Nella serata del 2 giugno, e in occasione del bicentenario dell Arma dei Carabinieri, Rai 1 trasmetterà il film per la tv A testa alta, dedicato ai Martiri di Fiesole Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola. Viene narrato uno dei tragici episodi che costellarono la Guerra di Liberazione in Italia e che vide protagonisti tre giovanissimi carabinieri che decisero di consegnarsi alle truppe naziste per evitare l uccisione di dieci civili da parte degli occupanti. Ultimo atto di una situazione innescata dalla loro decisione di unirsi alle brigate partigiane per cercare di combattere l occupante nel terribile periodo che fece seguito alla dissoluzione del regime fascista.
L episodio che li vide protagonisti avvenne nell agosto del 1944, nell ambito dell offensiva scatenata dalle forze alleate per cercare di liberare Firenze. Un tentativo supportato dalle forze partigiane che avevano trovato a loro volta un collegamento con i carabinieri della piccola caserma di Fiesole (FI) guidata dal vicebrigadiere Giuseppe Amico. Collegamento però scoperto dai nazisti, i quali decisero di rimediare alla situazione tendendo un agguato a una staffetta di collegamento dei partigiani, che portò alla immediata fucilazione di Sebastiano Pandolfo e di un giovanissimo patriota. Allo stesso tempo, le forze naziste scatenarono un rastrellamento cui i carabinieri riuscirono a sottrarsi a fatica, senza però poter impedire ai tedeschi di prendere in ostaggio dieci civili, minacciandone la fucilazione in caso di mancata consegna da parte dei militi. Ricatto di fronte al quale La Rocca, Sbarretti e Marandola decisero di cedere per poter salvare la vita delle persone prese in ostaggio.
Alberto La Rocca nacque a Sora (FR) il 12 giugno 1924, nono figlio degli undici di Vincenzo e Filomena. Battezzato nella chiesa di Santa Maria Assunta da Don Vincenzo Conte, come i fratelli si dedicò alla cura dei campi, dopo aver studiato alle elementari di Campopiano, sotto le cure di Elvira Simoncelli, la stessa che aveva seguito i fratelli, Un periodo di studi limitato alle prime tre classi come era del resto consuetudine in una Italia ancora povera e rurale, nella quale in pochi potevano permettersi di dare vita a una adeguata carriera scolastica. Proprio l arruolamento nei carabinieri fu quindi visto in famiglia come una sorta di avanzamento sociale, sia per lui che per il fratello Francesco che lo aveva preceduto. Senza poter immaginare la morte che lo attendeva nell agosto del 1944 quando il giovane carabiniere decise di non poter far pagare ad altri la scelta da lui compiuta, avviandosi alla fucilazione da parte del nemico.
Vittorio Marandola, nacque a sua volta a Cervaro (FR), il 24 agosto 1922, da Angelo e Angela, piccoli proprietari di appezzamenti posti nello stesso centro. Anche lui si dedicò al lavoro dei campi, al quale unì però una forte attitudine allo studio che lo portò dopo le scuole elementari a frequentare la Scuola di Avviamento di Cassino, che usava raggiungere con una bicicletta. Una volta terminato il periodo degli studi, non esitò quindi ad arruolarsi nei carabinieri, anche da lui visti come un avanzamento sociale. Una decisione che però sarebbe culminata nei tragici fatti di Fiesole.
Infine Fulvio Sbarretti, originario di Nocera Umbra (PG), ove era nato il 22 settembre 1922. Di lui non si hanno notizie precise, anche se proprio la cittadina dove era nato ha dato luogo nel 2013 a una commossa celebrazione nel corso della quale è stato ricordato il suo sacrificio. Un ottimo modo per ricordare anche a distanza di sessanta anni dai fatti la drammaticità di un momento storico nel quale tanti italiani decisero di non potersi più disinteressare di quanto stava avvenendo lungo una penisola percorsa dall esercito nemico, pagando con il proprio sangue la conseguente assunzione di responsabilità.