per la concessione degli appalti, grazie a cui lo Stato consente a un unico soggetto di occuparsi degli appalti dandogli la possibilità di scegliere se e a chi subappaltare senza che venga fatta alcuna pubblica gara. Anche parlando degli appalti del Mose ci si imbatte in personaggi tristemente legati a Mani pulite, come l’imprenditore Piergiorgio Baita, a capo della Mantovani, che nonostante ciò partecipava a conferenze a fianco di ministri, prima che l’arresto mettesse fine alla sua libertà. L’inchiesta del Mose ha coinvolto anche Giampiero Galan, ex Presidente della regione Veneto, che però continua a proclamarsi innocente. Anche nell’ambito del Mose ritroviamo faccende poco pulite che hanno a che vedere con mazzette, pagamenti di stipendi in nero, assunzione indiscriminata di parenti e amici, il tutto, pare, guidato dalla regia dell’ingegner Giovanni Mazzacurati, il quale tra l’altro ha usato i soldi dei contribuenti per pagare le vacanze a Paolo Emilio Signorini, funzionario del CIPE. Tale sistema ha coinvolto anche alcuni servitori dello Stato e l’ex ministro Altero Matteoli, accusato di aver intascato mazzette di importo stratosferico per favorire alcune ditte.Sempre a proposito di Mose, viene spiegato che il consorzio Venezia Nuova deteneva un fondo che veniva utilizzato per mettere a tacere tutti coloro (magistrati, funzionari della Guardia di Finanza) che avrebbero potuto intralciare le varie attività di cui si occupava, mentre le imprese facevano una “cresta” sulle prestazioni tecniche che arrivava anche al 60%; l’ingegner Mazzacurati pagava tali prestazioni con l’accordo che poi avrebbe riceuto in nero la metà delle somme corrisposte per andare a rimpinguare il fondo tangenti. Com’è facile immaginare, ciò ha comportato un aumento esorbitante dei costi inizialmente previsti per le opere prese in carico dal consorzio, che è riuscito ad agire indisturbato nonostante sia stato negativo l’esito dell’unico rapporto riguardante l’impatto ambientale relativo al Mose. Qualcuno, come Armando Danella, l’ex responsabile per la salvaguardia della Laguna Veneta, ha provato a mettere in discussione la convenienza per l’ecosistema del progetto presentato dal consorzio, incontrando però la poca disponibilità di Mazzacurati e dei suoi fedelissimi. Nonostante varie responsabilità siano state accertate, però, pare che la maggior parte dei corrotti e dei corruttori sia destinata a cavarsela attraverso il patteggiamento della pena e, tutt’al più, con qualche periodo di domiciliari e di affidamento ai servizi sociali, come nel caso dell’ex governatore Galan, cosa confermata ai microfoni della trasmissione Grazia Mannozzi, docente di diritto penale; a quanto pare, inoltre, a causa delle leggi oggi vigenti non scatterà neanche l’interdizione dai pubblici uffici per i politici corrotti, che quindi potranno tornare a far ciò che facevano prima della bufera giudiziaria che li ha visti protagonisti.
Nell’ultima parte della trasmissione viene invece mandata in onda un’intervista ad Arnaldo Forlani, il più anziano testimone dei segreti della Prima Repubblica nonché unico ex Presidente del Consiglio condannato per finanziamento illecito ai partiti ad aver scontato la sua pena. Per l’ormai novantenne Forlani l’operazioni Mani pulite fu caratterizzata dall’ “ambiguità”, soprattutto a causa del fatto che la giustizia, a suo parere, venne usata per raggiungere scopi di carattere politico, e sollecitato da Milena Gabanelli, non manca di esprimere un parere anche su Matteo Renzi, che a lui appare un elemento di stimolo e di innovazione per il suo partito e per l’Italia, non specificando però se in senso positivo o negativo. La trasmissione si conclude con gli aggiornamenti riguardanti gli sviluppi giudiziari di alcune delle inchieste presentate nelle precedenti puntate, come ad esempio quella riguardante le false certificazioni dei macchinari usati a scopo diagnostico.
Va in onda su Rai Tre una nuova puntata del programma Report, visibile anche in diretta streaming. L’inchiesta di questa sera sarà dedicata alle indagini sui cantieri di Expo e del Mose. Clicca qui per vedere la diretta streaming di Report su Rai.tv
Torna questa sera in prima serata su Rai Tre, il nuovo Rport di Milena Gabanelli. Oltre alla corruzione, soprattutto legata all’Expo 2015 di Milano, avremo modo di vedere un’intervista fatta da Milena ?Gabanelli? ad Arnaldo ?Forlani? nell’ambito della corruzione e l’alleanza tra Craxi, Forlani e Andreotti. In particolare, sulla pagina Facebook ufficiale del programma, è possibile vedere un video anteprima (QUI il link) mentre leggiamo: “Ormai novantenne, Forlani è lultimo sopravvissuto del CAF (lalleanza Craxi, Andreotti, Forlani) un testimone storico di quasi quarantanni di vita politica italiana e continua a difendere la sua versione di assoluta inconsapevolezza di quanto accadeva intorno a lui nel suo partito”. Cosa svelerà?
Questa sera, domenica 26 ottobre, alle 21.45 su Rai Tre va in onda una nuova puntata di “Report“, con Milena Gabanelli. La puntata si intitola “Fammi il favore” e tratterà i temi scottanti legati all’Expo al Mose. Stefania Rimini ricostruisce le due grandi inchieste che hanno messo sottosopra gli organigrammi dei due progetti rischiano di arenarsi nelle secche dei patteggiamenti e delle prescrizioni. Si palerà anche di tangenti a 2.0, molto più sofisticate della vecchia valigetta di contanti da portare in Svizzera. Sembra proprio che uno dei pilastri di questo sistema di corruzione organizzato sia fornito proprio dalla normativa, basti pensare che contemporanea agli scandali Expo e Mose, è entra in vigore la legge delega 67/2014, che introduce la messa in prova, una norma che consente di estinguere reati puniti con pene fino a 4 anni di reclusione tra cui addirittura lomessa dichiarazione, la dichiarazione infedele, il falso in bilancio, le false comunicazioni sociali, la corruzione tra privati: il passo verso limpunità totale è breve. A fine puntata Milena Gabanelli intervisterà Arnaldo Forlani, segretario della Democrazia Cristiana, presidente del Consiglio e più volte ministro, condannato a due anni e 4 mesi nellambito del Processo Enimont per finanziamento illecito al partito. Forlani è lultimo sopravvissuto del CAF (lalleanza Craxi, Andreotti, Forlani).