In prima serata di oggi, mercoledì 16 luglio 2014, su Rete 4, a partire dalle 21.15 verrà trasmesso il film Lallenatore nel pallone. La pellicola, per la regia di Sergio Martino (1984) ha come protagonista Lino Banfi nei panni dell’allenatore Oronzo Canà, che per la prima volta nella sua carriera si trova ad allenare una squadra di Serie A. Dopo una disastrosa, seppur comica, campagna acquisti svoltasi in Brasile, Canà torna a casa a mani quasi vuote e durante tutto linizio del campionato riesce a portare a casa solo 3 punti. Dopo un tentativo di preparazione atletica, durante il quale la squadra deve vedersela anche con contrasti e antipatie interne, lallenatore dovrà tentare di salvare la squadra da unormai segnata retrocessione
Mercoledì 16 luglio 2014 su Rete 4, alle ore 21:15, verrà trasmesso il film del 1984 “L’allenatore nel pallone“, diretto dal regista italiano Sergio Martino, una commedia ambientata nel mondo del calcio. L’allenatore pugliese Oronzo Canà (Lino Banfi), dopo un passato da allenatore di Serie B, apprende in diretta tv la sua nomina ad allenatore della Longobarda, team appena promosso nella massima serie. Il presidente della Longobarda Borlotti (Camillo Milli) promette a Canà e alla stampa una campagna acquisti faraonica, con lo scopo di ottenere una salvezza tranquilla, ma in realtà non effettua alcun acquisto e cede alla Juventus i due giocatori più forti della squadra, Falchetti e Mengoni. Le promesse di acquistare i campioni delle squadre italiane si rivela fallimentare e il presidente manda Canà in Brasile, alla ricerca di giovani talenti sconosciuti da lanciare nel campionato italiano, assieme allo strampalato mediatore Andrea Bergonzoni (Andrea Roncato). Bergonzoni millanta conoscenze a tutti i livelli nel calcio brasiliano e presenta a Canà il talent scout Giginho (Gigi Sammarchi), un uomo che ha le mani in pasta dappertutto (successivamente si scoprirà che in realtà Giginho vive alla giornata, occupandosi dei lavori più umili). I due mediatori tenteranno, con risultati fallimentari, di acquistare Eder, Junior e persino Socrates. Canà, per un equivoco, verrà sottoposto a un intervento chirurgico da parte dell’omonimo chirurgo brasiliano, che lo apostroferà pesantemente per i suoi tentativi di portare via dal Brasile i calciatori migliori. Andrea e Giginho riescono a scovare in un campetto di periferia un giovane e talentuoso calciatore, dotato di ottimo dribbling e notevole tecnica, e Canà decide di acquistare Aristoteles (Urs Althaus) e di portarlo con se alla Longobarda. In ritiro Canà tenta, invano, di spiegare le sue innovative tattiche di gioco (in particolare il modulo 5-5-5), suscitando l’ilarità di gran parte della squadra, soprattutto del capitano Speroni (Stefano Davanzati). Il campionato della Longobarda inizia con risultati disastrosi: dopo sette partite la Longobarda ha solo 3 punti e la tifoseria chiede la testa dell’allenatore. Borlotti conferma la fiducia nei confronti del tecnico, sperando nell’esplosione del brasiliano Aristoteles. La squadra va in ritiro e qui vengono fuori i problemi di Aristoteles, che soffre di saudade e non riesce a rendere al massimo. Canà rincuora il calciatore che finalmente esplode. I suoi goal portano la Longobarda fuori dalla zona salvezza, provocando la gioia del presidente, della tifoseria, della moglie di Canà, Mara (Giuliana Calandra), e di sua figlia Michelina (Stefania Spugnini). L’exploit di Aristoteles provoca la gelosia del capitano Speroni, amante segreto della moglie di Borlotti (Licinia Lentini), che nel corso del match contro il Milan colpisce volontariamente il brasiliano, infortunandolo gravemente. Priva di Aristoteles la Longobarda infila una serie negativa di risultati e torna in zona retrocessione. Canà cerca in ogni modo di risollevare le sorti della sua squadra, affidandosi persino alla magia nera di sua suocera (Viviana Larice) per fermare Zico, e cercando un’improbabile combine con Picchio De Sisti, allenatore della Fiorentina. Il ritorno in campo di Aristoteles, a poche giornate dal termine, restituisce alla Longobarda residue speranze di salvezza. Nell’ultimo, decisivo match contro l’Atalanta, una vittoria permetterebbe alla squadra di salvarsi. Borlotti rivela a Canà le sue reali intenzioni: non vuole la salvezza, la serie A è troppo onerosa, e chiede a Canà di perdere, promettendogli il rinnovo del contratto, con ritocco sostanzioso sull’ingaggio. Borlotti ha già un accordo con i calciatori e chiede a Canà di non schierare Aristoteles, l’unico in grado, con le sue giocate, di permettere alla Longobarda di vincere. Canà, ferito dalle parole del presidente, accetta a malincuore e non schiera Aristoteles. A fine primo tempo la Longobarda è in svantaggio e Canà, in preda a uno scatto d’orgoglio, sostituisce Speroni con Aristoteles. Il calciatore brasiliano segna una doppietta e permette alla Longobarda di salvarsi. A fine partita Canà viene portato in tripudio dai tifosi e Borlotti gli comunica il suo licenziamento. Canà, felice per il risultato raggiunto, risponde, in maniera colorita, comunicandogli l’infedeltà della moglie.