Ieri sera, lunedì 26 gennaio è andata in onda una nuova puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta, condotta da Alberto Angela dal titolo “Nemici invisibili” che fa riferimento ai microorganismi che da sempre condizionano la vita dell’uomo. Il primo scienziato ad ipotizzarne l’esistenza fu il chimico francese Louis Pasteur che ai tempi di Napoleone III comprese che scaldando gli alimenti avrebbe distrutto i microbi in essi presenti, favorendone la conservazione (la cosiddetta pastorizzazione, tuttora utilizzata). In seguito Pasteur cominciò a studiare le malattie che colpivano gli animali e gli uomini, nonostante l’avversione dei medici, secondo cui le malattie nascevano dall’interno dell’organismo. Il 6 luglio del 1885, in assoluto segreto, avvenne la prima vaccinazione nei confronti di un bambino che era stato morso da un cane e aveva contratto il virus della rabbia. All’insaputa dei genitori del bambino, Pasteur iniettò nel suo corpo il virus della rabbia, utilizzando ceppi trattati e resi inoffensivi, e riuscì ad ottenere la guarigione. Il bambino guarì dalla rabbia e nel laboratorio di Pasteur accorse gente proveniente da tutto il mondo per farsi vaccinare. Da sempre l’uomo combatte contro i microorganismi, che in presenza di sovraffollamento e scarse condizioni igieniche hanno provocato delle vere e proprie stragi. La prima epidemia documentata è quella che avvenne ad Atene nel 430 avanti Cristo, quando durante la guerra del Peloponneso un terribile morbo (probabilmente tifo) provocò la morte di 70.000 persone (la metà degli abitanti di Atene). Nel 165 dopo Cristo l’impero romano venne colpito da quella che fu definita peste di Antonino (probabilmente peste o vaiolo), che provocò 5 milioni di vittime in tutto l’impero. Nel 542 ci fu la prima epidemia di peste bubbonica a Costantinopoli. I microorganismi hanno avuto un ruolo determinante nella conquista dei territori americani, in quanto influenza e morbillo provocarono la morte del 90% dei nativi americani, che non avevano le difese immunitarie per resistere ai microbi. Nel 1630 un’epidemia di peste colpì Milano (descritta anche da Alessandro Manzoni nel romanzo “I promessi sposi”) e ne ridusse la popolazione da 250.000 a 64.000 abitanti. Agli inizi dell’ottocento, in seguito alla conquista dell’India da parte degli inglesi, il vibrione del colera giunse in Europa e provocò stragi a Londra, Parigi, Napoli e in molte altre metropoli del mondo. La prima pandemia si ebbe nel biennio 1918-1919, quando la febbre spagnola provocò la morte di 40 milioni di persone in tutto il mondo, favorita dalle terribili condizioni igienico-sanitarie causate dalla Grande Guerra.
L’ultima grande epidemia è stata quella legata al virus Hiv, che ha provocato, a partire dal 1981 (anno in cui il virus è stato scoperto) 25 milioni di morti. Attualmente la principale preoccupazione è legata al virus ebola, una febbre emorragica che uccide il 40-80% dei contagiati nell’Africa Occidentale e probabilmente è stata trasmessa all’uomo dai pipistrelli della frutta. Il contagio da uomo a uomo avviene escusivamente in caso di contatto diretto con sangue o secrezioni corporee e il virus fu scoperto per la prima volta in Congo nel 1976. In Liberia, Guinea e Sierra Leone sono stati accertati circa 21.000 causi e il virus ha provocato la morte di 8.000 persone, a causa delle scarse condizioni igieniche che ne hanno favorito la proliferazione. Il virus è sbarcato anche negli Stati Uniti e in Europa ma si è trattato di casi isolati, subito circoscritti, e anche in Nigeria, paese dove le condizioni igienico-sanitarie sono migliori rispetto a Liberia, Guinea e Sierra Leone, il contagio è stato fermato rapidamente. Attualmente è in fase di sperimentazione un vaccino che ha dato ottimi risultati sulle scimmie e potrebbe essere presto utilizzato anche sull’uomo. La diffusione della pesta nera in Europa è stata, probabilmente, il primo caso di guerra batteriologica.
Nel 1347 i mongoli, durante l’assedio della Crimea, lanciarono, utilizzando delle catapulte, soldati morti a seguito di un morbo misterioso, provocando il contagio all’interno delle città delle Crimea. Gli assediati lasciarono le città fuggendo su 12 navi genovesi, che giunsero a Messina, e da li provocarono la diffusione del morbo in tutta Europa, e la morte di un europeo su 3. A differenza della peste attuale, la peste medioevale si diffondeva da uomo a uomo e aveva tassi di mortalità altissimi: è possibile che un’epidemia simile si ripeta? Un team di ricercatori tedeschi ha analizzato i resti dei deceduti a causa della peste nera e ha scoperto che il dna dell’agente si è notevolmente modificato nel tempo, arrivando fino alla forma attuale, meno pericolosa. Attualmente il contagio non avviene da uomo a uomo ma a causa dei topi, che trasportando le pulci, che a loro volta contengono il batterio Yersinia pestis.
A che punto è la guerra dell’uomo contro le infezioni? I microorganismi sono in grado di adattarsi rapidamente e probabilmente questa guerra non terminerà mai. Attualmente la tubercolosi è la prima causa di morte al mondo e, nonostante la malattia sia stata debellata in Italia (1 infettato su 10.000 abitanti) sono in aumento i casi in cui i microbatteri mostrano una maggiore resistenza agli antibiotici. La prima causa di morte per i bambini resta la polmonite ma anche il morbillo provoca la morte di 25 bambini ogni ora. La malaria attualmente è una malattia curabile ma resta un flagello per gli abitanti dell’Africa subsahariana, come ad esempio quelli del Benin, da cui vengono mostrate alcune immagini. La principale emergenza nell’Africa subsahariana è la trasmissione dell’Hiv dalle mamme in gravidanza ai nascituri ma negli ultimi anni la percentuale si è radicalmente ridotta.
È possibile rivedere la puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta accedendo al sito della trasmissione dove vengono raccolti i video di tutte le puntate: clicca qui