Ulisse – Il Piacere della Scoperta, riassunto puntata 23 febbraio 2015 – Ieri sera, lunedì 23 febbraio 2015, è andata in onda una nuova puntata di “Ulisse – Il piacere delle scoperta“, il programma di approfondimento scientifico condotto da Alberto Angela. Ecco cosa è successo: la puntata comincia da Piazza del Plebiscito a Napoli, il cuore del Regno delle due Sicilie, che è il tema della serata e che vide l’apice dello splendore sotto Carlo e Ferdinando di Borbone. Questo regno passò alla storia come sinonimo di arretratezza, povertà ma non è del tutto vero. Molti sono i luoghi spettacolari del regno come la Reggia di Caserta, che è un tesoro d’arte costruita ispirandosi a quella di Versailles, quella di Capodimonte con la sua fabbrica di porcellana, la Certosa di Padula, le ville di Palermo dei principi Gattopardi. Il Regno delle due Sicilie era il più esteso e il più ricco d’Itala con Napoli come capitale. Era una città popolosa, dai vicoli stretti, alti palazzi in stile barocco, con un ottimo sistema fognario, dove arrivò prima che in altri luoghi l’acqua corrente nelle case. Fu istituito il primo orto botanico, il primo cimitero per poveri, con un teatro gioiello come il San Carlo, in onore del re che salì al trono a soli 18 anni. Iniziò con lui un grande periodo aureo per Napoli, perché aveva idee moderne ed era legato al popolo, per questo fu molto amato. E’ il Congresso di Vienna del 1815 che unì il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, con il nome Regno delle Due Sicilie, che trovò il punto di riferimento nella grandiosa Reggia di Caserta iniziata nel 1752 a opera del Vanvitelli e finita in circa un secolo. Era lontana dal mare per questioni di difesa, una residenza da 61 mila mt. quadrati con più di 1000 stanze, oltre 1700 finestre e un parco davvero straordinario. Si accede dallo scalone d’onore che si divide in 2 rampe laterali che portano sale immense decorate in modo straordinario. La sala del trono è immensa con un soffitto riccamente decorato con un troppo sorprendentemente piccolo. Il re aveva appartamenti privati con una camera che aveva un letto a baldacchino enorme. La sala bagno del re era lussuosissima con sanitari placcati in oro, come pure quello della regina. Vanvitelli costruì anche un prezioso teatro per il re che è una sorta di riproduzione in miniatura del San Carlo. Il parco è da sogno con un canale lungo 3 km che culmina nella fontana di Venere. L’acqua arrivò dall’acquedotto Carolino quasi del tutto sotterraneo che la portò da una distanza di 38 km. Le malattie erano molto diffuse e riguardarono anche il re, che contrasse il vaiolo: al tempo uccise 60 milioni di persone all’inizio del ‘700. La fede cristiana era diffusa in una popolazione dedita all’agricoltura, comunque analfabeta e molto povera. La Certosa di Padula è un’altra costruzione realizzata nell’arco di 4 secoli per la sua immensità, ricca di storia e di arte. Era per lo più isolata dal mondo esterno, l’unico contatto era un piazzale dove si vendeva la merce. Vivevano qui i monaci di clausura in una zona con accesso estremamente limitato. Qui c’è ancora la chiesa con un coro che è un’opera d’arte capolavoro d’intaglio. Impressionante la cucina dove si preparavano i cibi, per grandezza e cura dei particolari, per cuocere cibi in grande quantità, con pranzi e cene rimaste nella storia come i banchetti per il re Carlo V. La certosa ha un chiostro tra i più grandi del mondo. Il popolo del regno dei Borbone era comunque in assoluta povertà, dedito all’agricoltura, dove dominava il latifondo, con immense colture di cereali. Le masserie erano la struttura più importante per l’organizzazione del lavoro agricolo, dove avveniva la raccolta e la lavorazione dei prodotti come per esempio per l’uva. La lavorazione era su grande scala, con strutture enormi e botti da migliaia di litri. Anche le olive subivano una lavorazione a mano, e l’olio con macine sottoterra spinte dagli animali e il lavoro dei campi era comunque faticoso e nel quale venivano coinvolti anche i bambini. Il fico era una pianta importante per i braccianti, zuccherina ed energetica. Era molto in uso mangiare pane e fichi per integrare l’unico pasto della giornata già gramo. Solo gli uomini sedevano a tavola, le donne li servivano e mangiavano in disparte, spesso in piedi. Il pomodoro ancora non era usato e la dieta era a base di legumi, farina, olio, formaggi, pasta fatta in casa. La madia era l’unico mobile in casa insieme al baule, mentre il letto era la cosa più preziosa, ma non aveva materassi bensì sacchi con foglie secche e paglia senza lenzuola. Si era già fortunati ad avere un tetto. In genere i contadini erano costretti a spostarsi da una masseria all’altra, dormendo in grandi stanzoni, lavorano alla giornata conducendo una vita poverissima. E’ da loro però che arrivava la ricchezza dei nobili per costruire palazzi sfarzosi e condurre una vita nel lusso. La reggia di Capodimonte è uno scrigno di tesori, con grandi sale, capolavori come la Collezione Farnese e altre opere d’arte d’inestimabile valore. Il salotto della regina o salottino cinese venne trasferito dalla Reggia di Portici e si chiama così proprio per le figure cinesi sulle pareti e le ghirlande rococò. La reggia ha anche un grande parco con una fabbrica di porcellana voluta dal re Borbone, grazie a sua moglie Maria Amalia di Sassonia della quale amava i servizi da te. Carlo di Borbone ingaggiò operai specializzati e la materia prima, il caolino, la prese in Calabria. Il museo di Capodimonte racchiude i tesori di un’arte divenuta famosa nel mondo. Le porcellane divennero preziose ma la fabbrica venne chiusa quando il re passò al trono di Spagna . Suo figlio Ferdinando tentò di riaprire la fabbrica ma non ebbe lo stesso successo. Carlo di Borbone amava anche i vasi, le statue, e in genere le antichità e fu il primo ad avviare gli scavi di Pompei, nel 1709 quando furono ritrovati dei reperti durante i lavori per la costruzione di una villa. E’ da qui che fu scoperta una città antica unica al mondo come Pompei insieme a Ercolano. Arrivarono folle di visitatori e turisti che erano soprattutto studiosi, nobili, amanti della cultura. Pompei entrò nell’itinerario del Gran Tour. Per contro milioni di contadini, specialmente donne, rimanevano analfabete, si sposavano molto presto, soprattutto se possedevano una dote. L’aspettativa di vita era intorno ai 50 anni e molti morivano prima per le malattie e per mancanza di medici. Nel 1759 Carlo lasciò al figlio Ferdinando il trono: aveva solo 8 anni e passò alla storia come il “re lazzarone”. Amava la caccia e la pesca che metteva davanti agli interessi del regno. La moglie fu scelta per stabilire un’alleanza con gli Asburgo-Lorena. Fu Maria Carolina la donna che sposò e che portò l’illuminismo a corte. Ferdinando era molto vicino al popolo e parlava il dialetto come loro. Il soprannome “lazzarone” deriva proprio dal nome con cui i nobili chiamavano i popolani e cioè “lazzaroni”. Ferdinando fondò anche una fabbrica tessile estremamente moderna per l’epoca, oggi restaurata. I fili di seta venivano lavorati e al piano superiore venivano create le stoffe con i telai. La fabbrica diede vita a una comunità di persone provenienti da tutta Italia.
Le leggi che Ferdinando impiegò erano all’avanguardia: istruzione obbligatoria, matrimoni fatti per amore, l’usufrutto alle vedove, ma i lutti erano vietati a causa della sua superstizione perché credeva che portassero sfortuna. Nello stesso periodo scoppiava la rivoluzione francese a causa del popolo ormai allo stremo e affamato. Il vento delle rivoluzione arrivò anche a Napoli e nel 1798 Ferdinando fuggì a Palermo dai principi suoi alleati.. I principi siciliani, i Gattopardi, raccontati anche dal celebre film “Il gattopardo”, non si sentivano certo inferiori al re. I principi omaggiarono il re con terreni perché avesse una riserva di caccia, e per la regina perché avesse un’oasi di pace. Il Palazzo Valguarnera Gangi è una delle residenze nobili più belle in assoluto del sud Italia con un grande gioco di prospettive. Lusso, saloni, cura dei particolari con lampadari e affreschi stupefacenti. Si facevano favolosi balli dove si riuniva la crema della nobiltà. Anche a Palermo avvenivano i duelli, d’amore o d’affari, che erano proibiti e puniti con la pena di morte o con l’esilio. Anche a Napoli venne proclamata la repubblica e le truppe di Ferdinando portarono avanti una cruenta repressione, continuata dal suo successore Ferdinando II. Molti furono rinchiusi nelle carceri di Castel dell’Ovo, abbandonati li per anni. Dilagava la corruzione e i poveri erano comunque delle vittime che diventano ostili alla cosa pubblica. La prima linea ferroviaria nacque proprio nel Regno delle due Sicilie come pure l’osservatorio astronomico, l’illuminazione pubblica, ecc. Il Regno delle Due Sicilie aveva anche un’ottima flotta con la prima nave a vapore d’Italia, ma aveva anche un transatlantico, il “Sicilia”, che collegava Palermo con New York. Garibaldi consegnò di fatto il Regno delle due Sicilie al re d’Italia e la crisi economia favorì il brigantaggio, che venne contrastato dai soldati del regno. Il Regno delle due Sicilie ebbe quindi termine con l’unità d’Italia, nel 1861.
Replica Ulisse – Il piacere della scoperta, puntata 23 febbraio 2014: come vederla in video streaming – E’ possibile vedere o rivedere la puntata di “Ulisse – Il piacere della scoperta” grazie al servizio di video streaming proposto da Rai.tv: clicca qui.