Antimina Cesarano, per i più attenti una delle storie più cruente negli ultimi anni nel filone delle aggressioni alle donne per motivi che un tempo si dicevano “passionali”. Ad Amore Criminale questa sera su Rai 3 con Barbara De Rossi verrà riproposta, nella consueta formula del documentario recitato, la storia di Antimina che per fortuna può dire di essersi salvata dopo l’aggressione e l’accoltellamento subito dal suo ex fidanzato. Dopo due anni dall’aggressione – che ricordiamo è avvenuta il 23 agosto 2003 ad Osimo, nelle Marche – in una intervista rilasciata alla testata “Ancona Today”, Antimina ha voluto raccontare tutto del giorno in cui decise di ribellarsi, lasciando quell’uomo violento e pericoloso e cercando di ricostruirsi una nuova vita. Scelta, evidentemente mai accettata dell’ex, che ha dato il via a un crescendo di violenza e follia, colmata poi, nell’aggressione di cui è stata vittima la donna. «Ogni volta che sento di un caso di femminicidio, mi ci riconosco e penso sempre di essere fortunata rispetto a tante altre, rivivo sulla pelle quel giorno e sento ancora il rischio di morire».Bisogna fare attenzione, avverte nell’intervista, «a costruire un rapporto alla pari, senza farsi mai sminuire e occorre controllare e riflettere sulle reazioni del proprio partner, quando sono spropositate o verbalmente violente. Meglio, dunque, chiudere subito una storia che non funziona, piuttosto che accontentarsi e accettare umiliazioni a testa bassa, sperando in un cambiamento che non avverrà mai». Antimina, nell’intervista, asserisce che non sa se potrà mai fidarsi completamente di un altro uomo e che ancora teme per la sua incolumità, qualora il Graciotti dovesse uscire in tempi relativamente brevi dal carcere.
Altro caso di violenze sulle donne questa sera, nella quarta puntata di Amore Criminale in onda su Rai 3, con il caso di Antimina Cesarano che verrà presentato tra gli altri casi della trasmissione. Una storia terribile, che per fortuna ha un aspetto di lieto fine, per il fatto che l’indicibile violenza subita dalla donna allora 40enne nel 2003 non ha portato alla morte di Antimina che invece si è ripresa e sta ricominciando la sua vita: questa sera viene raccontata nel documentario di Amore Criminale tutta la sua storia, assieme a quella di altri casi di violenze sulle donne, presentate come sempre da Barbara De Rossi in prima serata su Rai 3. I fatti sono molti intensi e ricordano nel dettaglio quella mattina tragica di due anni fa: sono appena le 5 del mattino del 23 agosto 2013, quando la 40enne Antimina Cesarano, si trova in via delle Scalette, a Osimo, nelle Marche, per recarsi al lavoro. Fa l’operatrice delle pulizie e, in quei giorni, è ospite a casa della sorella dopo la recente separazione dall’ ex convivente, Luca Graciotti, un 43enne disoccupato. La donna, quindi, sta per entrare nella sua macchina per recarsi a Sogemi, dove si trova la sede di lavoro quando, all’improvviso e senza neanche potersene rendere conto, spunta da un vicolo, isolato e buio, il suo ex fidanzato, armato di coltello.
L’uomo, senza preavviso e con inaudita violenza, tenta di accoltellarla ripetutamente, centrandola con un colpo al petto dalle conseguenze potenzialmente drammatiche. Non soddisfatto, il Graciotti, completamente fuori controllo, tenta anche di strangolarla, forse per assicurarsi di portare a termine il suo macabro e folle piano. Antimina Cesarano, però, è forte, resiste agli attacchi e si salva grazie all’intervento tempestivo della sorella e della nipote, richiamate dalle urla e dai rumori inconsueti. La lama che l’ha colpita, si è scoperto poi essere un coltello da cucina della lunghezza di circa 20 cm e che, solo per miracolo, non l’ha centrata in un punto vitale. La notizia, riportata da “Il Messaggero” parla di una aggressione avvenuta al culmine di una situazione di tensione e dolore che si portava avanti da tempo, ormai. I due, infatti, sono stati insieme per 15 anni, in un crescendo di violenze psicologiche a cui la vittima, Antimina, aveva deciso di porre fine. L’uomo, infatti, per anni l’ha insultata e sminuita nelle sue capacità e qualità, deridendola e denigrandola a ogni occasione. Antimina ha sempre accettato tutto a testa bassa, facendo l’errore di sperare in un cambiamento e facendosi mortificare in tutti i modi, arrivando a credere lei stessa di non valere nulla. Le vessazioni abbracciavano qualsiasi campo: a livello umano con insulti continui, a livello economico, con restrizioni sui risparmi comuni a cui lei non aveva diritto di attingere. Inoltre, le finanze familiari cominciavano a risentire pericolosamente dei continui prelievi del Graciotti, che non pago delle violenze casalinghe con cui vessava la compagna, boicottava anche il suo lavoro, per costringerla a rimanere schiava di una sudditanza psicologica violenta e crudele.
La situazione peggiora ulteriormente quando lui perde il lavoro. Invece che sottolineare i successi della convivente che, a quel punto, era rimasta colei che portava avanti la famiglia, continuava a deriderla e farle violenza psicologica, non accettando di trovarsi in una presunta condizione di inferiorità.
L’uomo, in seguito, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, con l’aggravante della premeditazione ed è stato condannato dal tribunale a 6 anni di carcere, a fronte dei 12 richiesti dal PM. Specie questo fatto ha reso la storia ancora più assurda, visto che per molti l’accusa ufficiale arrivata dal tribunale sembra troppo “leggera” per una fatto così grave. In un’intervista due anni dopo al fattaccio di Osimo, Antimina racconta come la sua vita sta ripartendo e in maniera intensa e possibilmente felice, nonostante la notizia che tra qualche anno uscirà il suo ex fidanzato non la smuove dalla sua decisione di rimanere a vivere dov’è. «Non voglio più avere paura, e soprattutto non voglio più nascondermi: prenderò misure cautelative ovviamente, ma la mia vita è ricominciata e non intendo smetterla».