Questa sera, mercoledì 4 febbraio, tra gli ospiti di Daria Bignardi a Le invasioni barbariche c’è anche Caterina Simonsen. A 25 anni Caterina ha deciso di rendere nota la sua storia: ogni giorno prende 30 farmaci ed è costretta a 20 ore di respirazione attraverso una macchina, perché affetta da quattro rare malattie. Questa condizione molto grave fa in modo che l’ossigeno rimbalzi quasi nel suo organismo, entrando nei polmoni per poi uscirne poco dopo, causandole dolori atroci. Caterina è una studentessa di veterinaria presso l’università di Bologna, che da un anno ormai si ritrova a combattere contro chi, sul web, la offende e minaccia di morte dopo le sue dichiarazioni sulla sperimentazione animale nella ricerca medica. Tutto è iniziato con l’attacco del Partito Animalista Europeo ai danni di Telethon. Si invitava a non donare soldi, dal momento che quella non era la vera ricerca. Caterina si è sentita chiamata in causa, e così, col volto coperto dai tubi della macchina che l’aiuta a respirare, ha scattato una foto di sé, con un cartello in mano che sottolineava come quella stessa ricerca la teneva ancora in vita. Questo gesto, seguito da un video, ha scatenato le ire del web, che ancora oggi non si sono placate. Sarebbe morta a 9 anni senza la ricerca, e per molti sarebbe stato meglio così, stando a quanto si legge. Lei però, senza attaccare nessuno, ma rispondendo a tutti (o quasi) a suo modo, ha voluto continuare a raccontare la propria verità, a fronte dei tanti che in una situazione del genere (o lontanamente simile) non ci sono mai stati.
Nel dicembre del 2013, una volta che la notizia aveva raggiunto la ribalta nazionale, molte personalità di spicco si sono schierate al suo fianco, tra cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Anche l’ex ministro Giovanardi ha voluto esprimere la propria vicinanza alla studentessa, per non parlare della sua stessa università. Tutti con Caterina dunque, o quasi, dal momento che nel fronte politico italiano si è levata una voce, quella della Federazione italiana sui diritti degli animali e dell’ambiente di Michela Brambilla, che ha preferito però non parlare direttamente della vicenda, lasciando la parola a Susanna Penco, una biologa affetta da Sla, che ha preso le distanze sostenendo che la civiltà dovrebbe essere alla base di tutto. La donna ha però ribadito che la sperimentazione animale non può essere la via, che in commercio esistono tanti farmaci a essa legata che rappresentano una forte delusione, e che questa strana, ancora percorsa da buona parte dei ricercatori, è forse proprio quella che allontana dal trovare una risposta a certe malattie croniche che affliggono parte della popolazione mondiale, e che riducono notevolmente le aspettative di vita. Dice la scienziata che i risultati ottenuti sugli animali, al di là della questione meramente etica, sono spesso fuorvianti, e che una ricerca che si basasse esclusivamente sull’uomo potrebbe essere molto più efficace, se non addirittura risolutiva. In tutto questo Caterina ha dovuto affrontare un nuovo ricovero. stata portata d’urgenza nel reparto di pneumologia di Padova a causa di un’infezione polmonare.
Caterina ha scritto un’autobiografia edita da Piemme, che porta il titolo di Respiro dopo respiro, in cui racconta la sua vita con le malattie che l’affliggono. Si tratta di un testo di speranza, in cui la giovane fa una disamina della sua condizione, sottolineando come continui ad amare la vita, e che non è affatto vero che uno stato di malattia perenne ti costringa a un’attesa della morte, anzi tutt’altro. Caterina apprezza ogni istante della sua vita, e lo vive col sorriso, nonostante questa triste esperienza che l’ha vista protagonista, e che ancora oggi non pare intenzionata a scemare.